Una di quelle vecchie, impolverate. Una di quelle che ti regalano un pezzettino di storia.
E siccome non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, si parte da El Piscador.


Waldemar era un centravanti uruguagio arrivato a Cagliari post Mundialito, quando ancora il Mundialito nn era trasmesso da Canala 5, quindi galleggiava nelle acque torbide del mitologico.
Da Zoff che segnava con un missile dalla propria porta, a Victorino che era partito dalla sua area di rigore scartando chiunque, bibitari di Montevideo compresi.
E infatti, arrivò per far dimenticare Riva.
Dopo una settimana, il target si ridimensionò drasticamente: almeno il baffo Gattelli?
Di lui si innamorò pazzamente l'allora allenatore Giagnoni che dopo avergli visto sparare sulla traversa-ribattere col naso-spedire fuori una colossale palla gol a 12 cm dalla linea di porta contro il Muravera (sì, il Muravera: perché questo qui vedeva il campo solo nell'infrasettimanale del giovedì), prima tentò di accopparlo, stile cazzotto a Causio, poi scelse la diplomazia ai microfoni di Sardegna 1:
"'tagazzu trintannusu, custu ndi portada cinquantadusu".
(traduzione: "ma quali trenta, questo qui ha almeno cinquantadue anni").
Da allora, fu utilizzato solo per ritirare premi (per gli altri compagni, ovviamente: a mò di sfigato che si porta a spasso le tipe degli altri, e mai 'na volta che tromba) nei Cagliari Club che sorgevano in Sardegna.
Cagliari Club che, potete immaginarvelo da soli, con giubilo ed entusiasmo mandavano l'invito a Gigi Piras o Lamagni o Uribe o Quagliozzi e si vedevano entrare il nonno di Frank Poncharello:
tra l'altro, celebre un tentativo di palleggio sul posto con collo piede destro, tibia sinistra, piena faccia di un bambino di sette anni.
Finite le inaugurazioni, gli fu rescisso il contratto.
Sta ancora aspettando di salutare il resto dei compagni davanti all'ex K2 dove gli avevano dato appuntamento ("dai Walde, ci sarà un casino di gnagna") per la sua festa d'addio.
Ah, nota a margine, a Cagliari l'Uruguay è ricomparso sulle cartine geografiche scolastiche solo col trio Francescoli-Fonseca-Herrera.
