Gerry Donato ha scritto:Chiaro, il 2 era riferito al minimo di Storace ed il 15 al massimo di Marchini, ma realmente non sono quantificabili quei dati con un campione così imprevedibile e con le dinamiche che creano gli altri 4. Già solo Storace a 4 e Fassina a 6 invece che entrambi a 2 fa tutta la differenza del mondo.
E fare sondaggi a Roma in questo momento è impossibile, perché la gente è incazzata, sfuggevole, indisponibile, emotiva.
Fassina tanto più è di facciata tanto più ha un bacino d'utenza ampio, perché quel filone di popolo della sinistra esiste in tutti i territori e se magari a livello nazionale ha più scrupoli a non allinearsi a Renzi, qui non vede l'ora di farlo specie collegandosi alla figura dell'ex sindaco.
P.S.: Storace mi pare non veda l'ora di ritirarsi, le sta provando tutte.
L'area di provenienza di Fassina e quella dei sostenitori di Marino sono distanziate già dalle primarie 2013, sulla scia delle diatribe interne al rovinoso PD romano. La genetica tendenza al frazionamento politico è pronta ad emergere anche in questo frangente, per questo una figura come quella di Bray sarebbe stata più funzionale, meno partitica e più rivolta al modello di intellettuale engagé stile Nicolini.
Fassina non ha il carisma e l'appeal mediatico per fare il candidato di belle speranze dell'area di sinistra, che fra l'altro è molto più silente del solito. 3 anni fa c'era Sandro Medici a coprire lo spicchio politico fra Sel e la sinistra autonoma, con una forte spinta organizzativa dei centri sociali. Il coinvolgimento di questa porzione di elettorato è importante, perchè trasversale a varie zone geografiche e fasce economiche dell'elettorato; oltretutto nel 2013 c'era ancora la spinta del movimento per i beni comuni, Teatro Valle Occupato, etc.
Storace mi dà l'idea di uno che deve necessariamente metterci la faccia per contratto, ben sapendo che farà solo tappezzeria.