Bluto Blutarsky ha scritto:vanecka ha scritto: Ecco, a tal proposito giusto citare anche Herzog, capace fra le altre di trasporre uno dei più bei drammi della letteratura tedesca dell' ottocento come il Woyzeck di Buchner in un film interessantissimo e che, pur non rientrando nei suoi capolavori canonici o da manuale, trovo straordinario.
![]()
![]()
![]()
Herzog è poi l'autore delle più incredibili riflessioni sul rapporto di attrazione/repulsione tra uomo e natura, roba da Pantheon del cinema. Grizzly Man, Aguirre Furore di Dio, Fata Morgana, Cave of Forgotten Dreams, Fitzcarraldo, Grido di Pietra, Il Diamante Bianco, in parte Fitzcarraldo… basta pescare nel mucchio.
tu però molto abilmente ti sei spostato sui contenuti, che indiscutibilmente vedono Herzog primeggiare in quel tipo di rapporto.
ma io parlavo di abilità tecniche, una descrizione della natura così personale, vissuta, ed in questo caso ben rappresentata (ovviamente facilitata dalla tecnica in piano sequenza/soggettiva che gli conferisce quelle qualità) fatico a trovarne.
Si può dire con certezza che il mezzo utilizzato ha quantomeno fornito una originalità nel panorama cinematografico.
a suo modo, anche malick, soprattutto con the New World, ha abbozzato qualcosa del genere ma lui si è soffermato in particolare sulla spiritualità, innalzando il discorso ad un livello molto più alto (e quindi torniamo ai contenuti).
Ma Herzog e Malick appartengono a dei filoni cinematografi concettuali (e formativi) completamente diversi da Inarritu.