C'era una volta il Cinema
- rodmanalbe82
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Re: C'era una volta il Cinema
ma per un ignorante come il sottoscritto: cosa vuol dire in 70mm? Miglior resoluzione?
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Re: C'era una volta il Cinema
rodmanalbe82 ha scritto:ma per un ignorante come il sottoscritto: cosa vuol dire in 70mm? Miglior resoluzione?
Tarantino ha girato il film con una Ultra Panavision a 70mm, che è il doppio di una pellicola classica a 35mm, quindi ottieni un fotogramma più largo, 2.76:1 contro i 2.39:1 delle film tradizionali
I cinema normali non sono in grado di proiettare questo tipo di pellicola, quindi viene distribuito un formato "ridotto"
In Italia ci sono 2 cinema (più una terza sala dentro Cinecittà) ad avere l'attrezzatura per proiettare il film con proiettore a 70mm, l'Arcadia a Milano e il Lumiere a Bologna
Tra l'altro da quello che ho letto le due versioni dovrebbero essere leggermente differenti, quella per distribuzione "generale" è più corta di una decina di minuti
Giordan ha scritto: Menzione onorevole per Pap, che si è distinto per avere la stessa voce di Battiato e la peggior pronuncia anglo-americana ogni epoca!!!
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Re: C'era una volta il Cinema
I dialoghi di H8 al sottoscritto barbone hanno annoiato parecchio, soprattutto la prima parte.
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Re: C'era una volta il Cinema
the hateful eight.
non è un film, sono due film. entrambi godibili, ma il primo è di livello molto superiore al secondo.
la prima parte, direi fino alla morte del messicano, è uno splendido giallo travestito da western. è agatha christie sotto steroidi. è un coacervo di dialoghi memorabili. tutti i personaggi sono splendidamente caratterizzati e tutti sono incredibilmente sporchi, sgradevoli, inaffidabili. nessuno si fida di nessuno, e tu spettatore sei nell'invidiabile posizione di goderti lo spettacolo, aspetti la prossima mossa, con le tue 5-6 strade aperte sui possibili sviluppi della trama. il miglior tarantino dai tempi di pulp fiction, per me.
poi c'è la seconda parte. e qui viene fuori il tarantino più commerciale, quello anche più acclamato credo, quello che purtroppo mi piace di meno.
la seconda parte è uno splatter travestito da western. le 5-6 strade che ti eri tenuto aperte si chiudono e nemmeno te ne sei accorto. c'è tanto sangue, tanta gente che muore, tanto turpiloquio e tanta prevedibilità. ripeto, non è per niente male, ma la prima parte faceva sperare in qualcosa di veramente epico.
prima parte: 9. seconda parte: 6. totale: 7,5.
tutti gli attori in stato di grazia, ma quentin da sto punto di vista è una garanzia. morricone con guizzi esagerati. dei 70mm io onestamente non mi sono accorto granché, ma nella sala energia di melzo sembra tutto incredibile sempre.
non è un film, sono due film. entrambi godibili, ma il primo è di livello molto superiore al secondo.
la prima parte, direi fino alla morte del messicano, è uno splendido giallo travestito da western. è agatha christie sotto steroidi. è un coacervo di dialoghi memorabili. tutti i personaggi sono splendidamente caratterizzati e tutti sono incredibilmente sporchi, sgradevoli, inaffidabili. nessuno si fida di nessuno, e tu spettatore sei nell'invidiabile posizione di goderti lo spettacolo, aspetti la prossima mossa, con le tue 5-6 strade aperte sui possibili sviluppi della trama. il miglior tarantino dai tempi di pulp fiction, per me.
poi c'è la seconda parte. e qui viene fuori il tarantino più commerciale, quello anche più acclamato credo, quello che purtroppo mi piace di meno.
la seconda parte è uno splatter travestito da western. le 5-6 strade che ti eri tenuto aperte si chiudono e nemmeno te ne sei accorto. c'è tanto sangue, tanta gente che muore, tanto turpiloquio e tanta prevedibilità. ripeto, non è per niente male, ma la prima parte faceva sperare in qualcosa di veramente epico.
prima parte: 9. seconda parte: 6. totale: 7,5.
tutti gli attori in stato di grazia, ma quentin da sto punto di vista è una garanzia. morricone con guizzi esagerati. dei 70mm io onestamente non mi sono accorto granché, ma nella sala energia di melzo sembra tutto incredibile sempre.
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Re: C'era una volta il Cinema
Visto Spotlight
Gran film.
Attenti che imho si candida fortemente per vincere l'Oscar come miglior film, è ottimo per regia, attori tutti in palla in particolar modo Keaton e Ruffalo, e la storia è da Accademy.
Il pregio principale oltre all'ottima interpretazione, la perfetta messa in scena della vicenda che ti tiene incollato allo schermo fino alla fine senza cali ma anzi in crescendo, è il fatto che non ci sono eroi, non ci sono paladini da incensare, tutti sono colpevoli, anche i giornalisti che denunciano gli abusi hanno infatti le loro colpe nelle violenze che sono state perpetrate a Boston a migliaia di bimbi e ragazzini.
Consigliatissimo ****
Gran film.
Attenti che imho si candida fortemente per vincere l'Oscar come miglior film, è ottimo per regia, attori tutti in palla in particolar modo Keaton e Ruffalo, e la storia è da Accademy.
Il pregio principale oltre all'ottima interpretazione, la perfetta messa in scena della vicenda che ti tiene incollato allo schermo fino alla fine senza cali ma anzi in crescendo, è il fatto che non ci sono eroi, non ci sono paladini da incensare, tutti sono colpevoli, anche i giornalisti che denunciano gli abusi hanno infatti le loro colpe nelle violenze che sono state perpetrate a Boston a migliaia di bimbi e ragazzini.
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- PENNY
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Re: C'era una volta il Cinema
The hateful eight
Finalmente visto, grazie anche anche al piccolo cinema che qui l'ha dato in lingua originale
Che dire del film, io sono rimasto entusiasta, Tarantino torna su livelli di eccellenza assoluta, distaccandosi nettamente dal precedente e più modesto Django. Torniamo alle atmosfere del suo primo film, qui come ne "Le Iene" si sceglie un impianto teatrale dove i personaggi si sfidano prima a parole che a pistolettate. La prima parte è qualcosa di orgasmico per qualunque amante del cinema, un capolavoro di dialoghi, regia, recitazione, fotografia, un giallo pulp congegnato alla perfezione in attesa della detonazione finale. Si diverte come un matto Tarantino, a fare interagire i suoi bastardi, giocando con il fuori fuoco e la profondità di campo, quasi che gli spazi chiusi esaltassero ancora di più la sua maestria. Nonostante lo veneri sembra vada contro tutti i dettami Leoniani, odia il silenzio, lo riempie di chiacchiere e rumori, quasi che non si possa rimanere in silenzio con bastardi del genere chiusi nella stessa stanza. Ci parla di un po' di tutto, rivoltando la storia come un calzino, come ci ha abituato fin dai cacciatori di nazisti, in questo caso siamo negli Stati Uniti da poco pacificati, ma dove sono ancora ben vive tensioni e contraddizioni portate all'esasperazione da quella che è a tutti gli effetti la feccia peggiore della società, non si salva nessuno nella cricca dei protagonisti, per motivi diversi proviamo ribrezzo per tutti loro. Non so se sia giusto parlare di un Tarantino sempre più politico, ma sicuramente lascia lì molteplici spunti di discussione che daranno adito a tante possibili interpretazione da parte dei critici nei prossimi anni.
Nella seconda parte arriva l'inevitabile esplosione di violenza, questa volta però con un gusto splatter che raramente ricordo di aver mai visto nei film di Quentin, esagera alla grande, con riferimenti abbastanza espliciti a "La Cosa" di Carpenter. Inevitabilmente la parte finale è la meno interessante, come già accaduto in "Django", le fantastiche premesse non vengono mantenute, e si risolve tutto in maniera troppo semplicistica, nonostante avesse a disposizione un cast clamoroso non sfrutta attori dal carisma comprovato come Roth e Madsen, entrambi con parti di secondo piano, avrei adorato vederli più protagonisti, invece alla fine risultano avere ruoli abbastanza marginali.
Per quanto riguarda gli altri attori direi che tutti rendono al loro massimo, ma Tarantino, così come Woody Allen, ha sempre avuto la dote di trarre il meglio dai suoi interpreti, forse anche aiutato da una recitazione calcata ed eccessiva che gli permette di andare a briglia sciolta. Samuel L. Jackson domina la scena come non faceva dai tempi di Jules "motherfucker" Winnfield, mentre Jennifer Jason Leigh credo sarà la favorita per la statuetta, prova travolgente la sua, e non era facile svettare essendo l'unica donna e dovendo misurarsi con pezzi da 90 del genere. A proposito di Oscar, spero tutti d'accordo che la mancanza di "The hateful eight" dalla cinquina finale sia una delle robe più scandalose che io ricordi per quanto riguarda l'Accademy. Questo è già un nuovo film culto per il genere western, e sarà ricordato come uno dei più interessanti lavori di Tarantino.
Alla fine mi ritrovo molto con la recensione di Safe, anche se non sono così critico con l'ultima parte, quindi come voto gli darei un 8 pieno.
*****
Finalmente visto, grazie anche anche al piccolo cinema che qui l'ha dato in lingua originale

Che dire del film, io sono rimasto entusiasta, Tarantino torna su livelli di eccellenza assoluta, distaccandosi nettamente dal precedente e più modesto Django. Torniamo alle atmosfere del suo primo film, qui come ne "Le Iene" si sceglie un impianto teatrale dove i personaggi si sfidano prima a parole che a pistolettate. La prima parte è qualcosa di orgasmico per qualunque amante del cinema, un capolavoro di dialoghi, regia, recitazione, fotografia, un giallo pulp congegnato alla perfezione in attesa della detonazione finale. Si diverte come un matto Tarantino, a fare interagire i suoi bastardi, giocando con il fuori fuoco e la profondità di campo, quasi che gli spazi chiusi esaltassero ancora di più la sua maestria. Nonostante lo veneri sembra vada contro tutti i dettami Leoniani, odia il silenzio, lo riempie di chiacchiere e rumori, quasi che non si possa rimanere in silenzio con bastardi del genere chiusi nella stessa stanza. Ci parla di un po' di tutto, rivoltando la storia come un calzino, come ci ha abituato fin dai cacciatori di nazisti, in questo caso siamo negli Stati Uniti da poco pacificati, ma dove sono ancora ben vive tensioni e contraddizioni portate all'esasperazione da quella che è a tutti gli effetti la feccia peggiore della società, non si salva nessuno nella cricca dei protagonisti, per motivi diversi proviamo ribrezzo per tutti loro. Non so se sia giusto parlare di un Tarantino sempre più politico, ma sicuramente lascia lì molteplici spunti di discussione che daranno adito a tante possibili interpretazione da parte dei critici nei prossimi anni.
Nella seconda parte arriva l'inevitabile esplosione di violenza, questa volta però con un gusto splatter che raramente ricordo di aver mai visto nei film di Quentin, esagera alla grande, con riferimenti abbastanza espliciti a "La Cosa" di Carpenter. Inevitabilmente la parte finale è la meno interessante, come già accaduto in "Django", le fantastiche premesse non vengono mantenute, e si risolve tutto in maniera troppo semplicistica, nonostante avesse a disposizione un cast clamoroso non sfrutta attori dal carisma comprovato come Roth e Madsen, entrambi con parti di secondo piano, avrei adorato vederli più protagonisti, invece alla fine risultano avere ruoli abbastanza marginali.
Per quanto riguarda gli altri attori direi che tutti rendono al loro massimo, ma Tarantino, così come Woody Allen, ha sempre avuto la dote di trarre il meglio dai suoi interpreti, forse anche aiutato da una recitazione calcata ed eccessiva che gli permette di andare a briglia sciolta. Samuel L. Jackson domina la scena come non faceva dai tempi di Jules "motherfucker" Winnfield, mentre Jennifer Jason Leigh credo sarà la favorita per la statuetta, prova travolgente la sua, e non era facile svettare essendo l'unica donna e dovendo misurarsi con pezzi da 90 del genere. A proposito di Oscar, spero tutti d'accordo che la mancanza di "The hateful eight" dalla cinquina finale sia una delle robe più scandalose che io ricordi per quanto riguarda l'Accademy. Questo è già un nuovo film culto per il genere western, e sarà ricordato come uno dei più interessanti lavori di Tarantino.
Alla fine mi ritrovo molto con la recensione di Safe, anche se non sono così critico con l'ultima parte, quindi come voto gli darei un 8 pieno.
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Ultima modifica di PENNY il 10/02/2016, 10:39, modificato 2 volte in totale.
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Re: C'era una volta il Cinema
giovini.. se possibile, vi chiederei di usare lo spoiler comunque.
grazie
grazie

- Noodles
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Re: C'era una volta il Cinema
su The Revenant secondo me siete stati un pò troppo duri.
vi garantisco che girare tutte quelle scene in piano sequenza richiede uno sforzo produttivo e una capacità tecnica molto superiori alla media.
poi tacciarlo di avere poco ritmo un film che praticamente non stacca mai, non so.
forse si potrebbe tacciarlo di eccessivo mutismo
visto che di dialoghi ce ne sono davvero pochi.
ma dialoghi e ritmo sono due cose diverse.
per me è davvero un ottimo film, forse avrei evitato quelle parentesi oniriche riguardanti la moglie che sono un qualcosa di già visto e ripetuto, ma per il resto complimentissimi a Inarritu che sta osando tanto con questi lunghi piano sequenza e sta trovando un equilibrio difficilissimo.
Rimango sempre fedele alla visione e formato del cinema classico ma indubbiamente è un lavoro fantastico.
Sta realizzando, con qualche espediente, quello che Hitchcock avrebbe sempre voluto fare ma era impossibilitato dalle tecniche del tempo.
un unico appunto: ho notato alcuni errori di messa a fuoco, soprattutto nelle scene iniziali piuttosto veloci, che è in realtà la vera difficoltà del piano sequenza oltre la sincronizzazione della scenografia con i personaggi in azione.
vi garantisco che girare tutte quelle scene in piano sequenza richiede uno sforzo produttivo e una capacità tecnica molto superiori alla media.
poi tacciarlo di avere poco ritmo un film che praticamente non stacca mai, non so.

forse si potrebbe tacciarlo di eccessivo mutismo

visto che di dialoghi ce ne sono davvero pochi.
ma dialoghi e ritmo sono due cose diverse.
per me è davvero un ottimo film, forse avrei evitato quelle parentesi oniriche riguardanti la moglie che sono un qualcosa di già visto e ripetuto, ma per il resto complimentissimi a Inarritu che sta osando tanto con questi lunghi piano sequenza e sta trovando un equilibrio difficilissimo.
Rimango sempre fedele alla visione e formato del cinema classico ma indubbiamente è un lavoro fantastico.
Sta realizzando, con qualche espediente, quello che Hitchcock avrebbe sempre voluto fare ma era impossibilitato dalle tecniche del tempo.
un unico appunto: ho notato alcuni errori di messa a fuoco, soprattutto nelle scene iniziali piuttosto veloci, che è in realtà la vera difficoltà del piano sequenza oltre la sincronizzazione della scenografia con i personaggi in azione.
- Bluto Blutarsky
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Re: C'era una volta il Cinema
Non c'è dubbio che i piani sequenza richiedano uno sforzo enorme (il sottoscritto una volta per un progettino privato ne ha fatto uno molto semplice da due minuti e ha passato un pomeriggio a maledire il creato; posso solo immaginare cosa deve essere a quei livelli).
Personalmente - ed è quello che imputavo anche a Birdman - vedo spesso il rischio che la scelta si trasformi in uno sfoggio di virtuosismo tecnico un po' fine a se stesso. Voglio dire, Inarritu è fenomenale, ma è anche molto furbo, e sa bene che girare un film come Birdman vuol dire sì avere a che fare con una macchina enormemente complessa, ma che alla fine ti dà la sicurezza di far venire nelle mutande i cinefili come noi.
Per me la discriminante dovrebbe essere sempre quella: il piano sequenza è utile all'economia del film? O è fine a se stesso? Di certo non può essere la soluzione per ogni scena. Ecco, avessi la possibilità di fare una domanda a Inarritu, ne farei una semplice semplice: "Signor Inarritu, come mai usa il piano sequenza?".
Personalmente - ed è quello che imputavo anche a Birdman - vedo spesso il rischio che la scelta si trasformi in uno sfoggio di virtuosismo tecnico un po' fine a se stesso. Voglio dire, Inarritu è fenomenale, ma è anche molto furbo, e sa bene che girare un film come Birdman vuol dire sì avere a che fare con una macchina enormemente complessa, ma che alla fine ti dà la sicurezza di far venire nelle mutande i cinefili come noi.
Per me la discriminante dovrebbe essere sempre quella: il piano sequenza è utile all'economia del film? O è fine a se stesso? Di certo non può essere la soluzione per ogni scena. Ecco, avessi la possibilità di fare una domanda a Inarritu, ne farei una semplice semplice: "Signor Inarritu, come mai usa il piano sequenza?".
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Re: C'era una volta il Cinema
grazie penny. 

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Re: C'era una volta il Cinema
Pienamente d accordo con bluto.
Ribadisco il fatto che revenant sia al top per tecnica ed estetica. Ma c avessero messo bear gryllz sarebbe stato piu credibile.
Al realismo dell immagine dovrebbe accompagnarsi una vicenda quanto meno credibile.
A prescindere dal fatto che la storia é un buoni vs cattivi con gli indiani a far figura che era già vecchia 50 anni fa.
Ribadisco il fatto che revenant sia al top per tecnica ed estetica. Ma c avessero messo bear gryllz sarebbe stato piu credibile.
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Re: C'era una volta il Cinema
Bluto Blutarsky ha scritto:Non c'è dubbio che i piani sequenza richiedano uno sforzo enorme (il sottoscritto una volta per un progettino privato ne ha fatto uno molto semplice da due minuti e ha passato un pomeriggio a maledire il creato; posso solo immaginare cosa deve essere a quei livelli).
Personalmente - ed è quello che imputavo anche a Birdman - vedo spesso il rischio che la scelta si trasformi in uno sfoggio di virtuosismo tecnico un po' fine a se stesso. Voglio dire, Inarritu è fenomenale, ma è anche molto furbo, e sa bene che girare un film come Birdman vuol dire sì avere a che fare con una macchina enormemente complessa, ma che alla fine ti dà la sicurezza di far venire nelle mutande i cinefili come noi.
Per me la discriminante dovrebbe essere sempre quella: il piano sequenza è utile all'economia del film? O è fine a se stesso? Di certo non può essere la soluzione per ogni scena. Ecco, avessi la possibilità di fare una domanda a Inarritu, ne farei una semplice semplice: "Signor Inarritu, come mai usa il piano sequenza?".
mbè la scelta stilistica è un qualcosa di molto personale.
Perchè Hitchcock gradiva lo stesso tipo di long shot?
o perchè leone esagerava nei primissimi piani ribaltando quello che era la cultura western americana predominate (piano americano) ?
è chiaro che si tenda ad un esercizio di virtuosismi, non è che Sorrentino in This Must be the Place teneva bisogno di carrellare tre ore lungo tutto un filo del telefono per uscire fuori dalla finestra senza alcun dialogo

è una forzatura chiaramente, che però tende a premiarlo perchè trova un equilibrio nella messa in scena davvero invidiabile.
poi possiamo parlare della inconsistenza del racconto, di alcune falle logiche nel recupero fisico del protagonista, della ridondanza del tema indiani (e moglie uccisa) ma rimane dal punto di vista stilistico qualcosa di fenomenale, realizzare un film western con quegli spazi, quei ritmi e storia attraverso praticamente tutti piani sequenze è roba da grandi registi.
il fallimento in un film del genere è dietro l'angolo.
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Re: C'era una volta il Cinema
Noodles ha scritto: mbè la scelta stilistica è un qualcosa di molto personale.
Perchè Hitchcock gradiva lo stesso tipo di long shot?
o perchè leone esagerava nei primissimi piani ribaltando quello che era la cultura western americana predominate (piano americano) ?
è chiaro che si tenda ad un esercizio di virtuosismi, non è che Sorrentino in This Must be the Place teneva bisogno di carrellare tre ore lungo tutto un filo del telefono per uscire fuori dalla finestra senza alcun dialogo
è una forzatura chiaramente, che però tende a premiarlo perchè trova un equilibrio nella messa in scena davvero invidiabile.
poi possiamo parlare della inconsistenza del racconto, di alcune falle logiche nel recupero fisico del protagonista, della ridondanza del tema indiani (e moglie uccisa) ma rimane dal punto di vista stilistico qualcosa di fenomenale, realizzare un film western con quegli spazi, quei ritmi e storia attraverso praticamente tutti piani sequenze è roba da grandi registi.
il fallimento in un film del genere è dietro l'angolo.
Sarà anche roba da grandi registi, ma se manca la sostanza rimane un esercizio di bravura fine a se stesso. I veri grandi registi mettono lo stile al servizio della storia, in questo caso Inarritu ha fatto il contrario. Io sono uscito dalla sala estasiato dalle immagini e dalla regia ma annoiato dal film nel suo complesso. Senza voler citare sempre "Birdman", Inarritu ha dimostrato di poter essere un grande regista a tutti gli effetti già con il bellissimo "Amores Perros", quindi le capacità le ha, questo per me è stato solo un piccolo passaggio a vuoto, se considerate le aspettative (che poi chiariamoci, rimane un passaggio a vuoto che vale intere carriere di altri registi mediocri

- Noodles
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Re: C'era una volta il Cinema
PENNY ha scritto:
Sarà anche roba da grandi registi, ma se manca la sostanza rimane un esercizio di bravura fine a se stesso. I veri grandi registi mettono lo stile al servizio della storia, in questo caso Inarritu ha fatto il contrario. Io sono uscito dalla sala estasiato dalle immagini e dalla regia ma annoiato dal film nel suo complesso. Senza voler citare sempre "Birdman", Inarritu ha dimostrato di poter essere un grande regista a tutti gli effetti già con il bellissimo "Amores Perros", quindi le capacità le ha, questo per me è stato solo un piccolo passaggio a vuoto, se considerate le aspettative (che poi chiariamoci, rimane un passaggio a vuoto che vale intere carriere di altri registi mediocri)
se questo film è un passaggio a vuoto...hai praticamente ridicolizzato il 95% dei film prodotti da Hollywood

a parte gli scherzi secondo me cmq sostanza ne ha, chiaro che il tutto è sempre molto soggettivo.
le interpretazioni molto ben curate, anche la riproduzione della lotta con l'orso è davvero ben fatta.
forse di fondo si poteva evitare la solita retorica dell'indiano sfruttato/colonizzato, ma è un errore a cui oramai si cade piuttosto spesso.
ho anche gradito la figura dell'uomo 'nuovo' di Tom Hardy, capitalista che attraverso l'uso delle parole tenta di distorcere la realtà, di approssimarla, in contrapposizione alla lealtà riservata ed essenziale di Di Caprio.
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Re: C'era una volta il Cinema
Il vero quesito esistenziale che mi ha lasciato the revenant è che sono cresciuto in un mondo cinematografico e televisivo dove era unilaterlmente concordato che se ti trovavi in un luogo gelido e avevi l'ardire di buttrti in acqua eri praticamente morto. In special modo se poi arrivava la notte. Unico modo per uscire da questa situazione era un fuoco di dimensioni inenarrabili su cui poter far asciugare il vestiario mentre tu sopravvivi nudo. E fare il tutto entro pochi minuti prima che l'ipotermia ti fottesse, con le mani ancora fradice a complicare il tutto e legna unicamente umida nel raggio di svariate decine di kilometri quadrati. Una vera sentenza. In questo film invece Di Caprio e soci fanno il bagno di continuo e non succede una minchia? A chi devo credere quindi?
PS Penny io ho gradito h8ful 8 e django in modo completamente opposto a te, ma non mi voglio avventurare in critiche che sono soprattutto dettate dal gusto personale. L'unica cosa su cui ti chiederei qualcosa è la prestazione della leigh. Cos'è che ti ha colpito particolarmente? Francamente l'ho trovato un ruolo dove non puoi far vedere di saper recitare più di tanto, visto che principalmente si limita a essere menata in un eccesso di splatter (uno stile che mai comprenderò) e a reagire sempre allo stesso modo da incorreggibile. Il personaggio ha poca profondità e poche occasioni per mettersi in mostra sia in termini di tempo sullo schermo sia per il range che le è assegnato.


PS Penny io ho gradito h8ful 8 e django in modo completamente opposto a te, ma non mi voglio avventurare in critiche che sono soprattutto dettate dal gusto personale. L'unica cosa su cui ti chiederei qualcosa è la prestazione della leigh. Cos'è che ti ha colpito particolarmente? Francamente l'ho trovato un ruolo dove non puoi far vedere di saper recitare più di tanto, visto che principalmente si limita a essere menata in un eccesso di splatter (uno stile che mai comprenderò) e a reagire sempre allo stesso modo da incorreggibile. Il personaggio ha poca profondità e poche occasioni per mettersi in mostra sia in termini di tempo sullo schermo sia per il range che le è assegnato.
Ultima modifica di GecGreek il 10/02/2016, 12:58, modificato 1 volta in totale.