Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
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Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
Mi fa abbastanza specie notare come attualmente due tra le PG più forti della Lega siano giocatori di 190 cm scarsi (Steph Curry e Damian Lillard) che al college (in università non di rango che ai tempi delle HS li avevano ignorati) hanno giocato prevalentemente da SG.
Iverson è stato il primo a infrangere certi tabu (ovvero un sei piedi che può dominare pur non essendo un play fatto e finito), adesso siamo arrivati all'adeguamento delle eccezioni che diventano regole, quasi principi cardini della nuova pallacanestro targata USA: trovare un realizzatore (che fino a 10 anni fa avrebbe avuto poca cittadinanza) da trasformare in (anzi, che ci si auguri possa diventare un) regista 2.0.
Iverson è stato il primo a infrangere certi tabu (ovvero un sei piedi che può dominare pur non essendo un play fatto e finito), adesso siamo arrivati all'adeguamento delle eccezioni che diventano regole, quasi principi cardini della nuova pallacanestro targata USA: trovare un realizzatore (che fino a 10 anni fa avrebbe avuto poca cittadinanza) da trasformare in (anzi, che ci si auguri possa diventare un) regista 2.0.
- paolo75
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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
io rimango forse un pò troppo purista ma per me i veri play sono i CPaul o i Mike Conley ad esempio e pur rispettando il giocatore che è Steph perchè quel che fa è sotto gli occhi di tutti non impazzisco per lui! per me è un talentuosissimo tiratore irreale da ogni lato e distanza!
Prima ero sempre indeciso...ora non lo so!
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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
è che non servono più i veri play per l'evoluzione del gioco
come dimostra proprio Chris Paul nella serie contro gli Spurs dell'anno scorso
come dimostra proprio Chris Paul nella serie contro gli Spurs dell'anno scorso
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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
E' il bello del confronto avere chi pensa che un certo tipo di pallacanestro sia da mantenere in un certo senso e chi la vede come anacronismo.
Per me è il segno dei tempi.
Io ho visto e adorato Magic e Penny ma ero consapevole che fossero due rondini che non facevano primavera.
Dopo Iverson è cambiato qualcosa: si è aperto il campo delle possibilità che da rare sono diventate quasi obbligatorie.
Tante squadre non hanno più solo un giocatore alla Jason Terry che entra dalla panca per giocare accanto ad un play ma impostano i propri quintetti titolari mettendo in regia quelle che un tempo erano classificate come SG e che col passare del tempo erano divenute CG.
Kemba Walker, Brandon Knight, Jrue Holiday, Elfrid Payton, Reggie Jackson e soprattutto Russell Westrbrook nascono SG e svolgono quel ruolo fino all'approdo in NBA.
Ma anche Irving, Bledsoe, Lowry, Lawson, Teague e tanti altri sono PG forse un po' più tradizionali ma con qualità, caratteristiche e strutture diverse da CP3, Wall, Rubio e Conley che si avvicinano più al vecchio stereotipo del play.
Curry e Lillard hanno l'ulteriore merito di essere divenuti dominanti - nel più grande palcoscenico del basket - in un ruolo per loro impensabile ai tempi del college, in cui venivano ritenuti fondamentalmente grandi realizzatori ma non con un futuro da superstar al piano di sopra e soprattutto (almeno fino ai rispettivi draft) non tipi da 'tenere le redini del gioco gestendolo'.
Per me è il segno dei tempi.
Io ho visto e adorato Magic e Penny ma ero consapevole che fossero due rondini che non facevano primavera.
Dopo Iverson è cambiato qualcosa: si è aperto il campo delle possibilità che da rare sono diventate quasi obbligatorie.
Tante squadre non hanno più solo un giocatore alla Jason Terry che entra dalla panca per giocare accanto ad un play ma impostano i propri quintetti titolari mettendo in regia quelle che un tempo erano classificate come SG e che col passare del tempo erano divenute CG.
Kemba Walker, Brandon Knight, Jrue Holiday, Elfrid Payton, Reggie Jackson e soprattutto Russell Westrbrook nascono SG e svolgono quel ruolo fino all'approdo in NBA.
Ma anche Irving, Bledsoe, Lowry, Lawson, Teague e tanti altri sono PG forse un po' più tradizionali ma con qualità, caratteristiche e strutture diverse da CP3, Wall, Rubio e Conley che si avvicinano più al vecchio stereotipo del play.
Curry e Lillard hanno l'ulteriore merito di essere divenuti dominanti - nel più grande palcoscenico del basket - in un ruolo per loro impensabile ai tempi del college, in cui venivano ritenuti fondamentalmente grandi realizzatori ma non con un futuro da superstar al piano di sopra e soprattutto (almeno fino ai rispettivi draft) non tipi da 'tenere le redini del gioco gestendolo'.
Ultima modifica di dura-lex sed-lex il 06/11/2015, 12:12, modificato 2 volte in totale.
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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
non si possono mettere Curry e Lillard nella stessa frase al momento...
comunque il discorso del ruolo al College lascia il tempo che trova...
è semplicemente l'evoluzione del gioco:una volta c'erano quelli che al College faceva i 5 e poi nella NBA erano 4...poi quelli che erano 4 e in NBA facevano 3...
adesso l'evoluzione ha portato a giocatori che all'università giocano da 2 "piccoli" e nella NBA da PG
a quel punto sta alle qualità del giocatore...quelli forti completano la trasformazione a livello superiore...quelli meno forti no
ma è la stessa identica cosa che avveniva in una differente "era di pallacanestro" in altri ruoli...
comunque il discorso del ruolo al College lascia il tempo che trova...
è semplicemente l'evoluzione del gioco:una volta c'erano quelli che al College faceva i 5 e poi nella NBA erano 4...poi quelli che erano 4 e in NBA facevano 3...
adesso l'evoluzione ha portato a giocatori che all'università giocano da 2 "piccoli" e nella NBA da PG
a quel punto sta alle qualità del giocatore...quelli forti completano la trasformazione a livello superiore...quelli meno forti no
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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
In passato era un discorso molto legato alle altezze: ad es. un 205 cm al college faceva il centro, nella NBA era una PF ma se non aveva le mani e la velocità di piedi da ala forte faceva fatica ad emergere (Karl Malone, ad es., si è fatto un mazzo tanto per diventare quello che poi è stato ma che al college non era).
Adesso c'è proprio un'impostazione diversa: quelle che erano eccezioni (PF sui 2 metri o, all'opposto, di oltre 210 cm) ora sono più ammesse.
Sono cambiate e aumentate le tipologie di giocatori così come le varianti del gioco.
Prima era tutto più tradizionalista, adesso è multiforme, globalizzato, al passo coi tempi (come fa la società).
Curry e Lillard sono due esempi arrivati all'estremo di questa trasformazione proprio considerando cosa erano (e quanto venivano reputati) fino a qualche anno fa.
Adesso c'è proprio un'impostazione diversa: quelle che erano eccezioni (PF sui 2 metri o, all'opposto, di oltre 210 cm) ora sono più ammesse.
Sono cambiate e aumentate le tipologie di giocatori così come le varianti del gioco.
Prima era tutto più tradizionalista, adesso è multiforme, globalizzato, al passo coi tempi (come fa la società).
Curry e Lillard sono due esempi arrivati all'estremo di questa trasformazione proprio considerando cosa erano (e quanto venivano reputati) fino a qualche anno fa.
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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
in passato era un discorso legato alle altezze perchè era diverso il gioco...
ora che il gioco è cambiato,vale lo stesso discorso...non legato al fisico ma alle caratteristiche dei giocatori...
con la pallacanestro di anni fa le Combo Guards non dico venissero giudicate un problema ma certo giocatori di difficile collocazione tattica all'interno di sistemi tradizionali...
tanto che alcuni di quei tipi di giocatori avevano il meglio della carriera quando venivano accoppiati nel pacchetto esterni a giocatori di altre posizioni ma che svolgevano attivamente il ruolo del playmaker nei giochi della squadra...
è questo il caso di Iverson con Eric Snow...di David Wesley con Baron Davis...o,ancora più estremo,di Damon Stoudamire nella squadra di Pippen
oggi il gioco è evoluto verso situazioni dove non è più necessario avere il playmaker che "fa girare la squadra" e certe tipologie di giocatori risultano molto più utili che in passato
ora che il gioco è cambiato,vale lo stesso discorso...non legato al fisico ma alle caratteristiche dei giocatori...
con la pallacanestro di anni fa le Combo Guards non dico venissero giudicate un problema ma certo giocatori di difficile collocazione tattica all'interno di sistemi tradizionali...
tanto che alcuni di quei tipi di giocatori avevano il meglio della carriera quando venivano accoppiati nel pacchetto esterni a giocatori di altre posizioni ma che svolgevano attivamente il ruolo del playmaker nei giochi della squadra...
è questo il caso di Iverson con Eric Snow...di David Wesley con Baron Davis...o,ancora più estremo,di Damon Stoudamire nella squadra di Pippen
oggi il gioco è evoluto verso situazioni dove non è più necessario avere il playmaker che "fa girare la squadra" e certe tipologie di giocatori risultano molto più utili che in passato
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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
Ma quelli da te citati sono coloro che hanno 'aperto il varco' rispetto ad un clima, ad un gioco e a convinzioni più classiche.
Le CG come le CF prima di loro non c'erano o erano rarissime eccezioni che non facevano 'tendenza'.
Adesso sono la regola: ogni squadra ha (sembra necessitare di) una combo-guard e una combo-forward.
Il grande merito va a giocatori che io mi sento di definire 'epocali' come Allen Iverson e Kevin Garnett che hanno proprio rivoluzionato il modo di impostare i quintetti.
Le CG come le CF prima di loro non c'erano o erano rarissime eccezioni che non facevano 'tendenza'.
Adesso sono la regola: ogni squadra ha (sembra necessitare di) una combo-guard e una combo-forward.
Il grande merito va a giocatori che io mi sento di definire 'epocali' come Allen Iverson e Kevin Garnett che hanno proprio rivoluzionato il modo di impostare i quintetti.
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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
per me il merito non va ai "precursori" di certe ruoli...
ma all'evoluzione del gioco...
Iverson sarà stato un precursore...ma Iverson va in Finale nel 2001 da "primo violino" e sostanzialmente finisce là come guida della squadra al massimo livello...
tanto che nel decennio successivo a trionfare non sono le squadre con giocatori alla Iverson...
è il basket moderno ad aver riportato in auge certe posizioni...quello dello spacing,delle aree aperte,del tiro da 3 punti e del pick'n'roll...sono queste le situazioni che favoriscono l'emergere di fenomeni alla Curry...
che oggi,grazie a questa pallacanestro,sfrutti in punta,con la palla in mano...mentre nella pallacanestro anni '90 sarebbe stato usato in uscita dai blocchi a tirare piazzato
ma all'evoluzione del gioco...
Iverson sarà stato un precursore...ma Iverson va in Finale nel 2001 da "primo violino" e sostanzialmente finisce là come guida della squadra al massimo livello...
tanto che nel decennio successivo a trionfare non sono le squadre con giocatori alla Iverson...
è il basket moderno ad aver riportato in auge certe posizioni...quello dello spacing,delle aree aperte,del tiro da 3 punti e del pick'n'roll...sono queste le situazioni che favoriscono l'emergere di fenomeni alla Curry...
che oggi,grazie a questa pallacanestro,sfrutti in punta,con la palla in mano...mentre nella pallacanestro anni '90 sarebbe stato usato in uscita dai blocchi a tirare piazzato
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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
Ma per giocatori 'epocali' non intendo quelli che vincono tutto.
Il mio è un discorso legato alle impostazioni di gioco (non di una squadra ma di una lega) che grazie al talento e alla caratteristiche di alcuni viene cambiato o stravolto.
Iverson ha fatto convertire uno come Larry Brown che aveva granitiche convinzioni tecnico-tattiche spalancando quello che era un buco microscopico e che ora è una voragine ovverosia la presenza di CG nella lega (quante ce ne erano prima di lui? Io mi ricordo di Dee Brown...).
Stessa cosa rivoluzionaria ha fatto Kevin Garnett che, con la sua giovane età e i suoi 210 (e passa) cm, fin dal primo anno veniva fatto giocare spesso 3 accanto a Gugliotta e Laettner.
Poi dopo i primi innamoramenti (che avevano portato gli altri team a copiare certe scelte nella speranza di trovarsi gemme simili a roster) anche questi giocatori 'epocali' hanno/avrebbero dovuto adeguarsi e ricollocarsi in quel che era meglio per la squadra (KG come PF ha fatto la cosa giusta a differenza dell'intransigente AI, giocatore anarchico se ce n'è uno) ma il dado comunque era stato tratto e certe idee facevano capolino nei book di tutti gli allenatori.
L'intelligenza delle franchigie è stata quella di capire che di Iverson e Garnett non ce ne sono ad ogni draft ma che i sistemi di gioco comunque dovevano aprire a queste varianti (con giocatori di minor talento dei due citati ma che stavano aumentando come numero o che forse prima non venivano notati con quelle 'vesti') che poi camaleonticamente sono diventate sempre più strutturali e attualmente indispensabili.
Il mio è un discorso legato alle impostazioni di gioco (non di una squadra ma di una lega) che grazie al talento e alla caratteristiche di alcuni viene cambiato o stravolto.
Iverson ha fatto convertire uno come Larry Brown che aveva granitiche convinzioni tecnico-tattiche spalancando quello che era un buco microscopico e che ora è una voragine ovverosia la presenza di CG nella lega (quante ce ne erano prima di lui? Io mi ricordo di Dee Brown...).
Stessa cosa rivoluzionaria ha fatto Kevin Garnett che, con la sua giovane età e i suoi 210 (e passa) cm, fin dal primo anno veniva fatto giocare spesso 3 accanto a Gugliotta e Laettner.
Poi dopo i primi innamoramenti (che avevano portato gli altri team a copiare certe scelte nella speranza di trovarsi gemme simili a roster) anche questi giocatori 'epocali' hanno/avrebbero dovuto adeguarsi e ricollocarsi in quel che era meglio per la squadra (KG come PF ha fatto la cosa giusta a differenza dell'intransigente AI, giocatore anarchico se ce n'è uno) ma il dado comunque era stato tratto e certe idee facevano capolino nei book di tutti gli allenatori.
L'intelligenza delle franchigie è stata quella di capire che di Iverson e Garnett non ce ne sono ad ogni draft ma che i sistemi di gioco comunque dovevano aprire a queste varianti (con giocatori di minor talento dei due citati ma che stavano aumentando come numero o che forse prima non venivano notati con quelle 'vesti') che poi camaleonticamente sono diventate sempre più strutturali e attualmente indispensabili.
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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
Altra cosa che mi sembra caratterizzata da Lillard (ma non risulta ovviamente l'unico rappresentante della categoria) nella Nba di oggi è l'aumento della fiducia conferita a due cg come guardie titolari (e non solo come coppia di specialisti per piccoli frangenti di gara).
A Lillard - McCollum (che mi ricordano Francis - Mobley con meno talento puro ma più testa, almeno finora, dei due antesignani) fanno compagnia i già collaudati (nell'ultima parte della scorsa stagione) Bledsoe - Knight, Smart - Bradley e Holiday - Evans ma anche Hill - Ellis (uno che per caratteristiche abbastanza singolari negli anni scorsi ha giocato spesso accanto a pg moderne sebbene non cg ) e Russell - Clarkson.
Volendo anche Teague - Schroder potrebbero entrare nel novero di questa evoluzione ma soprattutto il secondo, essendo una pg, non fa corrispondere le peculiarità dette sopra al duo cui appartiene.
A Lillard - McCollum (che mi ricordano Francis - Mobley con meno talento puro ma più testa, almeno finora, dei due antesignani) fanno compagnia i già collaudati (nell'ultima parte della scorsa stagione) Bledsoe - Knight, Smart - Bradley e Holiday - Evans ma anche Hill - Ellis (uno che per caratteristiche abbastanza singolari negli anni scorsi ha giocato spesso accanto a pg moderne sebbene non cg ) e Russell - Clarkson.
Volendo anche Teague - Schroder potrebbero entrare nel novero di questa evoluzione ma soprattutto il secondo, essendo una pg, non fa corrispondere le peculiarità dette sopra al duo cui appartiene.
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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
Forse possiamo mettere nel mucchio anche Williams/Felton di Dallas e, considerando che anche quelli della coppia di riserva Harris/Barea giocano più di 20 minuti a testa, direi che è forse la squadra che (facendo di necessità virtù) meglio rappresenta la tendenza alla "doppia guardia"...
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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
Come 'doppia guardia' assolutamente sì ma la mia idea 'evolutiva' (e rispecchiante la attuale Nba ) era un po' diversa.FraQ ha scritto:Forse possiamo mettere nel mucchio anche Williams/Felton di Dallas e, considerando che anche quelli della coppia di riserva Harris/Barea giocano più di 20 minuti a testa, direi che è forse la squadra che (facendo di necessità virtù) meglio rappresenta la tendenza alla "doppia guardia"...
Le coppie che hai citato sono infatti formate da due pg o una pg + una cg (cose che da tanti anni oramai si vedono tutto sommato).
Quella che invece appare una novità rispetto al passato è il sempre più massiccio affidamento a due cg contemporaneamente come guardie titolari.
- FraQ
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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
Per capire meglio il discorso servirebbero le definizioni, anche solo indicative, di point guard, shooting guard e combo-guard, altrimenti si rischiano fraintendimenti... non lo dico per far deragliare la conversazione verso sterili nominalismi, né per metterti alla prova, ma perché mi è capitato in passato di sentire lo stesso giocatore definito in modi differenti 
Anche perché i criteri possono essere molti: altezza, statistiche, stile di gioco...

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Re: Evoluzioni ma anche rivoluzioni della NBA
Io più che dare una definizione dei tre ruoli che può risultare troppo soggettiva mi limiterei a indicare i rispettivi migliori interpreti - anche dei soli ultimi 15 anni (per non andar troppo indietro nel tempo) - che possono avere caratteristiche differenti come gioco e struttura fisica ma fondamentalmente spiegano meglio il concetto pur determinando un elenco sempre opinabile.FraQ ha scritto:Per capire meglio il discorso servirebbero le definizioni, anche solo indicative, di point guard, shooting guard e combo-guard, altrimenti si rischiano fraintendimenti... non lo dico per far deragliare la conversazione verso sterili nominalismi, né per metterti alla prova, ma perché mi è capitato in passato di sentire lo stesso giocatore definito in modi differenti
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