IL DRAFT
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Re: IL DRAFT
Con la scelta 361,il Grunge United termina il proprio draft selezionando
Josè Luis Chilavert
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Re: IL DRAFT
Con la scelta 262 gli Spatolatori Folli selezionano

Andreas Köpke
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Re: IL DRAFT
Sarti !
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Re: IL DRAFT
La Rizzalex completa il roster con Lucidio Sentimenti (conosciuto come Sentimenti IV)
Per la foto poi s'aggiusta (cit.)
Portiere bianconero degli anni quaranta, rimasto nel cuore della societá che gli dedicherá poi anche una stella allo Stadium.
Si dice che iniziò al campetto sotto casa cercando di imparare dal più esperto Gianluca Cimetti che a quel tempo era giá ormai un moderatore del cazzo riciclato portiere (cit.). Seppur molto più giovane superò presto il maestro avendo poi una carriera di ben altro livello, in campo come nei forum.
Per la foto poi s'aggiusta (cit.)
Portiere bianconero degli anni quaranta, rimasto nel cuore della societá che gli dedicherá poi anche una stella allo Stadium.
Si dice che iniziò al campetto sotto casa cercando di imparare dal più esperto Gianluca Cimetti che a quel tempo era giá ormai un moderatore del cazzo riciclato portiere (cit.). Seppur molto più giovane superò presto il maestro avendo poi una carriera di ben altro livello, in campo come nei forum.
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Re: IL DRAFT
TFDFC
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Vincitore di 2 coppe UEFA con due squadre diverse
From South Korea, Cha Bum-Kun

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Re: IL DRAFT
visto che Cha Bum-Kun e' boicottato dal palazzo, TFDFC e' costretta a scegliere un banalissimo vincitore del pallone d'oro (anno 1977), Allan Simonsen
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Re: IL DRAFT
Gli Inti Illimany per trovarsi pronti in caso di eventuali calci di rigore prendono Ducadam, storico portiere della Steaua Bucarest
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Re: IL DRAFT
Kachlex Klan prende come terzo portiere lo specialista delle punizioni che ci mancava. Vincitore di un mondiale da panchinaro ma con 110 gol all'attivo.. Rogerio Ceni
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Re: IL DRAFT
Scelta 307, Dream Warriors finalmente chiamano:
José Ángel Iribar Kortajarena

Nel giugno 1962, a diciotto anni, anche grazie alla segnalazione di un ex calciatore dell’Athletic Bilbao, venne acquistato dal Baskonia di Basauri, che all’epoca militava in seconda divisione. Nonostante fosse tra le riserve, trovò l’occasione di mettersi in luce durante una delle rare partite giocate da titolare: quella contro l’Atlético Madrid, valida per la Copa del Generalísimo (all’epoca l’equivalente spagnolo della nostra Coppa Italia), in cui il molto meno quotato Baskonia riuscì a conquistare la qualificazione, tra l’incredulità della stampa e del pubblico.
Le quotazioni del giovane Iribar salirono così vertiginosamente, e le squadre più blasonate del campionato spagnolo, come Real Madrid, Barcellona, Valencia e lo stesso Atlético Madrid, misero gli occhi su di lui. Ma, venendo incontro al desiderio del padre Marcelino, ex allenatore di pelota ed appassionato tifoso dell’Athletic Bilbao, alla fine del 1962 decise di firmare l’ingaggio proprio con il club basco. Ed anche quando nel 1968, all’apice della sua carriera, quelle stesse società ritentarono ancora ad acquistarlo, rifiutò senza indugi tutte le allettantissime offerte, tanto inossidabile era l’attaccamento ai suoi colori ed alla sua terra.
Ma i tempi cambiavano rapidamente, e se il 10 giugno 1973, accelerando il corso della storia l’Atlético Bilbao riprese la sua storica denominazione di Athletic Bilbao, dopo la morte di Franco alla fine del 1975 in tutta la Spagna iniziò la transizione verso la democrazia. Il sentimento nazionale dei baschi, fino a quel momento coltivato in clandestinità, poté cominciare a uscire allo scoperto. Il tricolore bianco, rosso e verde della bandiera basca, la Ikurriña, che di solito veniva surrogato dal più tranquillizzante tricolore italiano, e in questa veste lo si vedeva spesso sventolare negli stadi di Bilbao e San Sebastián tra lo sguardo interdetto della Guardia Civil, era ancora illegale. Ma il 5 dicembre 1976 anche la Ikurriña uscì allo scoperto per la prima volta dopo quarant’anni. E lo fece davanti alle ventimila persone accorse allo Stadio Atocha di San Sebastián per il derby basco tra la Real Sociedad e l’Athletic Bilbao, sorretta dai due rispettivi capitani, Inaxio Kortabarria e José Ángel Iribar, e preceduta dal coro dell’inno basco Eusko Gudariak (“Guerrieri Baschi”).
Anche questo gesto contribuì ad accorciare i tempi per l’approdo alla democrazia. E solo un mese dopo, il nuovo governo spagnolo di Adolfo Suárez legalizzò la Ikurriña, che l’8 agosto 1977 venne issata ufficialmente sullo stadio San Mamés di Bilbao.
José Angel Iribar era un campione di calcio. Già questo bastava a renderlo popolarissimo. Ma dopo quel derby divenne un mito per la gente dei Paesi Baschi. E, come capita spesso a chi cavalca la cresta dell’onda, si lasciò attrarre dalla tentazione di entrare in politica. Ci si buttò con comprensibile entusiasmo. La democrazia era appena risorta dopo i quarant’anni di letargo sotto il franchismo. I partiti politici si erano appena ricostituiti, e alcune delle popolazioni che componevano la Spagna, annichilite dagli anni della dittatura, riscoprivano adesso l’identità nazionale perduta. Ma soprattutto, come riconobbe lui stesso, si sentì molto scosso da due eventi drammatici: l’esito del Processo di Burgos nel 1970, e la condanna a morte mediante garrota di alcuni membri dell’ETA nel 1975, tra i quali anche un suo compaesano di Zarautz. Eppure, la notizia della candidatura dell’ex portiere della nazionale spagnola sotto le bandiere degli indipendentisti baschi di Herri Batasuna, sospettati di essere il braccio politico dei terroristi dell’ETA, suscitò molto scalpore tra l’opinione pubblica dell’epoca.
Ma la sua escursione in politica non durò molto a lungo, tanto che con il consolidarsi del processo democratico, il suo impegno si diradò gradualmente. E contemporaneamente anche la sua carriera di calciatore arrivò alla conclusione. La sera del 31 maggio 1980, a 37 anni suonati, diede l’addio al calcio giocato. Fu un addio in pompa magna. Davanti al San Mamés e ai suoi quarantamila spettatori venne organizzata una partita in suo onore tra il “suo” Athletic Bilbao e i cugini baschi, anzi “donostiarri“ della Real Sociedad di San Sebastián.
José Ángel Iribar Kortajarena

Nel giugno 1962, a diciotto anni, anche grazie alla segnalazione di un ex calciatore dell’Athletic Bilbao, venne acquistato dal Baskonia di Basauri, che all’epoca militava in seconda divisione. Nonostante fosse tra le riserve, trovò l’occasione di mettersi in luce durante una delle rare partite giocate da titolare: quella contro l’Atlético Madrid, valida per la Copa del Generalísimo (all’epoca l’equivalente spagnolo della nostra Coppa Italia), in cui il molto meno quotato Baskonia riuscì a conquistare la qualificazione, tra l’incredulità della stampa e del pubblico.
Le quotazioni del giovane Iribar salirono così vertiginosamente, e le squadre più blasonate del campionato spagnolo, come Real Madrid, Barcellona, Valencia e lo stesso Atlético Madrid, misero gli occhi su di lui. Ma, venendo incontro al desiderio del padre Marcelino, ex allenatore di pelota ed appassionato tifoso dell’Athletic Bilbao, alla fine del 1962 decise di firmare l’ingaggio proprio con il club basco. Ed anche quando nel 1968, all’apice della sua carriera, quelle stesse società ritentarono ancora ad acquistarlo, rifiutò senza indugi tutte le allettantissime offerte, tanto inossidabile era l’attaccamento ai suoi colori ed alla sua terra.
Ma i tempi cambiavano rapidamente, e se il 10 giugno 1973, accelerando il corso della storia l’Atlético Bilbao riprese la sua storica denominazione di Athletic Bilbao, dopo la morte di Franco alla fine del 1975 in tutta la Spagna iniziò la transizione verso la democrazia. Il sentimento nazionale dei baschi, fino a quel momento coltivato in clandestinità, poté cominciare a uscire allo scoperto. Il tricolore bianco, rosso e verde della bandiera basca, la Ikurriña, che di solito veniva surrogato dal più tranquillizzante tricolore italiano, e in questa veste lo si vedeva spesso sventolare negli stadi di Bilbao e San Sebastián tra lo sguardo interdetto della Guardia Civil, era ancora illegale. Ma il 5 dicembre 1976 anche la Ikurriña uscì allo scoperto per la prima volta dopo quarant’anni. E lo fece davanti alle ventimila persone accorse allo Stadio Atocha di San Sebastián per il derby basco tra la Real Sociedad e l’Athletic Bilbao, sorretta dai due rispettivi capitani, Inaxio Kortabarria e José Ángel Iribar, e preceduta dal coro dell’inno basco Eusko Gudariak (“Guerrieri Baschi”).
Anche questo gesto contribuì ad accorciare i tempi per l’approdo alla democrazia. E solo un mese dopo, il nuovo governo spagnolo di Adolfo Suárez legalizzò la Ikurriña, che l’8 agosto 1977 venne issata ufficialmente sullo stadio San Mamés di Bilbao.
José Angel Iribar era un campione di calcio. Già questo bastava a renderlo popolarissimo. Ma dopo quel derby divenne un mito per la gente dei Paesi Baschi. E, come capita spesso a chi cavalca la cresta dell’onda, si lasciò attrarre dalla tentazione di entrare in politica. Ci si buttò con comprensibile entusiasmo. La democrazia era appena risorta dopo i quarant’anni di letargo sotto il franchismo. I partiti politici si erano appena ricostituiti, e alcune delle popolazioni che componevano la Spagna, annichilite dagli anni della dittatura, riscoprivano adesso l’identità nazionale perduta. Ma soprattutto, come riconobbe lui stesso, si sentì molto scosso da due eventi drammatici: l’esito del Processo di Burgos nel 1970, e la condanna a morte mediante garrota di alcuni membri dell’ETA nel 1975, tra i quali anche un suo compaesano di Zarautz. Eppure, la notizia della candidatura dell’ex portiere della nazionale spagnola sotto le bandiere degli indipendentisti baschi di Herri Batasuna, sospettati di essere il braccio politico dei terroristi dell’ETA, suscitò molto scalpore tra l’opinione pubblica dell’epoca.
Ma la sua escursione in politica non durò molto a lungo, tanto che con il consolidarsi del processo democratico, il suo impegno si diradò gradualmente. E contemporaneamente anche la sua carriera di calciatore arrivò alla conclusione. La sera del 31 maggio 1980, a 37 anni suonati, diede l’addio al calcio giocato. Fu un addio in pompa magna. Davanti al San Mamés e ai suoi quarantamila spettatori venne organizzata una partita in suo onore tra il “suo” Athletic Bilbao e i cugini baschi, anzi “donostiarri“ della Real Sociedad di San Sebastián.
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- Località: Mike alias Nessuno scrive:"Alle elezioni per i rappresentanti d'istituto il bibitaro raccolse l'88%
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Re: IL DRAFT
Con grande sobrietà, sottovoce chiudiamo il draft.
U.S.D. Palombella Rossa
Scegliamo Seaman, perchè Konsel ci ha detto no.
Dopo una settimana al giglio, era sintomatico. Se hai Adams ed Henry, qualche concessione la devi fare.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=QD4Zn2uscVg[/youtube]
Honours
Team
With Arsenal
First Division Championship/FA Premier League:
Winner: 1990-91, 1997-98, 2001-02
Runner-up: 1998-99, 1999-2000, 2000-01, 2002-03
FA Cup:
Winner: 1993, 1998, 2002, 2003
Runner-up: 2001
League Cup:
Winner: 1992-93
FA Community Shield:
Winner: 1991 (shared), 1998, 1999, 2002
Runner-up: 1993
UEFA Cup Winners' Cup:
Winner: 1994
Runner-up: 1995
UEFA Cup
Runner-up: 2000
UEFA Super Cup
Runner-up: 1994
With England
FIFA World Cup
Appearances: 1998, 2002
Unused Squad member: 1990 (Withdrew injured)
UEFA European Championship
Euro 96 Quarterfinal Winner
Appearances: 1996, 2000
Tournoi de France
Winner: 1997
Individual
UEFA Euro 96 Team of the Tournament
PFA Team of the Year: 1997
Member of The Most Excellent Order of the British Empire (1997)
Premier League 10 Seasons Awards (1992–2002):
Domestic Team of the Decade
Goalkeeper with most clean sheets (130)
U.S.D. Palombella Rossa
Scegliamo Seaman, perchè Konsel ci ha detto no.
Dopo una settimana al giglio, era sintomatico. Se hai Adams ed Henry, qualche concessione la devi fare.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=QD4Zn2uscVg[/youtube]
Honours
Team
With Arsenal
First Division Championship/FA Premier League:
Winner: 1990-91, 1997-98, 2001-02
Runner-up: 1998-99, 1999-2000, 2000-01, 2002-03
FA Cup:
Winner: 1993, 1998, 2002, 2003
Runner-up: 2001
League Cup:
Winner: 1992-93
FA Community Shield:
Winner: 1991 (shared), 1998, 1999, 2002
Runner-up: 1993
UEFA Cup Winners' Cup:
Winner: 1994
Runner-up: 1995
UEFA Cup
Runner-up: 2000
UEFA Super Cup
Runner-up: 1994
With England
FIFA World Cup
Appearances: 1998, 2002
Unused Squad member: 1990 (Withdrew injured)
UEFA European Championship
Euro 96 Quarterfinal Winner
Appearances: 1996, 2000
Tournoi de France
Winner: 1997
Individual
UEFA Euro 96 Team of the Tournament
PFA Team of the Year: 1997
Member of The Most Excellent Order of the British Empire (1997)
Premier League 10 Seasons Awards (1992–2002):
Domestic Team of the Decade
Goalkeeper with most clean sheets (130)
- Gerry Donato
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- 1857
Re: IL DRAFT
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Grzegorz Lato

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