ALL TOURNAMENT THIRD TEAM
EDWIN VAN DER SAR - Se il buon Drogba a conti fatti può accontentarsi di una salvezza tranquilla, con buona pace per Vidal e il Matador, gran parte dei meriti vanno attribuiti al mitico portierone olandese, il migliore in assoluto su PES, dove ha garantito a lungo posizioni di altissima classifica. Il suo rendimento si è "normalizzato" con FM, altrimenti sarebbe stato in grado di impensierire anche sua maestrà Lev Yashin.
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LILIAN THURAM - Dopo le ottime prestazioni nei primi tornei, Lilian si è confermato quale investimento sicuro sia come centrale, dove lele lo ha impiegato più spesso, che come terzino destro. Lo stesso non si può dire per i suoi compagni di reparto.
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FRANZ BECKENBAUER - Il Bonucci tedesco ce lo saremmo aspettati più in alto, ma ad onor del vero, a differenza del suo collega di reparto Bobby Moore, ci ha messo un po’ a trovare la dimensione giusta. Su Pes non è stato sempre irresistibile, tant’è che spesso ha convinto più come mediano che come centrale difensivo. Con il passaggio a FM ha dimostrato di essere il miglior leader difensivo in assoluto.
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JOSE SANTAMARIA - La stella uruguagia aveva iniziato il torneo un po’ in sordina. Anzi, diciamocelo pure chiaramente, nelle simulazioni effettuate con PES spesso e volentieri aveva tentato Bonaz di ricorrere a Fernando Couto

Con il passaggio a FM il miglioramento è stato a dir poco strepitoso. Vederlo all’opera in marcatura insieme a Cannavaro è stato uno dei migliori spettacoli difensivi, per quella che è stata probabilmente l’unica difesa a tre davvero degna di questo nome. Non vanno infatti dimenticate anche le qualità di Hierro.
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CRISTIANO RONALDO - Alla fine le qualità sono venute fuori. Inizialmente, a discrete/buone partite non seguivano numeri all’altezza. Strada facendo, specie quando ha trovato Nordhal ed Henry quali compagni di reparto, il suo rendimento si è impennato su livelli decisamente elevati. Con 12 reti e 10 assist è insieme a Cruyff; Baggio e Sivori, l’unico giocatore ad aver concluso in doppia doppia il torneo.
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JOSE’ LEANDRO ANDRADE - La maravilla negra, leggenda anni 30 che credo soltanto Goat, tra gli esseri viventi, ha visto giocare. Come il suo compagno di squadra Valentino Mazzola ci ha messo un po’ a carburare e trovare la giusta collocazione in campo, ma nella seconda metà del campionato è stato un vero trascinatore. Afdui ha collezionato talento, ha avuto ottime cose anche da Schnellinger, Baresi, Nesta, Van Basten, persino dalle più recenti aggiunte Causio e Conte, ma Andrade ha garantito costanza diventando un punto di riferimento insostituibile.
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LOTHAR MATTHAUS - Con Coluna, che merita almeno una menzione, ha formato uno dei migliori reparti mediani in assoluto. Eccellente in entrambe le fasi (come Coluna, ha segnato anche 7 reti) è stato il punto fermo attorno al quale, con alterne fortune, ha ruotato la stagione di Lebron. Una certezza granitica.
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RIVELINO - Ancora Ripper, per quella che è stata la chiave di svolta della sua stagione. Inizialmente trascurato, soltanto con l’arrivo del connazionale Manè è riuscito a vedere il campo con continuità, ripagando la fiducia con numeri da mvp, dimostrando a Ripper che la qualità delle ali può fare sfracelli anche senza una punta affidabile al 100%.. Tra gli esterni mancini, solamente Czibor ha probabilmente dimostrato qualcosa in più. Un concentrato di talento ed efficienza davvero molto, molto interessante.
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ROBERTO BAGGIO - L’attacco a quattro punte di Rico è diventato un vero trademark del torneo. Dietro ai 17 gol di Romario c’è anche l’estro e la magia del divin codino. 11 reti e 10 assist, tutti bellissimi, per un giocatore che è stato in grado, come nella realtà, di strappare applausi anche agli avversari. Una gioia per gli occhi.
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RAIMUNDO ORSI - Un altro di quei giocatori che solo Goat ha visto giocare quando da piccolo andava allo stadio a vedere la Juve

A lungo leader nella classifica degli assist, ha ceduto soltanto nel finale a mostri sacri della disciplina quali Torres e Garrincha, portandosi comunque a scuola tante altre leggende. Lebron ha basato su di lui gran parte della propria prolificità offensiva. Pur non essendo dotato di particolari mezzi atletici, ha dimostrato una tecnica davvero encomiabile, sia nello stretto, sia avendo spazi a disposizione di fronte a sè. Molto particolare e curioso da veder giocare.
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JOHAN CRUYFF - Chiudiamo con la prima scelta assoluta del torneo. Il leader della compagine orange di Frog. Una squadra con meno talento rispetto a molte rivali, che è riuscita a chiudere il girone d’andata al secondo posto, confermandosi comunque con pieno merito nella griglia per i playoff. Tra una canna e l’altra, sprazzi di grande calcio, anche se da lui sinceramente ci saremmo aspettati qualcosa di più. Ma Frog, lo sappiamo, è fatto così. A lui basta che i suoi tulipani siano belli fioriti
