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da joesox » 06/06/2013, 22:19
Shilton!
Cavoli!
Leggiti il libro!
Anzi poi me lo presti, sugli stadi ne ho un altro.
Anzi me lo compro.
Ma oggi c’è il draft da seguire, non ho tempo di scrivere!
Sono a pezzi, dopo due OT.
Porca miseria…
Ci sono tre ballpark storici, mitici per eccellenza, per regola, per destino, per sfiga.
Il podio: Wrigley Field, Fenway Park ed Ebbets Field. Due aperti nel 1912, uno nel 1913. Due sono ancora in piedi, il terzo non c’è più. Alcuni ne includono un quarto: Yankee Stadium. A ragione.
Ebbets Field vince l’oro.
Era a Flatbush, Brooklyn, ci giocavano i Dodgers, i Brooklyn Dodgers, the boys of summer. È durato solo 45 stagioni, esattamente come lo Shea Stadium, ma ha più storia di tanti altri edifici moderni.
Non c’erano solo quei tre, eh!
Yankee Stadium appunto, Polo Grounds, Shibe Park, Griffith Stadium, Sportsman’s Park, Forbes Field, Tiger Stadium, Cleveland Stadium, Braves Field, Comiskey Park, Crosley Field.
Sono tutti e quattordici.
The page "Negro leagues stadiums" does not exist.
Gli eroi, bianchi e neri, giocavano negli stessi stadi.
Era pazzesco.
Poi li hanno demoliti, ne hanno costruiti altri.
E poi sono andati in altre città.
Ma Ebbets Field vince l’oro perché è stato anche il testimone del 42.
E ho ritrovato questa storia che ho scritto cinque anni fa, magari alcuni l’hanno già sentita.
Piangevano le strade di Brooklyn.
I Dodgers se ne stavano andando. Quando vediamo i tifosi piangere, i loro visi attoniti, dopo una sconfitta, mentre stanno seduti con gli occhi lucidi, le mani che tengono su la testa, figure solitarie sulle tribune ormai deserte – pensiamo – c’è sempre l’anno prossimo.
Ed a Brooklyn la frase era diventata un vero motto, un rito che si ripeteva anno dopo anno. Wait ‘til next year!
Dopo ogni stagione finita in un altro dispiacere.
Ma questa volta non c’era nessun anno prossimo, non c’era nessuna speranza che i giovani ragazzi che avevano fallito potessero rifarsi e vincere nelle stagioni successive.
Questa volta era la fine.
Lo si dice spesso che e’ la fine ma non lo è mai veramente
Squadre si sono riprese da disastri sportivi ed hanno vinto di nuovo
Si sono riprese perfino da tragici incidenti aerei che le hanno annientate.
Non c’era mai stata una fine.
Questa volta lo era.
I Dodgers se ne andavano da Brooklyn.
Ed il biglietto era di sola andata.
Ora per quello che i Dodgers avevano rappresentato, per le sofferenze che avevano fatto passare ai loro tifosi, per le gioie – poche a dire il vero – per la rivalità con i Giants, per quella con gli Yankees (forse la rivalità interlega più forte mai esistita nel baseball) la cosa era impensabile, inimmaginabile.
Ma che cosa erano stati i Dodgers e soprattutto che cosa avevano fatto. La franchigia era arrivata nella National League dall’American Association nel 1890 ed aveva conquistato il cuore di tantissima gente. Erano dentro la loro pelle. Nel 1898 nasce New York City ma la gente di Brooklyn non è d’accordo, loro non si sentono di New York e loro hanno i Dodgers.
Quei Dodgers che avevano perso il pennant nel 1951, allo spareggio coi Giants, quelli del 1952, quelli del 1953, i ragazzi dell’estate. Quelli di Jackie Robinson, quelli di Roy Campanella, quelli che abitavano Ebbets Field.
E adesso – un volo di sette ore d’aereo e Brooklyn era Los Angeles.
Se la cosa fu solo un po’ strana per i giocatori, fu devastante per i tifosi. Un giocatore è abituato a cambiare città e colori, la sua carriera dura 5-10-15 anni e poi se ne torna a casa, ma un tifoso…un tifoso è anche un abitante di una città per tutta una vita, per 50-60-70 anni…e se la sua squadra del cuore se ne va?
Cosa fa?
Trasloca a Los Angeles? Qualcuno lo fece.
Tifa per gli Yankees? Mai! Nessuno le fece.
Tifa per i Giants? Fermi! Impossibile.
Se ne stavano andando anche loro, a San Francisco.
Queste persone restavano senza squadra e senza baseball!
Ma c’era una cosa che nessuno sarebbe mai riuscito a portare via a quella gente…il 1955.
Il ‘55 fu l’anno in cui iniziarono 10-0, poi 22-2 e non mollarono mai fino all’8 settembre quando vinsero la National League prima di ogni altra squadra nella storia. Finirono con 98 vittorie ed affrontarono per l’ennesima volta gli Yankees nelle World Series. I Dodgers avevano già perso le serie nel 1916, nel 1920, nel 1941, nel 1947, nel 1949, nel 1952 e nel 1953, le ultime cinque volte proprio contro gli Yankees.
Ma nel ’55…
Persero la prima partita 6-5 (nonostante Jackie Robinson fosse riuscito a rubare casabase a Whitey Ford e Yogi Berra). Persero garadue, 4-2, messi a nanna dal mancino Tommy Byrne.
Nessuno fino ad allora era mai riuscito a vincere le Serie rimontando da 0-2. Ma non mollarono neppure in quel momento.
Johnny Podres, il 30 settembre, il giorno del suo ventitreesimo compleanno, regalò a Brooklyn la prima vittoria nella serie, 8-3 ad Ebbets Field. In garaquattro e garacinque tre fuoricampo di Duke Snider segnarono altre due vittorie per i Dodgers, 8-5 e 5-3. Garasei andò di nuovo agli Yankees, 5-1 per Whitey Ford, mentre Snider si slogò una caviglia camminando su uno spruzzo per l’irrigazione allo Yankee Stadium. Si finì così a garasette.
Johnny Podres contro Tommy Byrne.
Podres disse “Datemi un punto oggi. È tutto quello che mi serve. Solo un punto.” Sarà di parola.
In vantaggio per 2-0 il manager di Brooklyn, WalterAlston, decise di inserire negli inning conclusivi Sandy Amoros come difensore, all’esterno sinistro e con due uomini sulle basi e Yogi Berra al piatto, la battuta di Berra volò proprio profonda a sinistra. Sembrava un doppio sicuro, a casa due punti, ma c’era Amoros.
Passo al presente, perché lui è ancora lì.
Sul campo sinistro, Ebbets Field.
Eccolo, corre veloce, si allunga e la pallina si infila dritta nel guanto. Un gran tiro a Pee Wee Reese, rilancio al prima base Gil Hodges che completa il doppio gioco. Gli Yankees restano con l’urlo strozzato in gola e non rimontano più.
Il 4 ottobre 1955 i Brooklyn Dodgers sono campioni del mondo per la prima volta. Sessantacinque anni di frustrazioni e scheletri negli armadi spazzati via per sempre.
Nel Borough di Brooklyn esplode il pandemonio.
Ebbets Field nel 1960 diventa una serie di condomini.
Ma a quella gente nessuno porterà mai via il 1955.
Ah, sul comodino ho Baseball Prospectus 2013
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