Contropelo ha scritto: Non che sia importante eh, ma è curioso come in questi casi il pubblico NBA non stia a guardare l'atto in sé, ma come reagisce il giocatore che subisce il gesto (come Artest su Harden). Ci si aspetta che per forza l'altra persona debba reagire con un calcio rotante staccando la testa allo "spintonatore", altrimenti è una checca, non è abbastanza uomo. E anche i metri che uno fa dopo la spinta non sono dovuti magari alla fisica, principalmente, o al fatto di essere colti alla sprovvista, ma proprio al "tasso di checcaggine". Peccato che niente di tutto questo abbia a che fare con lo sport, o con il basket in particolare, peccato davvero.
Un po' come la storia di Noah eroe nazionale, quando è evidentemente un giocatore che sì, va apprezzato per le sue qualità cestistiche, ma che evidentemente ha una testa calda come non se ne vedono tante in giro. E questo non andrebbe esaltato, come invece vedo fare a tanti tifosi ignorandone il perché. A me non piacciono gesti come quello di Noah su Andersen o di Mohammed su James, sia che li faccia il mio giocatore preferito sia che li faccia qualcun altro. Non hanno senso, non sono sportivi e non allontanano la prospettiva del "divano, pantofole e TV" per i giocatori che li fanno.
Non mi piace la retorica dello sport duro e di legnate, perché mi pare semplicemente ridicola se applicata al basket.
Punto di vista condivisibile ma forse un pò troppo utopico, nel senso che nello sport in generale sono sempre esistite squadre (ma anche singoli negli individuali) che per ovviare alla mancanza di talento la mettevano sulla grinta, sulla abnegazione, sul gioco sporco...e forse il basket è uno di quegli sport in cui il gioco sporco e le legnate si sposano maggiormente (magari adesso un pò meno, ma fino agli anni 90 i playoff NBA erano una guerra vera e propria, mica le scenette di oggi

Su Noah lo sappiamo tutti che è una testa calda...ma non è per questo che viene idolatrato dai tifosi dei Bulls, ma per la sua grinta, il suo spirito di sacrificio, il suo caricare la squadra e il pubblico, il mettere a disposizione il suo corpo per la squadra (anche l'anno scorso continuando a giocare dopo quella brutta distorsione contro Phila), tutti quegli intangibles che lo rendono un all-star senza avere vagonate di talento e che gli permettono per esempio di fare nella stessa stagione una tripla doppia punti-rimbalzi-assist e una punti-rimbalzi-stoppate.