10) Audition (1999, di Takashi Miike): tra i più prodotti più commerciali del genio miike, un film che per più di un'ora sembra insignificante e poi esplode in un finale maniacale.

9) Nightmare (1984, di Wes Craven): il film che ci ha reso uomini. insonni.
8) Freaks (1932, di Tod Browning): difficile descriverlo a parole. una delle più intense mazzate allo stomaco sperimentate nel corso della mia vita.
7) Shining (1980, di Stanley Kubrick): qui confido che il voto popolare ripari alla mia folle scelta di lasciarlo fuori dalla top5. clamorosa dissertazione della pazzia umana. nicholson esagerato.
6) Videodrome (1983, di David Cronenberg): missing the cut, ma veramente di poco. per me il miglior film di cronenberg dopo la mosca. geniale e visionaria analisi del media televisivo, avanti almeno un decennio rispetto a tutto il resto.

and now:
5) Profondo rosso (1975, di Dario Argento): confesso di averlo snobbato per anni, influenzato dagli ultimi film di argento. gli diedi una chance non troppo tempo fa, convinto da mio fratello, e ne rimasi incantato.
4) Il seme della follia (1995, di John Carpenter): tra le cose più vicine a un trip da acidi mai passate su uno schermo. disturbante, creativo, unico.
3) La casa (1981, di Sam Raimi): l'horror come dovrebbe essere. pauroso, ma chiaramente finto, quasi comico. il sequel è forse superiore, ma voto il primo per non disperdere voti a sto giro. ci sono più scene epocali qui che nell'intera produzione di un cineasta medio. vogliamo parlare di questa roba qui:
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=7EWY7OYUcB0[/youtube]
2) Cube (1997, di Vincenzo Natali): piccola perla a basso budget, girato praticamente in una sola stanza. è il film che mi ha fatto comprendere come il cinema non fosse per me solo intrattenimento, ma forse amore.

1) Lasciami entrare (2008, di Tomas Alfredson): clamoroso caso di film passato sotto silenzio solo perché non americano. thriller vampiresco di una raffinatezza che lascia sgomenti. ambientato in svezia, con paesaggi nivei e ovattati e due giovani attori che sembrano nati per essere ripresi da una telecamera.
ne esiste anche un remake americano che si chiama let me in (tradotto in italia blood story
