Bradipo ha scritto:Il contesto non c'entra, secondo me ovviamente. Quello è il loro lavoro (e per quanto chi è spettatore lo veda come sport, alla fine è un lavoro) e finchè uno gioca per una squadra, deve dare il 100% ogni singola volta che scende in campo (vedi Kobe o MWP, come diceva Wolviesix quando parlava di giocare con il cuore). Indipendentemente se domani lo scambiano o lo mettono in panchina. Perchè cos'ha fatto Kobe quest'anno? La squadra era "inutile" (sintetizzando ed estremizzando il concetto). E lui ne metteva 30 a sera per compensare. Se si parla di contesto allora Bryant avrebbe dovuto dire: <<non c'è squadra, da solo non posso vincere l'anello, quindi passo quest'anno a "riposo" facendo il minimo indispensabile per far vedere che non son qui per i soldi. Tanto è inutile impegnarsi per non vincere perchè gli altri non giocano>>. Ma non l'ha fatto. Perchè sapeva che impegnandosi, mandava un messaggio chiaro ai suoi compagni. E ci ha creduto fino in fondo. Alla fine è un lavoro. Se ti vogliono mandare via, può essere una ragione in più per impegnarsi. Dimostri che sei una persona che vale e, in caso di scambio, fai in modo che chi ti ha mandato via, "rosichi" per il resto della vita per quest'occasione persa.
Questo è il concetto che intendo io. OK essere un po' demoralizzati (e lo capisco). Ma non è una scusa per "afflosciarsi" per mesi. Perchè i giocatori possono essere scambiati tutti i giorni. Non rende? Lo si scambia con uno migliore. A quel punto allora non giochi più. Rischi di essere scambiato per una stagione sottotono. Giochi in una squadra che non vincerà quest'anno, quindi giochi male, tanto "chissene".
Un concetto che aveva detto Bill Russell in un'intervista, diceva più o meno così (a grandi linee):
<<Se qualcuno ti paga 5, tu lavora per un valore di 7. In questo modo, lui non potrà mai licenziarti (sarebbe un idiota uno che licenzia uno che rende 7 e paga 5). E te avrai sempre la tua opinione. Perchè lavori per 7 ma guadagni 5, puoi dire quello che vuoi senza che nessuno ti possa rimproverare niente>>.
Sì Bradipo, il tuo è un discorso più che giusto ma oggettivamente molto poco adattabile allo sport attuale. Si sa che i professionisti al giorno d'oggi sono pochi, e per professionisti intendo coloro che onorano il loro contratto e la maglia che indossano ogni secondo sul parquet. Ormai il giocatore per il rendere al 100% deve avere degli stimoli, delle motivazioni. E' ovvio che questa è una visione '' triste '' dello sport, ma per me ormai gira così.