http://www.terra.unimore.it/archivionews.php?id=1677
Questo è un interessante documento pubblicato dal DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA dell'università degli Studi di Modena e Reggio Emilia nel loro sito internet.
Crisi sismica: risposta alle domande frequenti
In occasione di questi terremoti, come nel caso di altri eventi simili, si sono diffuse una quantità impressionante di notizie del tutto prive di fondamento, che contribuiscono a creare disinformazione:
nessuna attività dell'uomo (sondaggi, perforazioni, prelievi di idrocarburi, prelievi di acqua ecc) può creare o indurre terremoti di intensità pari a quelli avvenuti. La profondità degli ipocentri dei terremoti registrati è generalmente superiore a 5-6 km, spesso oltre 10 km, e l'energia in gioco è tale da escludere qualunque possibile legame con attività umane.
Nella nostra pianura terremoti di intensità simile ci sono stati
anche in passato (vedi il terremoto interminabile e distruttivo di Ferrara e del ferrarese del 1570), anche quando le perforazioni per idrocarburi non esistevano. Fra l'altro le zone dove c'è attualmente un enorme prelievo di gas e petrolio (Arabia Saudita, Mare del Nord al largo della Norvegia) sono praticamente asismiche.
il fenomeno di "FRACKING" di cui si parla in molti commenti è una tecnica utilizzata in USA, Canada e solo marginalmente in nord Europa per lo sfruttamento di gas (metano) in sedimenti argillosi superficiali. Si tratta di gas disperso in modeste quantità nel sedimento, che in passato non veniva preso in considerazione, ma che ora può rappresentare una risorsa anche se modesta. Per aumentare il prelievo, si utilizzano tecniche di microfratturazione idraulica del sedimento. In alcuni casi questa tecnica crea una MICRO-sismicità che può essere problematica proprio perchè riguarda sedimenti piuttosto superficiali. In Francia infatti hanno sospeso le prime ricerche.
In Italia non esistono sedimenti che contengano metano sfruttabile in modo significativo (shale-gas) e quindi non ci sono al momento investimenti in questo tipo di ricerche. Inoltre nessuna di queste ricerche o sfruttamento può essere fatta "di nascosto" perchè richiedono impianti complessi e visibilissimi.
non esistono nel sottosuolo della nostra pianura "caverne, serbatoi o voragini". La sabbia che abbiamo visto fuoriuscire dalle fratture e dai pozzi viene dagli strati sabbiosi presenti nelle prime decine di metri di profondità del sottosuolo, trascinata dall'acqua per effetto della propagazione delle onde sismiche (vedi articolo sul sito del Dipartimento di Scienze della Terra)
Per finire, l'unico modo serio per far fronte a questi terribili eventi è fare in modo che le costruzioni e le infrastrutture siano costruite in modo idoneo e che ci sia una corretta conoscenza e classificazione sismica del territorio. Altrettanto importante è che la gente sia informata correttamente e non si diffondano notizie prive di fondamento che creano panico.
In più vorrei aggiungere alcune considerazioni.
Alcuni di voi hanno detto che le zone colpite dal sisma erano indicate con rischio sismico pari a 0. Come avevo già precedentemente detto in un mio
post alcune pagine fa, la zona di Modena-Ferrara-Reggio Emilia-Parma è classificata in un livello di pericolosità sismica medio-basso non pari a 0.
jayone ha scritto:
Non sarò un geologo ma scienze della terra l'ho studiata eccome e proprio per questo mi sento di poter dire che una scossa che si verifica in così poco tempo in una faglia diversa dalla prima NON è all'ordine di tutti i giorni.
Questo non è esatto, non è all'ordine di tutti i giorni un ripetersi così intenso delle scosse, anche perchè ogni terremoto ed ogni zona della terra è differente dall'altra, ma ci sono numerosi esempi che ci dicono invece che ciò è possibile. Infatti come dimostra anche il video postato da Angy(che ringrazio perchè non ero a conoscenza del video e questo si è rivelato molto interessante) in Giappone dopo il terremoto di magnitudo 9.0 dell'11 marzo 2011 ci furono tantissime scosse di elevata magnitudo compresa tra il 7 e l'8 per molto tempo e non tutte nella medesima faglia. Altro esempio è stato il terremoto che ha colpito non molto tempo fa l'Indonesia, per la precisione l'isola di Sumatra dove dopo una scossa di magnitudo 8.8 si è verificata dopo poche ore un'altra di magnitudo 8.4.
Per di più la zona colpita dal terremoto in queste settimane è una zona in cui nel 1500 le scosse si sono protratte per anni segno che la conformazione geologica di quel sottosuolo fa sì che una volta che si attivi una faglia le altre né risentano e si attivino anche loro scaricando la loro energia, accumulata in centinaia di anni, in un intenso sciame sismico.