E sempre per la serie "chi gli va appresso", oggi qualcuno ha postato questo su Facebook ed ho erroneamente cliccato... poi a quel punto me lo sono letto. Non sapevo che si fosse raggiunto un tale livello. Non citerò neanche il sito perché non credo che lo meriti:
Così Juventus e Milan stanno ricostruendo il sistema di potere sul calcio italiano
L’alleanza Juventus-Milan è tornata. Ed è tornata in fretta dopo lo strappo di Calciopoli in cui Luciano Moggi venne sacrificato da ambo le parti sull’altare di dinamiche industriali, politiche, finanziarie.
Il timore che, complice la necessità di ristrutturare il bilancio di Massimo Moratti, si debba assistere ad una nuova lunga fase di spartizione degli scudetti in serie A tra rossoneri e bianconeri è forte. E noi non abbiamo i mezzi nè la platea per denunciare in anticipo quello che sarà a tutti più chiaro tra qualche mese, forse anno.
Rispetto all’era Calciopoli si è deciso di non utilizzare più la manovalanza,seppur di grandi capacità e con pochi scrupoli, incarnata perfettamente dall’ex ferroviere di Monticiano che, grazie alo scudo degli Agnelli, si era ritagliato una fetta di potere enorme che ha finito per travolgerlo.
Stavolta si sono mossi i numeri uno, le proprietà, i dirigenti più in vista, che possono contare non tanto e non solo sui soldi delle proprietà, ma sull’amicizia interessata di presidenti che hanno tutto l’interesse ad assecondare la restaurazione perchè ne trarrebbero benefici per le loro attività personali.
Sono cinque gli ambiti in cui Juventus e Milan stanno operando per riprendersi il controllo del calcio italiano.
LEGA CALCIO. Il presidente Beretta era pronto a farsi da parte perchè aveva accettato un ruolo di primo piano in una banca italiana. Ma Galliani e Agnelli, spinti da Elkann e Berlusconi, gli hanno chiesto di restare per traghettare la Lega verso una nuova governance in cui personaggi come Lotito, Preziosi, Zamparini possano entrare in Consiglio e far pendere la bilancia verso una parte ben definita. Troppo importante la suddivisione dei diritti tv del futuro, la questione stadi, l’approvazione del nuovo codice di giustizia sportiva per accettare un manager esterno non controllabile. Ad opporsi Inter e Napoli, Moratti e De Laurentiis, che hanno dato battaglia rinviando l’elezione del presidente del Genoa fino a quando sarebbe entrato in vigore il codice etico (ieri) che impedisce a chi è stato condannato per alcuni reati di avere un incarico istituzionale in ambito sportivo.
CALCIOPOLI. E’ nota la posizione del Milan, ma anche di Fiorentina e Lazio, su Calciopoli e sulle responsabilità juventine. Hanno cercato in tutti i modi di far passare una interpretazione dei fatti nella quale l’Inter fosse equiparata alle condannate dai processi sportivi e penali con una azione concentrica dei media di regime. Non ci sono riusciti perchè si sono scontrati con le ragioni del diritto. Finora. Ma è noto anche come Agnelli e Galliani siano gli ispiratori di una riforma del codice di giustizia sportiva che abbatta il totem della responsabilità oggettiva delle società per i comportamenti fraudolenti dei propri tesserati. L’intento è chiaro: gli stallieri si potranno finalmente sacrificare senza essere coinvolti…
MERCATO. L’avvicinamento di Preziosi a Galliani e Agnetti è nei fatti, basta citare solo l’operazione Immobile oppure Boateng, Merkel, El Shaarawy. Ma come dimenticare il pagamento della metà di Viviano di Zamparini, 5 milioni cash, a gennaio al Genoa che avrebbe girato quei soldi al Milan per pagare il prestito, poi saltato, di Tevez? Come dimenticare il no secco dell’Atalanta all’Inter per Schelotto in prestito con diritto di riscatto ad inizio gennaio e la cessione all’ultimo giorno di Padoin alla Juve con la stessa formula e con un bonus in caso di scudetto con l’ultima di campionato in programma proprio tra bergamaschi e torinesi?
MEDIA. Basta dare una occhiata sui quotidiani sportivi per capire la diversità di trattamento in caso di errori arbitrali ai danni di Juve, Milan e partner strategici fissi o occasionali oppure ai danni dell’Inter. Senza contare il costante travisamento della realtà anche in occasione di operazioni di mercato come quella di Tevez.
ARBITRI. Milan e Juve vorrebbero porre l’Associazione italiana Arbitri sotto l’influenza diretta della Lega e non della Federazione. Con effetti devastanti per l’imparzialità degli stessi.
Vedremo se Moratti potrà o vorrà trovare le contromisure per evitare di far ripiombare la sua Inter nel Medioevo calcistico in cui la competizione era truccata e le centinaia di milioni che spese per vincere divennero argomento preferito per le barzellette su di noi.
Una alleanza politica e strategica con Napoli e Roma pare l’unica soluzione nell’immediato per contrastare il freddo vento della restaurazione biancorossonera.
Tralasciando tutto, farei notare che nelle leghe più professionistiche al mondo (quelle americane, ma anche il baseball giapponese per esempio) gli arbitri siano professionisti stipendiati dalla lega (ossia da tutte le squadre) e non dilettanti forniti dalla federazione. Inoltre non si capisce perché, se gli arbitri vengono stipendiati da tutte le squadre, il loro operato debba essere meno imparziale dello scenario attuale. Ma diciamo che non è l'unica cosa che faccia acqua in questo discorso. Purtroppo fa proseliti evidentemente.