Ad ogni modo, resoconto minimal degli ultimi 5 giorni di vita nippo.
Lascio Nagasaki e arrivo a Yame, piccola cittadina nella prefettura di Fukuoka, campagna inoltrata. Vengo accolto dai genitori del mio ex boss al ristorante giapponese qui a Milano. In comune abbiamo l'aver visto Sanpei alla tv e un paio di parole giapponesi (tutte riferite a cibarie), null'altro. Ne nasce comunque uno strepitoso soggiorno in cui ho imparato un bel po' di giapponese e ho assaporato un po' di vita tradizionale giapponese.
Qualche foto.
Aso-San, vulcano semi attivo:

Famiglia al completo:

Shiho-chan, cugina del mio ex boss, con cui ho fatto un day trip a Dazaifu, un antica città considerata la piccola Kyoto. Qui la mia compagna di viaggio stava provando a girare l'okonomiyaki:

Un meraviglioso giardino zen:

Momenti più incredibili del soggiorno:
- ogni singola conversazione con oto-san e oka-san (papà e mamma);
- la prima sera: sappiamo che sei vegetariano. perfetto, sashimi di tonno;
- lo sproposito di shochu (grappa di patate) ingollato tutte le sere, in particolare in quella ritratta nella foto. Segnalo che il vecchio era competitivo, ma tale Yoshiki (marito della figlia) era semplicemente inarrivabile;
- Aso-san e l'odore di zolfo;
- il bagno (o-furo) prima di andare a letto, sempre da ubriaco. E addormentarsi felice.
Contrappunto di queste splendide giornate l'aver scoperto, ieri alla stazione di Hainuzuka, che avevo lasciato il mio Rail Pass nella tasca dei jeans prima di metterli in lavatrice. Risultato: tanti minuscoli pezzettini di carta. Ho letteralmente buttato duecento euro e non è che al momento navigo proprio nell'oro. Non bastasse questo sono arrivato a Kyoto e nevicava.
Tutti segnali che mi portano a pensare di dover tornare a casa nel breve termine.