Mi sa che l'avevo già postata in passato, ma non potevo non inaugurare il nuovo filone con un film che non fosse questo...
Titolo:
La Mosca
Titolo originale: The Fly
USA 1986
Colore 96 minuti
Regia: David Cronenberg
Interpreti: Jeff Goldblum, Geena Davis, John Getz.
L'elemento secondario è Non-Brundle.
Difficile cercare di analizzare il cinema di Cronenberg senza scriverne pagine e pagine. Ma se dovessi scegliere un film che rappresenti in pieno la sua poetica e il suo talento visionario non avrei alcun dubbio. La Mosca non è un semplice horror, non è un film splatter, non è un thriller psicologico, anzi a dirla tutta è un semplice remake. Ma che remake, signori!
Il regista canadese prende infatti il celebre film “L’esperimento del dottor K.” di Neumann e ne realizza un rifacimento straordinario, in cui ogni secondo vive e respira aria tipicamente cronenberghiana. Tutte le tematiche a lui più care sono qui presenti e portate ai massimi livelli, in un crescendo di tensione che si snoda lungo tutto il film fino all’epico indimenticabile finale.
Il protagonista è Jeff Goldblum, probabilmente nella sua miglior interpretazione: il geniale scienziato Seth Brundle. Un uomo che ha dedicato la sua vita alla fisica, conseguendo grandi scoperte ma senza ancora riuscire a raggiungere il successo. Finché non realizza “qualcosa che cambierà il mondo”.
Inutile dire che le cose non andranno come previsto.
Non voglio svelare nient’altro sulla trama, ma vi posso già anticipare che gli esiti saranno inaspettati e spaventosi.
Un normale film horror? No di certo. Qui si parla di un capolavoro assoluto, che miscela sapientemente vari generi in un cocktail adrenalinico e raccapricciante, coinvolgente e disturbante, ma che soprattutto stimola a riflettere. Volendo semplificare, si potrebbero riassumere il tutto in una storia d’amore triste e tormentata, una storia d’amore che le circostanze rendono impossibile, addirittura pericolosa. Oppure si potrebbe scegliere l’interpretazione polemica, si potrebbe scorgere un attacco certo non troppo velato verso la scienza e l’utilizzo spregiudicato che troppo spesso l’uomo fa di essa. Ironico il fatto che lo stesso Jeff Goldblum qualche anno dopo sarà lo Ian di Jurassic Park, il matematico che tanto teme l’utilizzo ingiustificato della scienza.
Ma il tema fondamentale è un altro: la CARNE, o meglio l’ossessione per essa. Tematica tanto amata da Cronenberg e più volte analizzata nella sua filmografia, tanto da poter essere considerata senza timor di smentita uno dei cardini irremovibili della poetica del canadese. La carne e la scienza, il corpo umano e il fattore estraneo, la contaminazione e la metamorfosi. Un processo inesorabile e terrificante, che Seth è costretto a vivere sulla propria pelle senza poter far nulla per limitarlo, con disgusto e scientifico interesse allo stesso tempo.
Gli effetti speciali sono a dir poco stupefacenti, perfetti nel descrivere tutti i piccoli mutamenti di un corpo umano ormai irrimediabilmente corrotto, le struggenti musiche di Howard Shore sono indimenticabili, la fotografia è eccezionale e perfetta nel creare una sensazione “da incubo”. Incubo, a proposito. Perché è di questo che si parla. Di un incubo terribile da cui non c’è via di scampo, di una lenta e graduale discesa negli inferi, un processo inarrestabile a cui neppure l’amore si può opporre.
Il termine "Capolavoro", spesso fin troppo abusato, è in questo caso riduttivo.