Emmanuelle ha scritto: Hanif Kureishi, Intimità. Magari non leggetelo se siete in crisi con la vostra compagna, ma..Lettura molto, molto piacevole.
La sua inesistenza rende il tutto molto più facile :D
Emmanuelle ha scritto: Hanif Kureishi, Intimità. Magari non leggetelo se siete in crisi con la vostra compagna, ma..Lettura molto, molto piacevole.
nefastto ha scritto: Appena finito "Il sangue dei vinti" di Pansa. Il libro nasce dalla lodevole idea di raccontare il lato oscuro della liberazione ma a lunghi tratti si trasforma in una sequenza di date, luoghi e nomi che trasformano il libro in una sorta di lista della spesa. Resta sicuramente interessante per il tema trattato.
Spree ha scritto: Bah.
Un pamphlet pseudostorico maldocumentato - sono usate poche fonti, praticametedi un solo tipo, senza uno straccio di analisi incrociata né di attenzione alle problematiche di esegesi, e senza l'attenzione necessariamente dettagliata alla letteratura scientifica sull'argomento - e malscritto - come dice anche Nef. In più, non apporta nulla di nuovo alla conoscenza storica del periodo (vedasi, scritto almeno 10 anni prima, "Una guerra civile" di Claudio Pavone), ma serve soltanto a, nell'ansia di fama e di denaro, provocare facendo vedere che "si sa cambiare posizione" e a cavalcare l'onda revisionista che invade l'Italia.
Uno dei libri che più mi hanno infastidito degli ultimi anni. Neppure inutile, dannoso perché si presenta - almeno implicitamente - come libro storico quando non lo è per niente.
lele_warriors ha scritto: mi auguro vi tirino sotto a voi senza motivo
IL Poz ha scritto: Ah se c'è Brusmit non vengo.
Beh raccontare una parte della storia non vuol dire rivedere o cancellare l'altra. Inoltre lo stesso Pansa dice chiaramente di non voler far passare il suo libro come un documento storico quanto come uno spunto per una discussione. Il problema è che, come dici tu, implicitamente una parte lo presenta come un libro storico. E all'autore indubbiamente ha fatto comodoSpree ha scritto: Bah.
Un pamphlet pseudostorico maldocumentato - sono usate poche fonti, praticametedi un solo tipo, senza uno straccio di analisi incrociata né di attenzione alle problematiche di esegesi, e senza l'attenzione necessariamente dettagliata alla letteratura scientifica sull'argomento - e malscritto - come dice anche Nef. In più, non apporta nulla di nuovo alla conoscenza storica del periodo (vedasi, scritto almeno 10 anni prima, "Una guerra civile" di Claudio Pavone), ma serve soltanto a, nell'ansia di fama e di denaro, provocare facendo vedere che "si sa cambiare posizione" e a cavalcare l'onda revisionista che invade l'Italia.
Uno dei libri che più mi hanno infastidito degli ultimi anni. Neppure inutile, dannoso perché si presenta - almeno implicitamente - come libro storico quando non lo è per niente.
BruceSmith ha scritto: la snai aveva cancellato le quotazioni di un post di spree sull'argomento. :D
però non ho capito una cosa: Pavone è un "revisionista"? perchè se non lo è, non lo è nemmeno Pansa.
sempre sul concetto di revisionista: se si tratta di cose già note, si può parlare di revisionismo o lo si fa per dare una accezione negativa (revisionismo = male)?
Spree ha scritto: Partiamo con la seconda:
No, non necessariamente. Io stesso, nelle mie posizioni sul periodo storico di cui mi occupo (grosso modo, 4° - 8° secolo) sono revisionista. Revisionismo, in sé, significa semplicemente cercare di gettare una nuova luce, rianalizzare, eventi o fatti che sono tendenzialmente considerati come compresi dal pensiero strico dominante.
Nello specifico caso della resistenza italiana, però (come in quello della shoah che ebbe come protagonista il celebre Irving), il termine revisionismo viene usato da molti - e da me in particolare - per indicare la tendenza non professionale, cioè non propria degli storci, ma di una parte del mondo politico e dell'opinione comune, a sostenere che 1)la ricerca storica è inevitabilmente schierata a sinistra. Tutti i professori di storia sono comunisti o ex-comunisti e quindi di quello che scrivono non ci si può fidare. 2)le scelte di campo fatte nel 1943-1945 hanno lo stesso valore morale. Ecco, in questi termini la parola revisionismo ha valenza negativa.
lele_warriors ha scritto: mi auguro vi tirino sotto a voi senza motivo
IL Poz ha scritto: Ah se c'è Brusmit non vengo.
BruceSmith ha scritto: grazie della spiega
però, detta in quel modo, sembra che Pansa e Irving abbiano qualcosa in comune... non si parla di negazionismo in quel caso?
riguardo al punto 2, non mi sembra sia la tesi di Pansa.
ad ogni modo Pansa dimostra ampiamente che non si può discutere sulla resistenza. non lo dico a te, ma faccio riferimento ai vari episodi di violenza\intimidazione accaduti.
SafeBet ha scritto: La Solitudine dei numeri primi?
nefastto ha scritto: a me non ha particolarmente impressionato. Scritto bene, scorrevole ma non mi ha "dato niente".
SafeBet ha scritto: A me invece forse ha dato troppo
Boh, è il classico libro che finisco e non capisco perché me lo sono bevuto in due notti. Ha questi due personaggi eccessivi (per sottrazione) e talvolta odiosi, con cui ho tentato una disperata empatia. Forse alla fine con Mattia ci sono anche riuscito.
L'hai trovato inverosimile?
Io devo ancora rielaborarlo.
dreamtim ha scritto: ma secondo voi fate brutta figura se siete costretti a rivelare da una serie sfortunata e consequenziale di eventi che il libro che avete preferito in assoluto è "bar sport" di S.Benni?
"costretto" anche a prestarlo poi, temo nella figura da cioccolataio.
Eppure senza leggere 1-2 volte l'anno; Viva Piva
non posso stare.
parblè.
edit; a margine Stefano Benni è un genio.