A un certo punto mi si presenta un collega, con un'espressione assolutamente irritata, e mi mette al corrente di una nefasta notizia: abbiamo un compito da svolgere. "Cazzo" penso "è una palla, ma almeno ci passiamo il tempo".
La mia azieda è in fase di rinnovamento e occorreva immediatamente l'intervento di forti braccia per spostare uno di quegli scaffali dove di solito vengono tenuti schedari e incaratmenti vari ma che da noi si usa per cose ben più futili. Arrivo sul posto e subito analizzo lo scaffale. Senza sportelli, telaio in metallo indecente e sponde posteriori in compensato ignobile. Quattro campate, due davanti e due dietro. Troppo grosso, dobbiamo smontarlo.
Io e il mio socio, bestemmiando allegramente, cominciamo a smontarlo e a deridere le aziende malmesse delle quali i campioni di stampa ci finiscono tra le mani. Parmalat e Alitalia sono quelle che più scatenano ilarità in noi. Metto da parte una piccola bobina che ha fornito incartamenti per un farmaco contro la diarrea prodotto nella Repubblica del Ruanda. Storico.
A un certo punto il mio socio comincia a ridere e, dal fondo di uno degli spazi dello scaffale, tira fuori "Le ore Extra - mensile". I più giovani non sapranno cosa sia, ma quando ero ragazzetto dalle nostre parti Le Ore era un must. Giornale porno al massimo, foto di trombate selvagge, racconti inverosimili di avventure amorose, lesbo, ammucchiate, sperma ovunque... insomma, il mensile più amato dai porcelloni segaioli fino a qualche anno fa (temo non esca più, i segaioli preferiscono i videobank, molta più privacy). Ricordo che da monello me lo procuravo profittando di una centoseienne edicolante che spesso il figlio abbandonava in edicola da sola; le porgevo la rivista e lei, senza accorgersi della maialona che stava in copertina, leggeva il prezzo e me lo comunicava. Io e il mio amico del cuore del periodo volevamo un gran bene a quella vecchietta che, inconsapevolmente, ha più volte rischiato il carcere per colpa nostra. Ma questa è un'altra storia.
Dopo che abbiamo terminato di interrogarci su chi potesse essersi rifugiato in quel posto per una sana melona diurna (lo scaffale sta su un soppalco, in una specie di sgabuzzino che vede il passaggio di esseri umani una volta ogni due mesi), lascio il mio socio al lavoro e mi abbandono ad una sana lettura. Sfoglio con rapidità le prime pagine e subito trovo quello che cercavo, il mitico angolo della posta. La mia attenzione è subito catturata da una missiva che come titolo recita "Una gran vacca".
Domani proverò a recuperare il numero e, se possibile, scriverò il testo integrale perchè merita davvero, ora mi limiterò a riferirvi in base alla mia memoria i punti caldi della lettera inviata all'esperta del mensile.
Iniziava più o meno così:
"Carissima (nome della tizia della posta) da sempre amo prendere il pene (uso io questo termine), lo amo ovunque, in bocca e in **** (con la C! :pollicesu: ), ed anche in ****." La tipa ha avuto un sacco di uomini e non ha posto limiti alle loro richieste. Bene così.
Subito dopo aver letto queste righe mi sono acceso una sigaretta e immediatamente mi sono rituffato nel racconto. E qui arriva la domanda che a tutti voi rivolgerò e per cui è stato aperto questo inutile topic.
La ragazza in questione si era messa da qualche mese con un tizio dal petto villoso (cit.), con un membro favoloso (cit.) che la s*****a alla grande (cit.)
eccetera....
Ma la cosa che usava meglio questo uomo nato per far sesso era, udite udite, la lingua. Le descrizioni di come si comportasse tra le gambe di lei meglio saltarle, anche se le citazioni meritovoli sarebbero tantissime. Dopo aver descritto ogni mossa dello stallone che si ritrova tra le mani (e non solo pare...), la ragazza dice di essersi confidata cone le amiche, le quali, stupide, l'hanno definita "una gran vacca". La tizia si chiede se è davvero così che debba essere definita una brava ragazza che, in fondo come tutte, ama il sesso ben fatto. Certo, aggiungo io, se leggi Le Ore Extra meriti anche di peggio, ma si sa... queste lettere sono purtroppo fasulle.
Baci, saluti e abbracci.
La risposta della redattrice è chiara è decisa: gran vacca è palesemente un sinonimo di una donna che adora il sesso e sa divertirsi come si deve. E poi sei sicura che non siano invidiose perchè non si divertono quanto te?
La mia domanda è: è possibile diffondere questa scuola di pensiero in modo tale da evitare di passare per cafoni o essere malmenati quando ad una giovane donzella si rivolgerà tale appellativo? Oppure le donne resteranno le solite retrograde e, come sempre, fingeranno di non capire che in fin dei conti è un complimento, cribbio (cit.). Se siete favorevoli pensate che si potrebbe cominciare a diffondere questa scuola di pensiero già dal meeting di Padova? Penso che in Piazza delle Erbe il tutto sarebbe molto gradito. Come dite, il topicfa cagare? Ma se ho censurato ogni parolaccia per dio!
Grazie per l'attenzione.
