Dopo aver strappato i quaderni dalla bocca del mio cane...
Come già accennato, ahimè, non sono una grande esperta di letteratura, per cui posso offrire le mie competenze in fatto di lingua. A tal proposito, ringraziando il Prof. Sinelli per l'occasione concessami, presento in questa sede un'iscrizione parietale di Pompeii (primi secoli a.C.):
libarius verecunnus
L'iscrizione, tradotta dagli studiosi stranieri (che, come sappiamo, hanno un
sense of humour ben diverso dal nostro..) come "il focacciaio Verecondo [offre pane sacrificale]", è in realtà giocata sull' ambiguità del termine
Verecunnus, dove parrebbe di primo acchito che sia stata operata un'assimilazione del nesso
nd>
nn, ma in realtà al nostro focacciaio piaceva..ehm, lo avete capito!
Il termine
libarius, tradotto con "focacciaio", indica propriamente "colui che fa il pane". La radice della parola è *
khleibh-, che in latino diventa
lib-:
kh- iniziale cade, il dittongo
ei si monottonga in
i lunga, e
bh>b. Il termine corrisponde al germanico
hlaif, hlaibis, "pane" (anche se nelle lingue moderne a base germanica il termine è stato sostituito, vd. ing.
bread, ted.
brot).
Questo era un piccolo saggio di lingua per mostrarvi: a) come Emmanuelle sia speciosa; b) come anche a Pompei la gente si divertiva...eccome! E si insultava pure:
mentula es
Altra iscrizione parietale di carattere ludico. La parola
mentula ha subìto chiusura della prima vocale, che da
e passa ad
i, sincope della vocale
u all'interno di parola, e il nesso restante -
tl->kj, come accade anche per il gruppo -
cl- (es. speculus>speclus>specchio, situla>sitla>secchia).
La traduzione dell'iscrizione, quindi, sarebbe:
"sei un minchione"
Bene! E' l'ora dell'intervallo, mi chiudo in bagno a fumare una sigaretta!