La biblioteca calcistica (e non)
Inviato: 28/02/2017, 11:42
Apro questo topic per condividere letture inerenti al mondo del calcio (per me si potrebbe anche allargare agli altri sport).
Spero possa interessare a molti
LOCOS POR EL FUTBOL, Carlo Pizzigoni

Sedersi in un caffè di Buenos Aires, Montevideo, Rio de Janeiro, Bogotá, Lima, Caracas, e ammirare il mondo intorno, attraverso un pallone da fútbol. Se con Federico Buffa aveva scritto "Storie mondiali", qui Carlo Pizzigoni si concentra sul Sudamerica, seguendo la stessa modalità di racconto che abbraccia sport, società, storia e umanità. "Locos por el fútbol" è un atto d'amore per il Subcontinente, dove non è nato il calcio, ma qualcosa di più importante: la passione per il calcio. Carlo Pizzigoni ci racconta, Paese per Paese, Divinità per Divinità, storie di campo, di calciatori, di campioni e di grandi allenatori, che qualche volta hanno anticipato idee poi affermatesi in Europa. Dalla "Máquina" del River Plate, dall'Argentina di Bielsa, dal grande Brasile del '70 e di quello dell'82, fino alla celebrazione dell'unicità dell'Uruguay, della Colombia di Maturana e del Cile di Sampaoli. Senza dimenticare di indagare le vite dei protagonisti, da Leo Messi a Neymar, da Arturo Vidal a Luis Suàrez, da Valderrama ad Andrés Escobar, da Pelé a Maradona, fino a Pepe Schiaffino. Come scrive nella postfazione Daniele Adani "il calcio non potrà mai fare a meno di due cose: talento e passione." In questo libro si respirano entrambi, si respira il Sudamerica. Prefazione di Federico Buffa.
STORIE MONDIALI, Federico Buffa - Carlo Pizzigoni

"Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio": Federico Buffa e Carlo Pizzigoni hanno avuto ben presente la lezione di José Mourinho nello scrivere le dieci storie della serie andata in onda su Sky, mentre i tifosi aspettavano l'inizio del Mondiale 2014. Dieci avventure che in questo libro diventano un racconto inedito ed entusiasmante della vita, dello spettacolo e delle emozioni che ruotano attorno al pallone. Si comincia con la sconfitta più amara della storia calcistica, quella del Brasile contro l'Uruguay, al Maracanà, nel 1950, e si finisce con la più bella vittoria dell'Italia, quella del mundial spagnolo del 1982, con l'indimenticabile urlo di Tardelli e l'esultanza di Pertini nella tribuna d'onore. Tra le due, ritornano le veroniche di Cruijff e i colpi di testa di Zidane; il mitico rigore in movimento con cui Rivera, nel 1970, chiude 4 a 3 la partita con la Germania e i rigori sbagliati da Baresi e da Baggio contro il Brasile nel 1994; le notti magiche di Italia '90 e, naturalmente, la Mano de Dios di Maradona, che vendica l'orgoglio della sua Argentina ferito dagli inglesi nell'assurda guerra delle Malvinas. Azioni indimenticabili viste mille volte, ma mai vissute come in queste pagine che, rievocando le musiche, le atmosfere, gli eventi politici e i fatti di cronaca legati ai mondiali, celebrano l'incanto del gioco più bello del mondo.
LA MIA RIVOLUZIONE, Johan Cruyff

Lungo tutta la sua carriera Johan Cruyff è stato sinonimo di calcio totale, profeta di una nuova religione calcistica che unisce ordine e creatività, forza fisica e cervello, tradizione e rivoluzione. Capelli lunghi modello beat generation, idee libere e temperamento ribelle, quella del Pelé bianco è una storia straordinaria che parte dalla periferia di Amsterdam e arriva dritta all’olimpo del calcio: Cruyff entra giovanissimo nell’Ajax e con la maglia della squadra olandese vincerà tre Coppe dei Campioni consecutive prima di passare al Barcellona nel 1973 per una cifra record. Grazie a lui in quella stagione i blaugrana tornano a vincere la Liga dopo quattordici anni. Tre volte Pallone d’Oro, nel 1974 guida la nazionale olandese alla finale dei mondiali contro la Germania Ovest. Dopo essersi ritirato nel 1984, porta la rivoluzione sulle panchine di Ajax e Barcellona e con la sua filosofia influenzerà generazioni di allenatori a venire. Nel 1997 ha dato vita alla Cruyff Foundation che promuove progetti sportivi per i più giovani. In La mia rivoluzione Cruyff si racconta con l’umorismo e l’onestà che l’hanno sempre contraddistinto e consegna alla sua autobiografia la storia di un’incredibile eredità.
A UN PASSO DAL PARADISO, Fabrizio Tanzilli

Dopo averci raccontato nello "Spazio della libertà" il viaggio nel tempo dell'idea fondante del calcio moderno, Fabrizio Tanzilli ci guida ora nell'esplorazione della turbolenta e affascinante realtà calcistica dei Balcani, sviscerando la vera anima del football figlio di una regione che da sempre vive nella complessità, e spesso ne rimane vittima. Il calcio slavo, soprattutto dal dopoguerra in poi, è questo: un movimento che combatte con eleganza e in punta di fioretto, esprimendo un estro geniale e inimitabile, ma è sempre costretto a scontrarsi con un destino drammatico. Un percorso sinusoidale che va dalle prime brillanti prove della Nazionale slava negli anni Cinquanta all'età dell'oro del decennio successivo, passa dalla talentuosa generazione balcanica che porta in cielo la Stella Rossa di Belgrado nel 1991 e culmina tragicamente nella disgregazione della Jugoslavia, che coincide con il beffardo Campionato Europeo del 1992. Ecco a voi quindi, i brasiliani d'Europa: romantiche e fantasiose vittime del tempo, sempre pronti a concepire e produrre gioco nella loro inebriante maniera, per soccombere poi agli umori del fato, a un passo dal paradiso.
Spero possa interessare a molti

LOCOS POR EL FUTBOL, Carlo Pizzigoni

Sedersi in un caffè di Buenos Aires, Montevideo, Rio de Janeiro, Bogotá, Lima, Caracas, e ammirare il mondo intorno, attraverso un pallone da fútbol. Se con Federico Buffa aveva scritto "Storie mondiali", qui Carlo Pizzigoni si concentra sul Sudamerica, seguendo la stessa modalità di racconto che abbraccia sport, società, storia e umanità. "Locos por el fútbol" è un atto d'amore per il Subcontinente, dove non è nato il calcio, ma qualcosa di più importante: la passione per il calcio. Carlo Pizzigoni ci racconta, Paese per Paese, Divinità per Divinità, storie di campo, di calciatori, di campioni e di grandi allenatori, che qualche volta hanno anticipato idee poi affermatesi in Europa. Dalla "Máquina" del River Plate, dall'Argentina di Bielsa, dal grande Brasile del '70 e di quello dell'82, fino alla celebrazione dell'unicità dell'Uruguay, della Colombia di Maturana e del Cile di Sampaoli. Senza dimenticare di indagare le vite dei protagonisti, da Leo Messi a Neymar, da Arturo Vidal a Luis Suàrez, da Valderrama ad Andrés Escobar, da Pelé a Maradona, fino a Pepe Schiaffino. Come scrive nella postfazione Daniele Adani "il calcio non potrà mai fare a meno di due cose: talento e passione." In questo libro si respirano entrambi, si respira il Sudamerica. Prefazione di Federico Buffa.
STORIE MONDIALI, Federico Buffa - Carlo Pizzigoni
"Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio": Federico Buffa e Carlo Pizzigoni hanno avuto ben presente la lezione di José Mourinho nello scrivere le dieci storie della serie andata in onda su Sky, mentre i tifosi aspettavano l'inizio del Mondiale 2014. Dieci avventure che in questo libro diventano un racconto inedito ed entusiasmante della vita, dello spettacolo e delle emozioni che ruotano attorno al pallone. Si comincia con la sconfitta più amara della storia calcistica, quella del Brasile contro l'Uruguay, al Maracanà, nel 1950, e si finisce con la più bella vittoria dell'Italia, quella del mundial spagnolo del 1982, con l'indimenticabile urlo di Tardelli e l'esultanza di Pertini nella tribuna d'onore. Tra le due, ritornano le veroniche di Cruijff e i colpi di testa di Zidane; il mitico rigore in movimento con cui Rivera, nel 1970, chiude 4 a 3 la partita con la Germania e i rigori sbagliati da Baresi e da Baggio contro il Brasile nel 1994; le notti magiche di Italia '90 e, naturalmente, la Mano de Dios di Maradona, che vendica l'orgoglio della sua Argentina ferito dagli inglesi nell'assurda guerra delle Malvinas. Azioni indimenticabili viste mille volte, ma mai vissute come in queste pagine che, rievocando le musiche, le atmosfere, gli eventi politici e i fatti di cronaca legati ai mondiali, celebrano l'incanto del gioco più bello del mondo.
LA MIA RIVOLUZIONE, Johan Cruyff

Lungo tutta la sua carriera Johan Cruyff è stato sinonimo di calcio totale, profeta di una nuova religione calcistica che unisce ordine e creatività, forza fisica e cervello, tradizione e rivoluzione. Capelli lunghi modello beat generation, idee libere e temperamento ribelle, quella del Pelé bianco è una storia straordinaria che parte dalla periferia di Amsterdam e arriva dritta all’olimpo del calcio: Cruyff entra giovanissimo nell’Ajax e con la maglia della squadra olandese vincerà tre Coppe dei Campioni consecutive prima di passare al Barcellona nel 1973 per una cifra record. Grazie a lui in quella stagione i blaugrana tornano a vincere la Liga dopo quattordici anni. Tre volte Pallone d’Oro, nel 1974 guida la nazionale olandese alla finale dei mondiali contro la Germania Ovest. Dopo essersi ritirato nel 1984, porta la rivoluzione sulle panchine di Ajax e Barcellona e con la sua filosofia influenzerà generazioni di allenatori a venire. Nel 1997 ha dato vita alla Cruyff Foundation che promuove progetti sportivi per i più giovani. In La mia rivoluzione Cruyff si racconta con l’umorismo e l’onestà che l’hanno sempre contraddistinto e consegna alla sua autobiografia la storia di un’incredibile eredità.
A UN PASSO DAL PARADISO, Fabrizio Tanzilli

Dopo averci raccontato nello "Spazio della libertà" il viaggio nel tempo dell'idea fondante del calcio moderno, Fabrizio Tanzilli ci guida ora nell'esplorazione della turbolenta e affascinante realtà calcistica dei Balcani, sviscerando la vera anima del football figlio di una regione che da sempre vive nella complessità, e spesso ne rimane vittima. Il calcio slavo, soprattutto dal dopoguerra in poi, è questo: un movimento che combatte con eleganza e in punta di fioretto, esprimendo un estro geniale e inimitabile, ma è sempre costretto a scontrarsi con un destino drammatico. Un percorso sinusoidale che va dalle prime brillanti prove della Nazionale slava negli anni Cinquanta all'età dell'oro del decennio successivo, passa dalla talentuosa generazione balcanica che porta in cielo la Stella Rossa di Belgrado nel 1991 e culmina tragicamente nella disgregazione della Jugoslavia, che coincide con il beffardo Campionato Europeo del 1992. Ecco a voi quindi, i brasiliani d'Europa: romantiche e fantasiose vittime del tempo, sempre pronti a concepire e produrre gioco nella loro inebriante maniera, per soccombere poi agli umori del fato, a un passo dal paradiso.