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da Angelo » 23/03/2024, 23:32
Ragazzi dobbiamo però credo intenderci su una cosa. Meglio scriverlo subito per non saltare sul carro dei vincitori nel caso di una buona stagione o puzzare di cacca nel caso di una season nel cesso.
I Chargers quest’anno hanno portato a Los Angeles un allenatore vincente a diversi livelli e senza dubbio il più ricercato sul mercato. Sfido a trovare un tifoso dei Chargers che dopo l’annuncio non abbia esultato come se avessimo segnato un td al Super Bowl (scritto staccato, mi raccomando, altrimenti qualcuno si inkazza) e un tifoso hater o semplicemente ‘rivale’ che non abbia masticato un po’ amaro. D’accordo, ai tifosi dei Chiefs frega un casso (non ci credo nemmeno a quello, perché stanno per finire le amichevoli di Division nel corso della regular season), ma a quelli (a caso) di Broncos (che hanno ripiegato su Payton dopo il no di Jimbo nel 2023) o dei Raiders (cui piace comprare la nostra roba usata) un po' gli rode. Se Mourinho va alla Roma, i Laziesi rosicano. È la vita. È una cosa umana. Come è umano da parte loro, cominciare a scrivere che tanto non avrà successo perché il suo sistema di corse va bene per il college ma non è vincente nella NFL; perché non abbiamo una squadra adatta; o perché semplicemente non abbiamo un Kaepernick in grado di correre e lanciare dalla pistol offense…
E meno male, dico io. Perché quello che si vuole costruire con JH+JH+JH è qualcosa di diverso, probabilmente di nuovo (e sono molto intrigato da questo), seppur basato su una filosofia di football che abbiamo tutti ben presente anche perché pubblicizzata ai quattro venti dal balcone: “Correre! E correremooo!”. Quindi cosa ci serve? Tutto, a parte uno di quei tre JH. E quando dico tutto, intendo proprio tutto, a partire dalla linea offensiva che per giocare una power run deve essere più pesante, più tecnica, in una espressione più dominante. Che non significa necessariamente giocatori nuovi (in alcune posizioni, assolutamente si) ma almeno Ben allenati.
Il contratto che ha firmato Jimbo, prima di costruire il suo coaching staff è di cinque anni. Si spera un lasso di tempo congruo per rivoltare come un calzino questa squadra, senza teste di caxxo alla Baalke che gli mettano bastoni tra le ruote, ma con la presenza di un team anche in executive room che remi tutto nella stessa direzione. Per una volta, non abbiamo assistito ad un GM che ha scelto un HC, bensì ad un GM scelto con il consenso dell’HC. Ad una proprietà che ha messo le chiavi della baracca in mano ad un uomo confidando nelle sue capacità di ricostruire un PROGRAMMA. E una squadra di allenatori per cucinare un piatto perfetto. Ma se mi voglio gustare un piatto unico, non vado a comprarlo alla Esselunga, ma prenoto da Cracco. E so di non fallire, banalmente, non perché mi sono svenato per una cena per due, ma per la qualità della mano degli chef e per gli ingredienti selezionati uno a uno e con perfezione maniacale poi assemblati nei piatti stellati che ho potuto gustare.
Per arrivare ad aprire Cracco però, occorre passare per la gavetta. Anche perché all’inizio potrei non avere tutti gli ingredienti necessari e sperati; inoltre siamo pieni di debiti, figli pure della precedente gestione e cose che non ci occorrono di cui dobbiamo liberarci, magari anche solo perché non rientrano (o non possono farlo) nel nostro progetto pluriennale di medio lungo periodo. Alcuni tipi di salsa RB, per dire, non le uso proprio nei miei piatti. Però devo comunque assemblare qualcosa per fare i primi passi: organizzo una squadra buona per la start-up. Faccio firmare a tutti, un contratto annuale. Voglio essere libero, dall’anno prossimo, con più scelte comp…etitive e con il budget quasi totalmente a disposizione, di aggiungere i migliori ingredienti per sfornare piatti stellati in serie sotto una insegna con almeno una stella Michelin.
Vi invito quindi a vivere il prossimo draft pensando a questi ingredienti. Ma anche al nostro nuovo modo di cucinare.
In altri termini, a pensare al dolce quando mancherà la ciliegina, non alla mise del pandispagna. Perché alcune scelte potrebbero sorprendere, e parecchio. L’obiettivo non è assemblare una macchina vincente quest’anno. È abituarla a correre in un certo modo sfruttando i migliori pezzi per renderla sempre più veloce e sempre più competitiva, tanto da arrivare alla conquista del primo gran premio. E dopo quello alla conquista del titolo.
In questo momento abbiamo un prototipo con una scocca che non è nemmeno di carbonio. Abbiamo però un genio come Adrian Newey e un pilota fantastico come LeClerc. Abbiamo appena iniziato ad assemblare la power unit. Dobbiamo ancora scegliere tutti i pezzi della scocca, i fondamentali pneumatici, alettoni e ogni altra invenzione che possa regalarci velocità.
Io sono eccitatissimo, anche se dovessimo iniziare dalla carrozzeria. Spero anche voi. Ma ci vuole pazienza. E ci vuole visione.
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