Gerry Donato ha scritto: 22/05/2017, 10:25
Il paracadute è proprio sbagliato concettualmente, perché è come curare un mal di pancia da stress con l'aspirina o comunque intervenire col tampone per un problema strutturale. Oltre a creare le storture che abbiamo sotto gli occhi.
L'intervento deve essere strutturale sulle retrocesse, perché non ha alcun senso che tu spendi e spandi male in serie A e poi vieni premiato con un bonus assistenziale ed anti-meritocratico ottuso per di fatto tornarci subito.
Bisogna intervenire sui costi delle retrocesse, ovvero il monte ingaggi che è il vero valore a bilancio che manda all'aria i conti tra la A e la B, con tre modalità:
-clausole rescissorie obbligatorie che scattano con la retrocessione per tutti i giocatori sotto contratto, per cui se arriva un'offerta che genera un certo tipo di plusvalenza (calcolata con speciali algoritmi) sei costretto a cedere quel giocatore (sciacallaggio sano);
-possibilità di rescissione consensuale tramite espediente finanziario che permette di non inserire a bilancio i costi di tale rescissione;
-riduzione degli ingaggi dei giocatori, con scala progressiva a seconda dell'entità del contratto: sei retrocesso, prendi meno.
Per capirci, tu Pazzini prendevi 1.5M in serie A e retrocedi? In serie B hai tre opzioni:
-vieni ceduto senza che la tua società possa opporsi se arriva un'offerta che genera plusvalenza superiore a x milioni;
-ti liberi e rescindi d'accordo con la società con espediente a bilancio ad hoc che permette di non calcolare il passivo dell'ammortamento;
-resti prendendo il 50% (750k)
sono tutti buoni propositi, ma gli agenti (e oggi comandano loro, non so se si è capito questo punto) non accetteranno mai che un proprio giocatore se retrocesso, ha il rischio di vedersi decurtato l'ingaggio del 50%.
O la stessa riduzione progressiva degli ingaggi.
ad oggi, in questa situazione, il minimo che si potesse fare è tutelare le squadre che retrocedono dalla serie A alla B.
che è davvero il salto nel vuoto.
a meno che, non si parta con una distribuzione dei diritti televisivi più equa (modello premier), e a quel punto non ci sarebbe più bisogno di nessun espediente.