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da Gian Marco » 08/06/2012, 22:37
Con la campagna elettorale che sta seriamente scaldando i motori ormai, direi che sia ora di iniziare a discutere a fondo di quello che potrà succedere il prossimo Novembre negli USA. Così approfitto anche per rispondere a chi su Twitter mi chiedeva perché fossi così timoroso riguardo le possibilità di ri-elezione per Obama.
Premetto che io sono parziale in quanto convinto ed attivo sostenitore del Presidente Obama, dunque le mi osservazioni saranno inevitabilmente influenzate da ciò.
Non molti lo sanno in Italia, ma martedì scorso in Wisconsin si è votato per decidere se il Governatore Scott Walker sarebbe rimasto in carica o se invece sarebbe stato “richiamato” e rimosso dall’ufficio (in America la Costituzione lo permette se i cittadini raccolgono un tot di firme). Walker è un Repubblicano ed nell’ultimo anno è stato nell’occhio del ciclone per alcune decisioni considerate fortemente anti-lavoratori e in generale avverse ad ogni forma di sindacato (specie nel settore pubblico dell’istruzione). Il Wisconsin è uno stato con gravi (più della media del Paese) difficoltà economiche, e la situazione è tutt’ altro che felice. Ciononostante Walker ha vinto e si è confermato Governatore. Ora, la cosa interessante è valutare come possiamo usare l’esempio del Wisconsin per capire qualcosa in più di come il vento sta tirando a livello nazionale. Teniamo presente che Obama nel 2008 conquistò il badger state con uno scarto su McCain di 14 punti (a memoria), ora, stando ai sondaggi, ha un vantaggio di 6-7 punti su Romney. Un vantaggio che potrebbe facilmente scomparire del tutto entro Novembre.
Ancor più preoccupante la situazione in Michigan. Come ben sappiamo il Michigan ospita le più grandi fabbriche automobilistiche Americane e la sua economia dipende fortemente da quella di questa industria. Obama ha praticamente salvato l’auto USA nel 2008! Quindi, pensare che ora il Michigan sia 50-50 fa capire quanto il Presidente stia faticando nel far passare il suo messaggio.
Ormai è risaputo anche in Europa che gli Americani, in gran parte, votano basandosi sull’economia. Se l’economia va bene allora i leader restano, se l’economia va male allora si cambia. Dunque la domanda fondamentale diventa: possiamo considerare l’economia Americana sufficientemente buona? Risposta personalissima: sì, specie se si considera dove si era 4 anni fa e il rischio che si è sfiorato. Il problema è che l’Americano medio non lo capisce (perché non si interessa a queste cose): vede che ancora la crisi si fa sentire (come è indubbiamente vero), la disoccupazione è ancora alta, la benzina costa tanto e dà la colpa di tutto ciò al Presidente. A mio modo di vedere la campagna di Obama dovrebbe concentrarsi più sul far capire agli Americani (più possibili) che negli ultimi 4 anni si è fatto TANTO per quanto era possibile, e che senza Obama staremmo molto, molto peggio. Invece sembra che i maggiori sforzi vadano nel demolire l’immagine (già di per sé fragile) di Romney. Così si rischia però.
Purtroppo l’Americano medio non capisce che con un’Europa in queste condizioni l’economia Americana si può sì riprendere e fare, ma fino ad un certo punto. L’Americano medio non capisce che se in Spagna c’è un tasso di disoccupazione del 24 e passa % gli Spagnoli non compreranno (perché non possono) prodotti Americani, e gli export non andranno su. Queste sono cose che appaiono logiche a noi, ma sono concetti che neppure sfiorano la mente di molti che il 5 novembre andranno a votare per Romney. Se usassero 5 minuti del loro tempo per dare un occhio ai dati, vedrebbero che il tasso di disoccupazione nazionale è sceso OGNI MESE nell’ultimo anno (tranne l’ultimo, dove è risalito di 0,1%) fino a sfiorare la soglia psicologica del fatidico 8% (per molti analisti politici USA se il tasso si abbassasse sotto quella soglia prima di novembre Obama avrebbe la vittoria in tasca), come vedrebbero che le misure economiche prese da questa Amministrazione sono state in gran parte un successo.
Una cosa che invece gioca a favore di Obama (anche se non dovrebbe) è la religione di Romney. Si sa che è mormone e si sa che molta gente (specie nel Sud dove vivo) non lo voterà mai. Certo, questo non significa che voteranno per il Presidente in carica (sia mai! Lo considerano la reincarnazione del diavolo), ma quantomeno non voteranno neppure per Willard: staranno a casa, e i Repubblicani perderanno dei voti che, con un candidato Protestante, sarebbero stati facilmente loro. Un’elezione si gioca anche su queste cose.
C’è ancora moooolto tempo prima di Novembre e molto potrà cambiare. Certo è che, ora come ora, le carte non si stanno mettendo bene per Obama. Anzi…Il vento che sta tirando non è buono per niente.
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