Profondo Baseball

[joesox]

Postseason 2021

I Giants (107-W) a casa, i Dodgers (106-W) a casa, Tampa (100-W) a casa, Milwaukee (95-W) a casa.

Restano Houston (95-W) e Atlanta (88-W).

Per la terza volta nella storia si sfiora la WS tra Braves e Red Sox dopo il 1914 ed il 1948 e per la terza volta i Sox mancano l'appuntamento per poco. E potremmo aggiungere pure il 1999. Anche se le ALCS finirono 4-1.
I Cardinals, gli Yankees e aggiungerei Toronto erano tutte lì e nessuno mi farà mai credere che una di queste diventando improvvisamente calda (gli Yankees e i Cards hanno fatto delle strisce in cui erano imbattibili) non potrebbe essere al posto di Astros e Braves.

E così saranno i ragazzi di Dusty contro le perle di Joc.
​​​​​​​Si parte il 26 ottobre.

[shilton]

Come si fa a non essere romantici nel baseball (cit.)?

Ammetto che i Braves degli anni d'oro, quelli che vincevano per quattordici volte di fila la division, quelli con quella fantastica rotazione quelli che forse hanno vinto troppo poco alla fine non riscuotessero proprio tutte le mie simpatie.

Ma con gli anni il mio atteggiamento verso questa franchigia è cambiato.
Insomma, io farò il tifo per loro in queste WS.

W il baseball.

[joesox]

Si è spento venerdì a centoun’anni Roger Angell.
Probabilmente il migliore scrittore di baseball, ma non scriveva solo di baseball, di sempre.

Un piccolo estratto di un articolo scritto dopo la sesta partita delle World Series del 1975, quella citata anche in Good Will Hunting (Robin Williams e Matt Damon). Quella di Carlton Fisk, per intenderci, quello della foto in bianco e nero in alto a sinistra.

Un ragionamento che in effetti si estende da quella famosa partita alla passione per lo sport e per le nostre squadre.

What I do know is that this belonging and caring is what our games are all about: this is what we come for. It is foolish and childish, on the face of it, to affiliate ourselves with anything so insignificant and patently contrived and commercially exploitative as a professional sports team, and the amused superiority and icy scorn that the non-fan directs at the sports nut (I know this look — I know it by heart) is understandable and almost unanswerable. Almost.

What is left out of this calculation, it seems to me, is the business of caring — caring deeply and passionately, really caring — which is a capacity or an emotion that has almost gone out of our lives. And so it seems possible that we have come to a time when it no longer matters so much what the caring is about, how frail or foolish is the object of that concern, as long as the feeling itself can be saved. Naïveté — the infantile and ignoble joy that sends a grown man or woman to dancing and shouting with joy in the middle of the night over the haphazardous flight of a distant ball — seems a small price to pay for such a gift.

[joesox]

Se diciannove anni fa Dave Roberts viene caught stealing la cosa finisce molto male.




Invece…

[joesox]

Spring time, the smell of the grass...

[joesox]

E anche quest’anno c’è un Natural

[joesox]

The Say Hey Kid



He made THe Catch and he was also on deck when Bobby Thomson homered in 1951.

RIP Willie Mays, one of four players with 600 HR and 3000 H.

[esba]

The Say Hey Kid



He made THe Catch and he was also on deck when Bobby Thomson homered in 1951.

RIP Willie Mays, one of four players with 600 HR and 3000 H.

Suggerisco a qualche giovanotto che si avvicina a questo sport, di leggersi la vita di questo campione fuori e dentro il campo.

Ciao Willie, uno che ha rivoluzionato il ruolo dell'esterno.

[joesox]

E per la terza volta nella loro storia gli A's traslocano. Fondati a Philadelphia come membri originali dell'American League nel 1901 e guidati per il primo mezzo secolo della loro storia da un manager infinito, Connie Mack (cinque volte vincitore delle World Series), nel 1955 si trasferirono a Kansas City (città dove oggi giocano i Royals e che dal 1920 al 1965 ha ospitato i fortissimi Monarchs).

Quel primo trasferimento fu voluto da Arnold Johnson, un businessman di Chicago, un personaggio in cerca di fortuna, che, dopo aver spedito mezza squadra agli Yankees in una serie di scambi molto poco bilanciati, nel 1960 decise di vendere la franchigia ad un altro businessman di Chicago, Charlie O. Finley. 

La proprietà di Finley fu decisamente migliore, costruì un ottimo sistema di squadre delle leghe minori, ma la cosa non si trasferì in successi a livello MLB. Inoltre Finley si rese conto che Kansas City non poteva sostenere una franchigia MLB e guardò subito alla California, ma visto che Los Angeles e San Francisco erano appena state occupate, nel 1958, dai trasferimenti di Brooklyn Dodgers e San Francisco Giants, le sue opzioni erano limitate. Nel frattempo cambiò i colori della squadra in verde, giallo e bianco, cambiò il nome da Athletics ad A's, ingaggiò il 59enne Satchel Paige (ultima apparizione in carriera MLB, tre inning, una valida, doppio di Yaz, e zero punti concessi). 

Finley era certamente innovativo e visto che minacciava continuamente di spostare la franchigia, la MLB lo obbligò a promettere che sarebbe rimasto a Kansas City, ma, a quel punto, anche la città ne aveva avuto abbastanza di lui e non fece nulla per trattenerlo oltre; Finley con una mossa, anche abbastanza a sorpresa, tra Dallas (nel 1971 arriveranno i Rangers), San Diego (Padres dal 1969), Milwaukee (Brewers dal 1969, dopo aver perso i Braves nel 1965) e Chicago (sarebbe stata la terza franchigia!) scelse... Oakland. Si dice che abbia affermato che l'Oakland-Alameda County Coliseum avesse "world class facilities" (forse allora, era uno stadio nuovo, costruito nel 1966) e un "second to none climate." Il clima della baia di San Francisco non mi sembra invece dei migliori, non credo allora, ancora meno oggi.

Comunque, tutto quello che Finely aveva costruito a Kansas City diede i suoi frutti a Oakland. Qualche nome: Reggie Jackson, Catfish Hunter, Rollie Fingers, Vida Blue. Finley sapeva valutare il talento. Gli A's vinsero le World Series nel 1972, 1973 e 1974, un raro three-peat al di fuori di New York. L'atmosfera a Oakland era una magica macedonia: hippies, surfers, uomini con enormi baffi, risse in spogliatoio, una discreta dose di sostanze, fumo, alcool, ragazze, in nessun ordine specifico. Non a caso l'altra franchigia in città erano gli Oakland Raiders della NFL (che pure loro giocarono a lungo nel Coliseum). Nonostante tutto quello che succedeva attorno alla squadra, gli A's vinsero.

Impossibile riassumere in poche righe tutto quello che è avvenuto a Oakland dal 1968 al 2024, ma certamente va ricordato lo smantellamento della squadra tri-campione (anche per la "nascita" della free agency) con maledizioni lanciate a destra e a sinistra - interessante notare come gli A's furono completamente smantellati e ricostruiti, anche con un certo successo, più volte nella loro storia - va ricordato Rickey Henderson, uno dei più grandi esterni, leadoff e base stealer della storia. Poi la memoria vivissima del quarto ed ultimo titolo degli A's a Oakland, quello del 1989, con il terremoto che avvenne durante le World Series giocate proprio tra le due squadre della baia; fu qualcosa di surreale, una coincidenza assolutamente incredibile. Gli A's persero la finale nel 1988 e nel 1990, sfiorando un altro three-peat. E come non citare la striscia (allora record dell'American League) di venti vittorie degli A's di Billy Beane, celebrata in Moneyball. Lo stesso Beane, un GM innovativo come pochi, creatore di squadre sabermetricamente quasi perfette, costruite spendendo poco, che, anche lui, smontava e ricostruiva continuamente pezzi di roster. E in uno di quei paradossi tipici degli A's, mentre Henderson ha il record MLB di 1406 basi rubate in carriera (130 nel 1982), Beane praticamente non considerava le basi rubate quando valutava un giocatore.

Ma soprattutto sembra esserci una costante preoccupante riguardo a questa città, la continua fuga da Oakland. Nel 1981 i Raiders se ne vanno a Los Angeles, ritornano a Oakland nel 1995 e se ne vanno definitivamente a Las Vegas nel 2020. Gli Warriors che (seppur di poco) nel 2019 si spostano (un ritorno alle origini, in effetti) da Oakland a San Francisco, pur restando i Golden State Warriors. Erano stati i San Francisco Warriors fino al 1971, dopo essere arrivati in California da Philadelphia nel 1962. Gli stessi poco sconosciuti California Golden Seals, che giocarono nella NHL dal 1967 al 1976 (unica franchigia dell'espansione del 1967 che non ha mai giocato la Stanley Cup), si trasferiscono a Cleveland (clima glaciale) e scompaiono due anni dopo.

Letteralmente oggi a Oakland non è rimasto nessuno. 

Scrive Jeff Passan
The Oakland A’s were killed by greed. Do not allow the people responsible for this to spin it any other way. John Fisher did not have to move this team. Major League Baseball and its owners did not need to be complicit in it. This was a choice. A wrong one. History will sneer.

E dopo 57 stagioni e quattro titoli, anche gli A's se ne vanno da Oakland. Per il momento la destinazione è Sacramento, dal 2025 al 2027 in uno stadio da 14014 posti, condiviso con una squadra di AAA.

Poi, chissà...

[Honkytonk]

C'è qualche libro che parla della storia bella degli A's?

[joesox]

C'è qualche libro che parla della storia bella degli A's?

Forse ne uscirà uno in futuro…

[Honkytonk]

C'è qualche libro che parla della storia bella degli A's?

Forse ne uscirà uno in futuro…

Dynastic, Bombastic, Fantastic: Reggie, Rollie, Catfish, and Charlie Finley's Swingin' A's https://g.co/kgs/T41dLuY

Io ho trovato questo, non sembra male, chissà se qualcuno lo ha letto 

[joesox]

Se battessi duecento valide per venti stagioni non lo raggiungeresti. Te ne servirebbero ancora 256.
Uno di quei numeri che ti restano impressi per sempre, 4256.

Tutto comincia nel 1960 da Geneva (che ironia!), località ignorata e ignorante di classe D. Poco dopo che lo hanno firmato, su suggerimento di suo zio scout (davvero? un suo parente?) i Cincinnati Reds lo inviano a giocare nella NY-Penn League. Nella sua prima partita va 2-5 .400. Non smette mai di battere. Nel 1963 durante lo spring training, dopo una base ball, corre forsennato in prima. Il grande Whitey Ford lo guarda e gli attacca un soprannome che rimane per sempre, Charlie Hustle. Nel post partita Mickey Mantle dice: "Avete visto Charlie Hustle batterci oggi?" perché si era tuffato in scivolata per segnare a casa con la testa. Durante lo spring training!

A metà stagione si prende il posto di seconda base e non lo perde più. Sfrutta l'infortunio del titolare, come Gehrig, come Ripken, come tanti. Ma il destino era evidentemente segnato. Un talento e un occhio eccezionali. Una furia, una foga quasi incontrollabile.

Dal 1965 al 1979 batte .300+ in ogni stagione eccetto il 1974. Inverosimile. Batte dieci volte 200+, ruba le sue 10-15 valide a stagione, batte tre volte 11 HR, non aveva grandissima potenza, batteva doppi e tripli a ripetizione. Dal 1965 al 1982 va 17 volte all'All Star Game.
L'All Star Game. Dove commette una prima nefandezza, nel 1970, quando va in scivolata a casa base e infortuna gravemente il catcher dell'AL, Ray Fosse, che non sarà più lui dopo quella partita. Il primo lancio di quella partita fu di Richard Nixon, forse un segno.

Insieme a Tony Perez, Johnny Bench, Joe Morgan, Dave Concepcion sotto la guida di Sparky Anderson crea la Big Red Machine. I Cincinnati Reds dal 1970 al 1979 dominano la NL e vincono le World Series nel 1975 e nel 1976. Passato ai Phillies nell'inverno 1978-1979, nel 1980 porta a Philadelphia il primo titolo della storia della franchigia. Dopo cinque anni e mezzo a Philadelphia, nel 1984 gioca mezza stagione con gli Expos.

Si ritira a 45 anni, giocando di nuovo a Cincinnati, dove fa anche il manager. Resta manager per altri tre anni.
Hall of Fame garantita, eroe per sempre.

Nel 1989 esce la macchia nera. Pete Rose, dopo una carriera straordinaria, anzi durante la fine della sua carriera, si era messo a scommettere sulle partite di baseball, mentre giocava e mentre allenava. Un peccato mortale. Non perdonabile, non giustificabile. Il baseball deve essere inflessibile. Il pericoloso rapporto con il mondo delle scommesse può solo fare male al baseball. Malissimo. Mette in dubbio tutto. Sospensione a vita inevitabile, Hall of Fame negata per sempre.

Un modo bruttissimo di chiudere. 

Nel giorno che sarà ricordato per il corretto double header tra Mets e Braves, scriviamo RIP Pete Rose

Non doveva finire in quel modo.








 

[Honkytonk]

Ecco, quando parli di "scivolata a casa" vorrei agevolare immagine 

Comunque baseball veramente di anni luce fa, per molti versi giocatore irripetibile 

[joesox]

…scivolata a casa…

Mi sono rivisto il video un po’ di volte. 

Un paio di note. Non trovavo la parola e non la trovo ancora. Rumbled home. Irruppe, esplose, si scaricò verso casa rombando come un elefante senza controllo. Se osservi bene, perde l’equilibrio quando deve decidere se stare in piedi o scivolare e resta a metà. Forse in un microsecondo si rese conto che era l’ASG, ma poi forse disse “chissenefrega”. Il risultato fu un disastro. Per il povero Fosse.

La forza, forma e stazza fisica di Rose gli permise di giocare credo almeno il 95% delle partite in calendario. Tra l’altro in quell’epoca non c’erano giorni di riposo extra. Si giocava sempre. E lui era solido come un tronco, e pure abbastanza veloce.