joesox ha scritto:DODO29186 ha scritto:
Questa é stata la vera differenza.
Clinton si è fatta identificare sempre e comunque come parte dell'establishment...
...l'intollerabile status quo.
Trump, invece, ha sparato contro ogni bersaglio possibile: la finanza, le multinazionali, la politica nazionale e amministrativa, l'establishment, i cinesi, i messicani, il terrorismo e via discorrendo, così facendo si è fatto percepire come colui che avrebbe scosso le colonne del sistema senza paura di farlo perché esterno ad esso ... pur in assenza di un qualunque programma e in una caotica farneticazione...
Tutto molto logico. Sollevare un po' di istinti animali in persone "ferite". E che non pensano troppo.
Ma perché lo status quo è intollerabile?
La disoccupazione è sotto il 5%, il costante operato di Obama sta funzionando.
L'assistenza sanitaria è arrivata. Sono arrivati accordi con Cuba ed Iran, non guerre.
Ci sono persone che vogliono nuovamente la villa con piscina dopo un mese di impiego al Burger King?
Vogliamo un altra crisi finanziaria? No, vogliamo tutto subito.
E se non l'abbiamo deve essere per forza colpa di qualcuno che sta sopra di noi.
Hillary ed il suo team non l'hanno capito, e non si sono resi conto che DonT aveva fatto fuori una schiera di repubblicani alle primarie che rappresentavano proprio l'establishment. Lei è stata l'ultima vittima del DonT anti-sistema. E non ha saputo e
potuto (the 2016 election is the first presidential contest in 50 years without the full protections of the VRA) convincere 5-6 milioni di elettori che votarono per Obama.
[...]
Attenzione a non commettere errori di analisi, infatti è proprio in tal senso che scrivevo come guardare il dato aggregato sia uno sbaglio, perché al cittadino non interessa nulla l'andamento generale del PIl e dell'occupazione se non si riflette sulla sua singola condizione.
La disoccupazione è diminuita, certo, ma non è mai stata un problema esagerato rispetto ad altri Paesi. Vero che nel post-crisi è raddoppiata rispetto al 2008 e che oggi è tornata sotto al 5%, ma c'è un'altra verità dietro questi numeri: la classe lavoratrice si è fortemente impoverita e il suo status economico oggi è ben lontano da quello del 2008, anche a parità di disoccupazione.
Questo anche perché l'occupazione di Obama, purtroppo, è stata quantitativa e non qualitativa: molti fanno lavori per i quali campano a malapena, altri sono sottopagati e altri ancora si sentono dequalificati. All'americano medio non basta avere un lavoro, deve avere la possibilità di essere partecipe del sogno americano. E non importa se riesca o meno a coronarlo, quanto che ci sia la speranza di farlo. Dal post 2008 questa speranza è venuta meno, ma l'americano medio - che stava molto meglio otto anni fa di come sta adesso - non riesce ad accontentarsi, semplicemente perché farlo non è nella suo essere e nella sua cultura.
Il PIL è indubbiamente ripartito a livelli molto elevati a partire dal 2010, questo è fuori dubbio. Ma quali sono stati due tra i fattori di maggior traino dell'economia americana? Risposta: il finanziario ed il bancario. Quali sono tra gli stipendi che hanno visto i maggiori aumenti dal 2010 ad oggi? Risposta: il finanziario ed il bancario. C'è poco da girarci attorno, la realtà è questa: le stesso bancario e finanziario che avevano causato la crisi sono fra gli unici settori che sono tornati ai livelli di prima della crisi e nell'opinione di molti lo hanno fatto a discapito di tutto il resto e senza alcuna ragione plausibile e giustificazione possibile.
Non conosco i dati, ma anche la distribuzione geografica della ricchezza Stato per Stato sarebbe interessante da vedere e ho come l'impressione che molti degli swing States siano rimasti tra quelli che più nel tempo continuano a sentire il peso della crisi.
Per quanto riguarda la politica estera, il suo peso nelle elezioni, a parte sporadici casi, è stato sempre irrisorio.