Re: IL CICLISMO 2013
Inviato: 21/01/2013, 1:12
C'è una caratteristica che però il ciclismo sconta rispetto ad altri sport: la sua storia ed il suo basso livello culturale.
Nel ciclismo c'è sempre stato il doping come elemento integrante, quasi sociale, come mentalità tramandata negli anni anche quando non c'era questa scienza farmaceutica. La simpamina prima, gli anabolizzanti poi e l'EPO adesso.
Basta andare a chiedere al vostro ciclista di fiducia over 65, regolarmente ex amatore bombato che ammette senza timori di tutto e di più, per lui e per gli altri. La Coppa Cobram in cui Fantozzi prendeva la "bomba" è in un film del 1980.
Noi parliamo e cancelliamo l'albo d'oro di questi ultimi anni perché effettivamente qualche cosa si è mosso, benissimo. Ma in realtà è sicuro che siano ancora più bugiardi i risultati sportivi degli anni '90 (per chi vuole approfondire: https://sites.google.com/site/dopingita ... onati-1994), quando la distanza tra doping ed antidoping era ancora più abissale a vantaggio del primo.
Quando mi si dice "ci sono esempi di ciclisti puliti", io potrei riportare pari pari le dichiarazioni e la storia di ciascuno dei ciclisti pizzicati prima di venire pizzicati, ed ottenere il risultato di avere dubbi su chiunque.
Vi chiedo infatti: il vostro occhio esperto, l'assenza di prove e la presenza di dichiarazioni contro il doping sono tre elementi sufficienti per giurare sulla pulizia di un corridore? Siete "oggettivamente" sicuri su un ciclista preciso, su una squadra precisa, su un direttore sportivo, potendo mettere a rischio la vita delle persone a voi più care sulla pulizia di quel nome?
Mi dispiace ma io non ci metterò mai la mano sul fuoco, anche perché la percentuale di ciclisti di vertice che hanno in modo comprovato flirtato col doping è ormai troppo vicina al 100% (sìsì, cento per cento!) per farmi davvero credere nelle mosche bianche e nelle verginelle.
Poi io non ho alcun dubbio che il ciclismo sia ormai l'ombrello protettivo per tutti gli altri sport e che ci sia un clamoroso problema "di stato" delle politiche e delle istituzioni sportive nazionali colluse al doping.
Lo scandalo della giustizia spagnola ad orologeria è una delle più clamorose mistificazioni di tutti i tempi, mentre Pescante, Carraro e Pagnozzi che impasticcavano la Di Centa, De Zolt, Albarello, Fondriest, Bugno, Chiappucci, Damilano e compagnia sono ancora a piede libero e formalmente impegnati nella lotta al doping (perché Schwazer non è stato controllato dal CONI ma è stato beccato dalla WADA?
).
Ma è un'altra storia ed un altro livello.
Il passaporto biologico ed i controlli fuori dalle gare, per quanto importantissimi, finché si concentrano sui singoli corridori e non sull'entourage sono ancora insufficienti quando non proprio un misero palliativo in un mondo che è nei fatti e nella storia un microcosmo di criminalità malavitosa organizzata.
P.S.: poi sia chiaro che poiché martedì parte il World Tour 2013 col Tour Down Under in Australia, io sono già pronto con la mia agendina a prendere nota di tutti i risultati.
Nel ciclismo c'è sempre stato il doping come elemento integrante, quasi sociale, come mentalità tramandata negli anni anche quando non c'era questa scienza farmaceutica. La simpamina prima, gli anabolizzanti poi e l'EPO adesso.
Basta andare a chiedere al vostro ciclista di fiducia over 65, regolarmente ex amatore bombato che ammette senza timori di tutto e di più, per lui e per gli altri. La Coppa Cobram in cui Fantozzi prendeva la "bomba" è in un film del 1980.

Noi parliamo e cancelliamo l'albo d'oro di questi ultimi anni perché effettivamente qualche cosa si è mosso, benissimo. Ma in realtà è sicuro che siano ancora più bugiardi i risultati sportivi degli anni '90 (per chi vuole approfondire: https://sites.google.com/site/dopingita ... onati-1994), quando la distanza tra doping ed antidoping era ancora più abissale a vantaggio del primo.
Quando mi si dice "ci sono esempi di ciclisti puliti", io potrei riportare pari pari le dichiarazioni e la storia di ciascuno dei ciclisti pizzicati prima di venire pizzicati, ed ottenere il risultato di avere dubbi su chiunque.
Vi chiedo infatti: il vostro occhio esperto, l'assenza di prove e la presenza di dichiarazioni contro il doping sono tre elementi sufficienti per giurare sulla pulizia di un corridore? Siete "oggettivamente" sicuri su un ciclista preciso, su una squadra precisa, su un direttore sportivo, potendo mettere a rischio la vita delle persone a voi più care sulla pulizia di quel nome?
Mi dispiace ma io non ci metterò mai la mano sul fuoco, anche perché la percentuale di ciclisti di vertice che hanno in modo comprovato flirtato col doping è ormai troppo vicina al 100% (sìsì, cento per cento!) per farmi davvero credere nelle mosche bianche e nelle verginelle.
Poi io non ho alcun dubbio che il ciclismo sia ormai l'ombrello protettivo per tutti gli altri sport e che ci sia un clamoroso problema "di stato" delle politiche e delle istituzioni sportive nazionali colluse al doping.
Lo scandalo della giustizia spagnola ad orologeria è una delle più clamorose mistificazioni di tutti i tempi, mentre Pescante, Carraro e Pagnozzi che impasticcavano la Di Centa, De Zolt, Albarello, Fondriest, Bugno, Chiappucci, Damilano e compagnia sono ancora a piede libero e formalmente impegnati nella lotta al doping (perché Schwazer non è stato controllato dal CONI ma è stato beccato dalla WADA?

Ma è un'altra storia ed un altro livello.
Il passaporto biologico ed i controlli fuori dalle gare, per quanto importantissimi, finché si concentrano sui singoli corridori e non sull'entourage sono ancora insufficienti quando non proprio un misero palliativo in un mondo che è nei fatti e nella storia un microcosmo di criminalità malavitosa organizzata.
P.S.: poi sia chiaro che poiché martedì parte il World Tour 2013 col Tour Down Under in Australia, io sono già pronto con la mia agendina a prendere nota di tutti i risultati.
