Peccio89 ha scritto:
Qua ad esempio mi verrebbe da fare il nome di Cunego, che oltre a metterci la faccia direttamente con dichiarazioni contro il doping, è stato anche nominato da diversi compagni come atleta sicuramente pulito e che non ha mai voluto prendere nulla. Vedasi ad esempio la deposizione di Bertagnolli sul caso Ferrari.
Lo stesso Basso post-squalifica già citato da Franci da l'impressione di essere l'emblema dell'atleta pulito, sia per la forte "umanità" delle performance sia per la trasperenza con cui diffonde tutti i suoi parametri.
Io poi credo che la situazione stia migliorando e che l'antidoping i suoi effetti li stia avendo: il modo in cui vengono affrontate le salite nei grandi giri confrontato con quello che accadeva negli anni 90 e ad inizio millenio è li davanti agli occhi di tutti. Poi chiaramente il problema è lontano dall'essere risolto però si è sulla direzione giusta.
Il problema è che Gerry, per sua naturale inclinazione di scienziato di qualunque disciplina

sta ponendo dei ragionamenti per assurdo, logici finchè si vuole, ma a mio avviso distanti dalla realtà delle cose. Almeno nel caso specifico, ossia il ciclismo, professionistico e non.
Per vari motivi, provo a sintetizzarne alcuni.
SE NON CE LA FAI CAMBIA SPORT
Teniamo presente che chi arriva ad essere professionista ha doti fisiche certamente fuori dal comune. Ho conosciuto più atleti che fatto il salto è tornata nei Dilettanti perchè non riusciva a stare in gruppo. Eppure certa roba gira a tutti i livelli. Il problema non è quindi li. Il motore o ce l'hai o rimani a piedi. Arrivi al punto in cui non ce la fai più a tenere certi ritmi.
Quello che va rifiutato è spingere la macchina oltre i limiti. Non hanno senso allenamenti con 5 ore di medio, come ti scrive il Ferrari di turno nel contesto di un programma 7/7 in preparazione. O carichi di ripetute fuori da ogni logica. Perchè cosa succede? Non ce le fai, perchè non ce la puoi fare, allora inizi a caricare di roba, facendo ovviamente il gioco del Ferrari di turno.
All'atto pratico nessuno obbliga nessuno a prendere roba. Ho letto moltissima documentazione in merito, anche direttamente. Non funziona che ti dicono devi prendere questo. No, ti mettono nella condizione di chiedere la roba. Umiliandoti. E' quanto avveniva sistematicamente negli anni di Lance. Tu venivi ingaggiato da una squadra. Senza roba non riuscivi a fare risultati, dovevi prendere per forza in modo da ottenere almeno il minimo di risultati per avere i punti e guadagnare un contratto l'anno successivo. Questo è il sistema da combattere. Il doping sistematico che non è la fine del professionismo, anzi, più professionismo di cosi... è però la fine dello sport. che ogni appassionato non può e non deve eticamente mai accettare.
GARE TROPPO DURE
Il problema a mio avviso non è nella mancanza di preparazione. L'atleta ha limiti strutturali. Se in un GT devi fare 3500km in 19 giorni gara con due recuperi attivi in mezzo, con delle giornate che sono un massacro anche dal punto di vista della logistica, che se di sfiga dormi male una notte sei fottuto, ecc.
La cosa si risolve solo in tre modi.
1- rendendo più semplici le gare. Dunque una riprogrammazione sportiva. Distanze più brevi, livelli più tollerabili. Non è un caso che i Dilettanti abbiano distanze gara minori, gli Amatori ancora minori, le donne minori, le giovanili minori, ecc.
2- agevolando il recupero degli atleti, anche con i farmaci, con la chimica, in dosi e misure consentite dalla WADA consentendo solo quei farmaci che logicamente vanno ad alterare i valori ematici (entro una misura stabilità) ma lo fanno indirettamente, non manipolando direttamente il sangue. Ogni sport non è uguale all'altro. Il ciclismo ha esigenze differenti dal tiro con l'arco. Uno è uno sport di forza-resistenza, l'altro di destrezza e concentrazione. Perchè i protocolli e le liste dei farmaci sono uguali per tutte le discipline? Non è questione di accettare la logica del doping, ma di guardare in faccia la realtà, riscrivendo le regole di conseguenza. In ogni caso si deve giocare entro le regole.
3 = 1+2
NO DOPING NO PARTY
Ovviamente la certezza che qualcuno sia pulito non possiamo averla. Quindi trovo inutile la domanda: dimmi due nomi puliti. Perchè per rispondere seriamente dovremmo essere i medici che seguono gli atleti. Ma non abbiamo nemmeno le competenze per fare i medici, nè tantomeno seguiamo i ciclisti.
Possiamo però basarci su quelli che sono dei dati di fatto.
Il citato Cunego è un esempio eclatante. La sua squadra Lampre è coinvolta in un'inchiesta della procura, ma su di lui non ci sono sospetti nè pare intercettazioni (a differenza di tanti suoi celebri compagni, a cominciare da Scarponi). Cunego ha mezzi straordinari, eppure vince poco. Ma non gli interessa nemmeno più vincere. Semplicemente punta alla classifica UCI e di punti ne fa una marea, perchè sapendo di non poter vincere punta sulla quantità, non sulla qualità. perchè è sempre tra quelli che arriva a fine anno con più km di gara. Per quest'anno ha detto che proverà a ridurre, puntando di più sulla qualità dei piazzamenti. Vedremo.
La pubblicità e la trasparenza di atleti come Basso e Millar sono una prova importante. Se barano anche adesso sono davvero bravi a farlo. Giocando nelle regole sono molto meno competitivi di prima. E lo hanno dimostrato in tante occasioni, prendendo oltretutto la paga anche sul loro terreno. La differenza è nella qualità che possono mettere nei giorni gara. Perchè senza il doping ematico il recupero è infinitamente minore.
In generale il rendimento è calato. I segnali sono tantissimi.
Il più eloquente è l'orologio. Le stesse salite si fanno più piano, e parecchio.
Nessuno riesce a fare Giro e Tour allo stesso livello. Vedremo se ce la farà quel marziano di Contador. Ma è un'impresa che nemmeno Armstrong considerava, in quanto massacrante arrivare in forma per il Giro e cercare di recuperare la forma per il Tour dopo lo scarico. Praticamente impossibile.
Inoltre se uno fa il fenomeno un giorno, il giorno dopo è sistematicamente a rischio imbarcata. Una volta non succedeva quasi mai, a causa di clamorosi errori, tipo crisi di fame. Adesso lo stesso Contador deve fare attenzione, gestirsi. Vediamo un Giro con un percorso durissimo, in cui Hesjedal vince contro gente più forte solo perchè ha avuto un po' di coraggio in più, mentre gli altri aspettavano sempre e solo gli ultimi km dell'ultima salita, magari in una tappa con quattro colli di prima.
Ma anche nelle corse in linea. Sono finiti i tempi del Bettini che partiva tre volte di fila, in barba a qualsiasi tattica. Lo stesso Vinokourov per vincere la Liegi ha dovuto mettere mano al portafogli

Cosi come aiuti di altro genere sono sempre meno possibili, perchè i controlli sono aumentati, penso anche all'incredibile motorino di Cancellara
La battaglia contro il doping ha portato a sensibili miglioramenti dal punto di vista della credibilità di questo ciclismo. Anche se lo spettatore comune potrà credere il contrario, nel senso che beccano sempre qualcuno, quindi tende a credere che sia uno sport di drogati.
Bene, vada pure a guardare il calcio e il tennis, li sono sicuramente tutti puliti
