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"Di epic fail ne ho a dozzine" cit. 

Siccome però il rispetto per le persone anziane da queste parti non esiste, mi limiterò a raccontare un episodio minore accadutomi recentemente, in settembre, durante un concerto.

Io suono il basso e nel mio gruppo c'è una cantante, ondepercui dal punto di vista canoro le mie mansioni si limitano a delle saltuarie seconde voci o coretti di sottofondo. Questo in tutti i pezzi tranne uno, Iris, cover di un pezzo dei Go Go Dolls, che avendo alcune strofe iniziali piuttosto basse, sono state affidate alla mia voce sensuale  :figo:.

Durante questo concerto per l'appunto, arriviamo, dopo vari pezzi al fatidico lentone, la chitarra parte con i suoi arpeggi introduttivi, quindi do inizio alla mia performance vocale, prima frase, non mi sento in spia, qualcosa non quadra, seconda frase, sguardo interrogativo della cantante al mio fianco, terza frase, mentre incrocio gli sguardi perplessi degli astanti un gesto istintivo della mia mano sinistra corre sul microfono e sposta la levetta dall OFF all'ON, dove per antiche esperienza di fischi ed echi fastidiosi sono solito portarlo quando non canto.

La mia voce s'ode finalmente, fortunatamente evito di darmi del coglione pubblicamente con l'apporto della sopraggiunta amplificazione, ma probabilmente me lo si leggeva in faccia...

veniamo a due piccoli fail

elementari. portano un nuovo carrello che serve alla mensa. dopo aver pranzato, tutti i bambini si avvicinano. il maestro dice non toccatelo. ovviamente si allontana tutti a giocarci. nella mia scuola c'è una piccola discesa, 5 metri, e si decise di usare il carrello per divertirsi. uno partiva, e uno stava in fondo a fermarlo. quando arriva il mio turno parto, solo che non c'è nessuno in fondo a fermarmi: risultato il piano di sopra si stacca.
il maestro ovviamente mi cazzia, e all'uscita si ferma a parlare con mia mamma, con il mio timore che raccontasse l'accaduto, cosa che invece non successe.

superiori. una sera al bowling, si gioca a ping pong, per la precisione un doppio. fra gli spettatori una ragazza, con cui tra l'altro ci avevo provato, ovviamente senza successo, un po' di tempo prima. lei è in piedi sotto una finestra tonda, di circa 60/70 cm di diametro, posta a circa 1.70 di altezza (lei è circa 1.60, da quello che posso ricordare).
io sono dalla parte del tavolo che guarda la finestra, palla che esce di lato e io per fare il figo voglio mandarla in mezzo alla finestra. la direzione è buona, l'altezza meno: presa in pieno in fronte

Bei ricordi del tempo del liceo... durante le lezioni di educazione fisica si voleva sempre giocare a calcetto ma il prof. preferiva farci fare verticali, esercizi ginnici e altre robe da femmine. Oppure si giocava a pallavolo in qualche occasione saltuaria, ma in generale la palla da calcetto non ce la facevano mai vedere.


Finchè un bel giorno incredibilmente il prof. ha ceduto alle nostre continue e pesanti pressioni e ha acconsentito a permetterci di giocare a calcetto. Io ero tutto esaltato (ero già una fighetta a quei tempi, anche se non come il poz, tranquilli ) e volevo spaccare il mondo. Qualche nostra compagna vuole giocare con noi così nelle due squadre si inseriscono due ragazze, una per parte. Ancor più ringalluzzito dall'idea di fare qualche numero davanti alle signorine comincio a giocare tutto esaltato.

Primo pallone che tocco: liscio clamoroso. 

Secondo pallone che tocco: in realtà non lo tocco, mi scontro leggermente con una delle due ragazze, un piccolo contrasto ma nulla di neanche lontanamente violento.




Le ho rotto la rotula.

AHAHAHAHAHAHAHA fantastico 

Ok, giugno 2008, Dilesi (GR), bar La Piatsa (La Piazza, ovviamente, ma il greco traslittera così). Io e la mia compagna di sventura entriamo in quello che pare l'unico locale decente in un paese dove, a parte emigrati dal Pakistan e dall'Albania, pare abitino solo orde di cani randagi, che di notte si aggiravano in bande latrando come forsennati. Immaginatevi che belle dormite mi sono fatta per un mese. Chiediamo due espressi (dio cafedes espresso) alla barista, una giovane donna vestita ed acconciata come quelle che dalle mie parti vengono dette sgarmasse.
Beh, la tipa non capisce. Le ripetiamo, sfoggiando il nostro miglior accento greco che nella calura pomeridiana e dopo n-ore di survey riusciamo a produrre. Niente. Alla terza volta questa dice: Coffee spray?
Io e la mia comare scoppiamo a ridere sguaiatamente e io le dico: "Ma minchia, è sorda???"
Entra nel frattempo un altro avventore e lei si mette di profilo. A me si gela il sangue: un apparecchio acustico le spunta dall'orecchio.
Alla fine ci fa l'espresso, che beviamo nell'imbarazzo più totale. Pagando, lasciamo una piccola mancia e corriamo via.

(to be continued...)

Bisognerebbe aprire " Le epic fail : Sexual Volume. Questo lo si dovrebbe lasciare per quella generriche . 

Ricordo alcolico di qualche anno fa: ero a Milano da poche settimane, ero in appartamento con mia sorella. Una sera vado a trovare un paio di miei vecchi compagno del liceo che abitavano a una decina di minuti di tram, è una serata infrasettimanale e c'è un tempo di merda, quindi si sta in casa, serata pizza-birra-PES-vino-cannabis. Verso le due saluto la compagnia e me ne torno a casa, in condizioni facilmente immaginabili. Arrivo a fatica fino al condominio, infilo con ancora più fatica la chiave del portone nella toppa ed entro. L'ascensore (l'appartamento era al quarto piano) era rotto, per cui sono costretto a trascinarmi su per le scale, dovendo peraltro fare una sosta intermedia perché non ce la facevo. Finalmente vedo la porta, penso solo al letto. Provo a metter dentro la chiave, non ce la faccio. Riprovo, niente da fare. Mi convinco che sia perché mia sorella ha stupidamente lasciato dentro le chiavi. Inizio a bussare piano imprecando sommessamente, nessuna risposta. Provo a bussare un po' più forte, ancora niente. Allora prendo a dare delle gran botte alla porta urlando improperi, dopo un po' arriva la voce di un tizio: "Ooh, chi cazzo è?!?". E' il moroso di mia sorella, penso, e mi incazzo pure di più perché se mi avessero detto che volevano praivasi me ne sarei restato a dormire dai miei amici. "E chi cazzo vuoi che sia??? Apri, [censored]!!!" rispondo battendo nuovamente i pugni sulla porta. Il tizio si alza, evidentemente mi guarda dallo spioncino, dice: "Vai via! Guarda che chiamo la polizia!!". "Ma piantala di dire cazzate!" dico (certo che la voce mi sembra un po' diversa dal solito, penso), "Apri, dai, coglione!". "No! VAI VIA!!!". Mi prende un dubbio. Mi guardo intorno. Sono al terzo piano.
Biascicando parole di scusa mi allontano barcollando, diventando color porpora; il tizio bestemmia e mi insulta pesantemente, e nel salire l'ultima rampa di scale sento che altre porte di quel piano si aprono per capire cosa stesse succedendo nel pieno della notte. Meno male che almeno loro non mi hanno visto... Sono stato in quell'appartamento ancora per due anni, quel tizio non ho mai saputo che faccia avesse e se per caso ci siamo incontrati lui non ha mai detto niente. Nel caso però io un cartone me lo sarei lasciato tirare senza fiatare troppo. :D

riallacciandomi a quanto detto da Sancho, racconto quanto accaduto ad un mio compagno di corso
serata molto alcolica, non mi hanno saputo dire quanto hanno lasciato in cicchetti, ma sembra circa un 20€ a testa (più quello che avevano bevuto prima)
nel tornare a casa, questo mio compagno vomita ogni 10 metri, e un altro mio compagno, molto grosso, è praticamente costretto a tirarselo dietro.
il mio compagno si dirige al suo appartamento, nella zona della stazione. prova ad entrare nella porta d'ingresso al palazzo, ma rompe la chiave dentro. suona, ma nessuno gli apre.
allora prende e va a dormire nella sala d'aspetto della stazione, dove alla mattina presto viene svegliato da un capotreno chiedendo se aveva il biglietto.
poi se n'è tornato a casa, senza ovviamente dire in giro che aveva rotto lui la chiave dentro la serratura della porta

Una recente che purtroppo non renderà a sufficienza, ma che mi ha causato tanta simpatia.

Aeroporto JFK di NY.
"What is your job, sir?"
"Baseball scout"
"Right sir. Do you have a gun on you?"
"No, I left mine at home, they'll give me one here and I'll use it in tomorrow's game on the kids"

Ovviamente, visto il contesto e la domanda appena fatta e visto che mi viene chiesto quasi sempre, non può che avermi chiesto di questa, no?

No.

"Please step this way, sir."

Poi vabbè, mentre scrivo mi hanno da poco scambiato per un corriere della droga a Santo Domingo e mi hanno portato in un ufficio (no, mi spiace, niente perquisizione corporale :lol2: ) mentre mi accenno a tornare a casa. Evidentemente ho una faccia simpatica.

Paperone ha scritto: riallacciandomi a quanto detto da Sancho, racconto quanto accaduto ad un mio compagno di corso
serata molto alcolica, non mi hanno saputo dire quanto hanno lasciato in cicchetti, ma sembra circa un 20€ a testa (più quello che avevano bevuto prima)
nel tornare a casa, questo mio compagno vomita ogni 10 metri, e un altro mio compagno, molto grosso, è praticamente costretto a tirarselo dietro.
il mio compagno si dirige al suo appartamento, nella zona della stazione. prova ad entrare nella porta d'ingresso al palazzo, ma rompe la chiave dentro. suona, ma nessuno gli apre.
allora prende e va a dormire nella sala d'aspetto della stazione, dove alla mattina presto viene svegliato da un capotreno chiedendo se aveva il biglietto.
poi se n'è tornato a casa, senza ovviamente dire in giro che aveva rotto lui la chiave dentro la serratura della porta

Qui dentro si raccontano gli epic fail dei forumisti, non dei compagni di corso dei forumisti.

O tu forse pap non hai mai vissuto un epic fail? :hehe: :D

Dazed and Confused ha scritto: Qui dentro si raccontano gli epic fail dei forumisti, non dei compagni di corso dei forumisti.

O tu forse pap non hai mai vissuto un epic fail? :hehe: :D

come Teo, tendo a dimenticarli

Paperone ha scritto: una sera al bowling, si gioca a ping pong

non fa una piega :gazza:

Avevo circa ventisei anni, e gironzolavo per Sydney senza una meta, quando un mio vecchio amico mi propose un barbecue sulla spiaggia. Mi dissi: non posso certo rinunciare a una ghiotta occasione per mostrare la mia prestanza fisica. Ci andrò spalleggiato da un silente ungherese e delle ottime birre locali.
Il pomeriggio trascorse piacevolmente tra rutti, battute da premio Ciombe e sguardi nostalgici buttati verso l'oceano. Ma non ci bastava. Il mio amico, conosciuto in altra sede con il soprannome di Rodman per la sua dominanza a rimbalzo, voleva dedicarsi ad un passatempo ludico. E cosa c'è di meglio di una salutare partita a racchettoni quando il tramonto si avvicina su una spiaggia australiana?

Ottenute le racchette in prestito da una ragazza spagnola, si poteva cominciare. Partita spettacolosa fin dall'inizio. Rod mi proponeva una palla corta dietro l'altra, io rispondevo con pallonetti d'alta scuola. Gli astanti contemplavano estasiati. Finché non ritenni giunta l'ora di prendere definitivamente il sopravvento. Ci voleva un dritto potente che non gli lasciasse scampo. Colpii con veemenza. La racchetta si spezzò in due, con sommo piacere della proprietaria.

Ma noi non eravamo paghi. Rod si procurò un'altra racchetta (ben più solida, va detto), lasciandomi l'unica supersiste della coppia precedente di racchette. Con la nuova accordatura i colpi di Rod filavano veloci, per cui dovetti tirare fuori l'arma segreta: il mio celebre tuffo sul posto, che consiste nel cascare sulle ginocchia fingendo uno sforzo improbabile (ed eventualmente poi rotolarsi sulla sabbia tipo Pagluca negli ultimi anni di carriera). Riuscii miracolosamente a salvare due palle, ma la sua potenza devastante mi stava mettendo sotto. Ad un certo punto un suo rovescio angolato sembrava davvero imprendibile. Scattai, ma dopo il primo passo incespicai in un alga o forse nei miei stessi piedi. Nel cadere puntai la racchetta sulla sabbia per provare un estremo tuffo verso la pallina. Crac. Spezzata in due anche quella.


EPICO.


Ah, Rod, ancora più epico il fatto che ritornato a casa ho continuato a bere vino offertomi dall'ungherese a cena e mi sono addormentato sul divano. Svegliatomi verso le 11 ho letto il tuo messaggio ma ero francamente impresentabile.

rene144 ha scritto: "Right sir. Do you have a gun on you?"
"No, I left mine at home, they'll give me one here and I'll use it in tomorrow's game on the kids"

ahahahahahahahahah :lol2:

Probabilmente già raccontata.

Mattinata uggiosa per andare a scuola, io faccio il brillante e carico tutti sulla mia Uno Rap per andare a far forca in un noto centro commerciale della zona.
Tutta la mattinata vissuta col terrore, visto che a volte a scuola mia telefonavano se eri assente, ma dopo mezzogiorno sapevamo che il pericolo era scampato. Alle 12.30 eravamo tutti contenti e felici e decidiamo di tornare verso casa.

Accompagno il prima un mio amico che mi lascia dicendo: "Oh, ora la puoi incasinare solo te!"

Detto fatto.
Primo incrocio, buco clamorosamente, una Mercedes mi prende in pieno.
Io illeso, ma con 5 punti in meno sulla patente ma soprattutto senza un viaggio in America già pronto che mio padre mi toglie dopo aver scoperto che avevo fatto forca.

Fail.