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C'era una volta il Cinema

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da BigSleepy » 05/02/2018, 10:47

Gerry Donato ha scritto: 02/02/2018, 12:43
Per me è un film proprio brutto sotto quasi ogni profilo: sceneggiatura, scenografia, recitazione, fotografia, non si salva niente.
Ma proprio tutto quello che a me non è piaciuto pare essere il motivo di cotanto successo: il clima ovattato ed algido, le dissolvenze ed i giochi col fuoco scentrato, quell'effetto calza di Berlusconi nel formato, la genuinità del giovane attore, lo sviluppo dei personaggi.

Intanto terrificante per noi italiani ascoltare quel mix di pronuncia straniera che affossa completamente la veridicità del contesto e raffredda il tentativo di "realismo" che si vuole dare alle colline italiane ed all'estate borghese italiana dei primi anni '80, per altro in quel classico modo stereotipato con cui un italiano vuole raffigurare i suoi compaesani per tranquillizzare gli stranieri alla visione (c'è spazio pure per Mussolini, eddai su).

Ma è soprattutto la finzione forzata ed unidirezionale del sentimento (l'amore è un'altra cosa, sia chiaro subito) che prevarica l'avvicinamento spontaneo dei due protagonisti. Manca cioè quello sviluppo "rimandapiaceri realista" come lo intendo io, ovvero quel frutto di attese, sussurri, ostacoli, sorprese, scoperte, per capirci un po' sulla falsariga di Prima dell'alba o volendo restare in tema (ma per me è ancora agghiacciante che sia necessario distinguere tra storia eterosessuale e storia omosessuale) I segreti di Brokeback Mountain e Vita di Adele.

E' proprio la chimica tra i due che non funziona ai miei occhi, gay, lesbo o etero che sia la passione. E quindi anche la parte tratteggiata bene da Guadagnino, ovvero l'irrefrenabile purezza del desiderio sessuale del giovane Elio, trova proprio nel suo sviluppo il cliché che il regista voleva evitare, specie con l'agghiacciante ruolo delle comparse femminili.

Alla fine poteva pure essere una storia di passione che a me non è piaciuta e finita lì, ma ciò che rende indifendibile il film riverberandosi su tutto ciò che è stato prima è il finale: didascalico all'ennesima potenza con lezioncina open mind del genitore evoluto, rigorosamente straniero (un italiano non potrebbe essere mai così aperto e sensibile) ed intellettualmente sereno (i libriiii) che insegna a noi e ad Elio la vita, fa addirittura venire la suggestione che il bellimbusto americano piazzato nella camera del figlio fosse stata proprio una sorta di iniziazione programmatica voluta dagli stessi genitori. Ed un finale a sorpresa del genere, paradossalmente, sarebbe stato un colpo di genio.

Forse il mio difetto più grande è non aver letto prima il romanzo.

Eccomi, visto questo weekend. A me è piaciuto moderatamente, è un buon film ma di certo non un capolavoro come lo si vuol dipingere.
Sono d'accordo con alcune delle cose che dici, meno su altre. Tecnicamente l'ho trovato ben fatto ma senza particolari guizzi. Ho apprezzato particolarmente l'atmosfera bucolica che il film ricrea magnificamente.
Recitazione mah, alla fine bravo davvero è solo il ragazzino.
E' vero che ci sono degli scricchiolii nel come nasce il rapporto tra i due, troppo frettoloso e a tratti innaturale, è anche vero che si tratta di un amore estivo, e in quanto tale fugace nel suo nascere e morire.

Ecco, non sono d'accordo sul discorso del padre, anche perchè usa belle parole per veicolare un messaggio semplicissimo, che tra l'altro ha ben poco a che vedere con la sessualità del figlio, e che si può sintetizzare in "sii contento che hai vissuto un sentimento e una passione che potrebbe essere irripetibile e che alcune persone non provano mai nella vita".

Ripeto, buono ma di certo non da strapparsi i capelli e non da Oscar.

Film abbastanza diversi ma il paragone viene spontaneo, la Vie d'Adele è un film di ben altra caratura.

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da Gerry Donato » 05/02/2018, 20:17

Dietto ha scritto: 04/02/2018, 15:57
ride_the_lightning ha scritto: 04/02/2018, 14:51

Tre Manifesti a Ebbing e ti passa tutto.

Provvederò. Così come l'ora più buia e the post.



Beh, due discrete mattonate, ma soprattutto The Post non è facilissimo da digerire.

Magari non siamo ai livelli di Lincoln, ma insomma poco ci manca e bisogna essere grandi appassionati di queste vicende del giornalismo USA d'assalto per apprezzare 2 ore di film tutto negli interni o di redazioni di giornali o delle abitazioni di editori e redattori.

Detto che non so quanto nel 2018 si possa entrare in feeling con la vicenda di carte esclusive sulla guerra del Vietnam da pubblicare o meno, è un'altra storia fortissimamente statunitense anche per tanti nomi, citazioni e dettagli che francamente ai più saranno sconosciuti. E ci si perde in un attimo senza un ripasso. :noia: Almeno Tutti gli uomini del presidente era del 1976.

Con le dovute proporzioni (perché è un film sul giornalismo ed i suoi limiti, non sul Vietnam), penso sia un po' come far digerire agli americani un film sul caso Consip, anche diretto da Sorrentino ed interpretato da Servillo: non giurerei sul successo di critica e pubblico.

Poi su recitazione e tecnica poco da dire, anche se dopo un po' la camera dinamica che segue alle spalle gli spostamenti dei protagonisti ricorda più una puntata del Lion Trophy Show :laughing:

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da PENNY » 05/02/2018, 20:34

Gerry Donato ha scritto: 05/02/2018, 20:17 Beh, due discrete mattonate, ma soprattutto The Post non è facilissimo da digerire.

Magari non siamo ai livelli di Lincoln, ma insomma poco ci manca e bisogna essere grandi appassionati di queste vicende del giornalismo USA d'assalto per apprezzare 2 ore di film tutto negli interni o di redazioni di giornali o delle abitazioni di editori e redattori.

Detto che non so quanto nel 2018 si possa entrare in feeling con la vicenda di carte esclusive sulla guerra del Vietnam da pubblicare o meno, è un'altra storia fortissimamente statunitense anche per tanti nomi, citazioni e dettagli che francamente ai più saranno sconosciuti. E ci si perde in un attimo senza un ripasso. :noia: Almeno Tutti gli uomini del presidente era del 1976.

Con le dovute proporzioni (perché è un film sul giornalismo ed i suoi limiti, non sul Vietnam), penso sia un po' come far digerire agli americani un film sul caso Consip, anche diretto da Sorrentino ed interpretato da Servillo: non giurerei sul successo di critica e pubblico.

Poi su recitazione e tecnica poco da dire, anche se dopo un po' la camera dinamica che segue alle spalle gli spostamenti dei protagonisti ricorda più una puntata del Lion Trophy Show :laughing:

Ammetto di aver perso qualche riferimento, da totale profano della vicenda, così come qualche nome che ogni tanto veniva fuori, quindi posso capire le critiche sulla pesantezza e la difficoltà di ricezione per noi europei (portate pari pari da chi era con me in sala in termini anche più severi), ma io l'ho trovato cinema di altissimo livello, 2 ore in cui Spielberg ti prende per mano e ti porta con lui a scoprire l'ennesimo piccolo pezzo di storia americana.
Come ben dici è tutto girato in interni, ma Spielberg riesce a non rendere mai pesante la mancanza di spazi, e ci sono alcune scene orgasmiche per come muove gli attori e la macchina da presa in pochi metri quadri, come fosse la coreografia di un balletto del Bolshoi.
Non siamo nei dintorni del capolavoro, e lo metterei sotto altri film per la statuetta importante quest'anno, ma il vecchio enfant prodige di Hollywood ha dimostrato per l'ennesima volta che quando c'è da raccontare una storia per immagini rimane ancora oggi uno con pochi eguali al mondo

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da Gerry Donato » 05/02/2018, 20:41

PENNY ha scritto: 05/02/2018, 20:34
Gerry Donato ha scritto: 05/02/2018, 20:17 Beh, due discrete mattonate, ma soprattutto The Post non è facilissimo da digerire.

Magari non siamo ai livelli di Lincoln, ma insomma poco ci manca e bisogna essere grandi appassionati di queste vicende del giornalismo USA d'assalto per apprezzare 2 ore di film tutto negli interni o di redazioni di giornali o delle abitazioni di editori e redattori.

Detto che non so quanto nel 2018 si possa entrare in feeling con la vicenda di carte esclusive sulla guerra del Vietnam da pubblicare o meno, è un'altra storia fortissimamente statunitense anche per tanti nomi, citazioni e dettagli che francamente ai più saranno sconosciuti. E ci si perde in un attimo senza un ripasso. :noia: Almeno Tutti gli uomini del presidente era del 1976.

Con le dovute proporzioni (perché è un film sul giornalismo ed i suoi limiti, non sul Vietnam), penso sia un po' come far digerire agli americani un film sul caso Consip, anche diretto da Sorrentino ed interpretato da Servillo: non giurerei sul successo di critica e pubblico.

Poi su recitazione e tecnica poco da dire, anche se dopo un po' la camera dinamica che segue alle spalle gli spostamenti dei protagonisti ricorda più una puntata del Lion Trophy Show :laughing:

Ammetto di aver perso qualche riferimento, da totale profano della vicenda, così come qualche nome che ogni tanto veniva fuori, quindi posso capire le critiche sulla pesantezza e la difficoltà di ricezione per noi europei (portate pari pari da chi era con me in sala in termini anche più severi), ma io l'ho trovato cinema di altissimo livello, 2 ore in cui Spielberg ti prende per mano e ti porta con lui a scoprire l'ennesimo piccolo pezzo di storia americana.
Come ben dici è tutto girato in interni, ma Spielberg riesce a non rendere mai pesante la mancanza di spazi, e ci sono alcune scene orgasmiche per come muove gli attori e la macchina da presa in pochi metri quadri, come fosse la coreografia di un balletto del Bolshoi.
Non siamo nei dintorni del capolavoro, e lo metterei sotto altri film per la statuetta importante quest'anno, ma il vecchio enfant prodige di Hollywood ha dimostrato per l'ennesima volta che quando c'è da raccontare una storia per immagini rimane ancora oggi uno con pochi eguali al mondo

Assolutamente, per i puristi non credo si possa discutere.

Mettevo solo in guardia sulla possibilità di non entrare in feeling con la vicenda, anche se consiglierei di portare pazienza dopo la prima mezzora ostica perché poi gli eventi vanno in crescendo di pathos.

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da francilive » 06/02/2018, 18:40

Quanto a... SONO TORNATO
Peccato sia un cesso di film, perché se cinematograficamente valesse almeno la metà della controparte tedesca, poteva davvero uscire qualcosa di molto interessante.
Ottimo Popolizio, apprezzabile il messaggio, ma il risultato è davvero troppo intriso di mediocrità per sperare nella ribalta.
Miniero, non cosi (quasi cit.)

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da francilive » 06/02/2018, 18:47

THE POST
Spielberg torna con una storia americana. Non conoscevo i dettagli. Il film li racconta in modo esaustivo, precedendo sostanzialmente gli eventi del Watergate, da cui seguirà l'inevitabile Epifania di Nixon.
L'America si ritrova a fare i conti con la propria coscienza, ed in ballo c'è la libertà di stampa, metafora di qualcosa che riguarda il sentimento generale di una nazione tradita dai suoi poteri forti.
Un film per bene, che Spielberg dirige con la consuetà sobrietà. Il cast, in cui spicca un ispiratissimo Bob Odenkirk, non ha certo bisogno di presentazioni.

Consigliatissimo.
Ultima modifica di francilive il 06/02/2018, 19:17, modificato 1 volta in totale.

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da francilive » 06/02/2018, 18:52

THE DARKEST HOUR
E' Dunkirk visto dall'altra parte della Manica. Le tinte narrative ricordano molto Lincoln, con l'inevitabile intreccio delle vicende personali dei protagonisti. Nei panni di Churchill un grande Gary Oldman, ma questo lo sapevamo già.
Film forse troppo carico di retorica, per quanto gli eventi si prestino in maniera esemplare al cadere nella tentazione.
Una storia da conoscere, che Joe Wright ci racconta con grande mestiere.
Un must, per gli appassionati della storia del Novecento.

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da RizzK8 » 06/02/2018, 18:57

Adesso, io non vorrei sembrare il bastian contrario... Ma ho visto Dunkirk settimana scorsa.
Ok, non c'era l'effetto cinema e blablabla... Ma onestamente, secondo me,

Immagine


Credo di essermi raramente annoiato così in vita mia.
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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da francilive » 06/02/2018, 19:15

TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI
Avete già detto praticamente tutto riguardo a questo grandissimo film.
La cosa che mi ha maggiormente sorpreso è la qualità del cast. Sam Rockwell si conferma il miglior squilibrato possibile, tant'è che non puoi non fare il tifo per lui, a dispetto di due mostri sacri come Harrelson e la McDormand. Abbie Cornish meravigliosa come al solito. In un contesto artisticamente cosi elevato, persino Dinklage sembra uno dei tanti. Non credo ci sia altro da aggiungere.
Consigliatissimo.

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da BigSleepy » 07/02/2018, 15:57

Sam Rockwell per me è da sempre uno degli attori più sottovalutati di Hollywood.

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da Bonaz » 07/02/2018, 23:56

Non capisco come non si possa candidare questa Kate Winslet all'Oscar! :nono:
rodmanalbe82 ha scritto:Bonaz ridefinisce il concetto di "come lavorare a fine luglio" :truzzo:
ripper23 ha scritto:Bonaz porta la voglia di non fare un cazzo in ufficio a livelli ineguagliabili :notworthy:
Bluto Blutarsky ha scritto:Annuntio vobis gaudium magnum, habemus Bonaz

:appl: :appl: :appl:

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da Bluto Blutarsky » 08/02/2018, 10:52

The Post non è un brutto film, la difesa della libertà della stampa e del suo ruolo di watchdog del potere è sincera e accorata (originale no, ma sincera sì).

Però a me quello di Spielberg continua a sembrare un cinema tremendamente vecchio. Un cinema che non c'entra più niente con la strada che i migliori film americani hanno preso da una quindicina d'anni a questa parte (diciamo dall'11 settembre in poi).

Fate il confronto fra Tre Manifesti e The Post e avrete la misura di quello che intendo.
Il primo sfuma i contorni, lavora sui mezzi toni, sui silenzi, confonde le distinzioni tra buoni e cattivi e affonda le mani nel vero marcio dell'America: coloro che la abitano, ancora intrisi di razzismo, omofobia e violenza.
Il secondo ti fa capire dal primo istante dove sta il bene, identifica i cattivi in un potere lontano e oscuro (le inquadrature della finestra con Nixon in penombra che parla come Lex Luthor sono imbarazzanti) ma comunque ci dice che gli Stati Uniti hanno al loro interno gli anticorpi per sopravvivere (l'avvocato del Ponte delle Spie, i giornalisti qui), abbonda con la retorica, per far capire i tormenti dei suo personaggi non trova di meglio che farglieli raccontare in interminabili dialoghi, assolve il popolo americano da qualunque peccato (c'è pure la ragazza che lavora per il governo ma segretamente parteggia per il Post).

Di fatto The Post è l'equivalente americano del discorso di fine anno di Mattarella. Fatto bene, ma non c'entra niente con il paese reale.

Captain Philips, Sully, Il Ponte delle spie, questo film... Tom Hanks ormai è l'istituzione americana. Sta già diventando un'icona prima ancora di sfiorire come attore. Peccato, detto da uno che l'ha adorato. Se la cava meglio Meryl Streep, ma c'è un motivo: in The Post è quasi più interessante il discorso sul ruolo della donna che quello sul giornalismo.
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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da SafeBet » 08/02/2018, 20:38

Gerry Donato ha scritto: 02/02/2018, 12:43 Per me è un film proprio brutto sotto quasi ogni profilo: sceneggiatura, scenografia, recitazione, fotografia, non si salva niente.
Ma proprio tutto quello che a me non è piaciuto pare essere il motivo di cotanto successo: il clima ovattato ed algido, le dissolvenze ed i giochi col fuoco scentrato, quell'effetto calza di Berlusconi nel formato, la genuinità del giovane attore, lo sviluppo dei personaggi.

Intanto terrificante per noi italiani ascoltare quel mix di pronuncia straniera che affossa completamente la veridicità del contesto e raffredda il tentativo di "realismo" che si vuole dare alle colline italiane ed all'estate borghese italiana dei primi anni '80, per altro in quel classico modo stereotipato con cui un italiano vuole raffigurare i suoi compaesani per tranquillizzare gli stranieri alla visione (c'è spazio pure per Mussolini, eddai su).

Ma è soprattutto la finzione forzata ed unidirezionale del sentimento (l'amore è un'altra cosa, sia chiaro subito) che prevarica l'avvicinamento spontaneo dei due protagonisti. Manca cioè quello sviluppo "rimandapiaceri realista" come lo intendo io, ovvero quel frutto di attese, sussurri, ostacoli, sorprese, scoperte, per capirci un po' sulla falsariga di Prima dell'alba o volendo restare in tema (ma per me è ancora agghiacciante che sia necessario distinguere tra storia eterosessuale e storia omosessuale) I segreti di Brokeback Mountain e Vita di Adele.

E' proprio la chimica tra i due che non funziona ai miei occhi, gay, lesbo o etero che sia la passione. E quindi anche la parte tratteggiata bene da Guadagnino, ovvero l'irrefrenabile purezza del desiderio sessuale del giovane Elio, trova proprio nel suo sviluppo il cliché che il regista voleva evitare, specie con l'agghiacciante ruolo delle comparse femminili.

Alla fine poteva pure essere una storia di passione che a me non è piaciuta e finita lì, ma ciò che rende indifendibile il film riverberandosi su tutto ciò che è stato prima è il finale: didascalico all'ennesima potenza con lezioncina open mind del genitore evoluto, rigorosamente straniero (un italiano non potrebbe essere mai così aperto e sensibile) ed intellettualmente sereno (i libriiii) che insegna a noi e ad Elio la vita, fa addirittura venire la suggestione che il bellimbusto americano piazzato nella camera del figlio fosse stata proprio una sorta di iniziazione programmatica voluta dagli stessi genitori. Ed un finale a sorpresa del genere, paradossalmente, sarebbe stato un colpo di genio.

Forse il mio difetto più grande è non aver letto prima il romanzo.
concordo su quasi tutti i difetti enucleati da gerry.
rimane un film interessante nella forma, quando non scade nello spot turistico (il che succede abbastanza spesso, purtroppo). ma è un film che non mi ha mai emozionato, mai strappato una lacrima, ma nemmeno chiesto un sorriso. alcune scene non so sinceramente come abbiano passato il montaggio.

tre manifesti ****
dunkirk ****
get out ***/
chiamami col tuo nome **/

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da francilive » 08/02/2018, 22:57

Insomma. Quando c è da salvare l america, basta chiamare tom hanks :forza:

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da ripper23 » 09/02/2018, 11:36

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Un film eccellente fino alla mezz'ora finale parzialmente rovinato da 2-3 scene negli ultimi 30 minuti di una retorica davvero eccessiva anche per un film come questo. Peccato perche' la storia in se' e il personaggio sono gia' abbastanza epici da non dover ricorrere necessariamente a la bambina che nella metropolitana grida "non ci arrenderemo ai nazisti" a Wiston Churchill convincendolo. Il risultato complessivo rimane comunque positivo senza essere ottimo. Questa e' la tipica interpretazione che ti fa guadagnare considerazione dall'Academy e Oldman qui se la merita tutta.

Qualcuno aveva usato Lincoln come termine di paragone. Sinceramente vedo pochi paralleli a parte la grande interpretazione dell'attore protagonista. Per il resto Lincoln era un polpettone insopportabile anche per i piu' grandi appassionati di storia, mentre questo film riesce molto meglio ad illustrare le varie sfaccettature psicologiche del protagonista e la gravita' del momento storico.

Fresh!

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