Re: Musica - Volume III
Inviato: 24/11/2020, 10:42
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frog ha scritto: 24/11/2020, 9:38ride_the_lightning ha scritto: 24/11/2020, 9:30 Però io un poco mi ci rivedo nel discorso di @DOMA. Non so se sono allineato con la sua visione, per carità.
Ho sempre trovato ridondante la comparazione tra epoche lontane. Il mercato musicale è diverso, l'industria culturale è differente, la frammentazione musicale è ancor più diversa. Probabilmente così su due piedi non si trovano nomi "big" come il passato, semplicemente perché il mercato e gli ascoltatori sono differenti, con esigenze differenti.
Secondo te, se Fabrizio De Andrè oggi avesse trentanni, sarebbe un cantautore che ci delizia con le sue perle, oppure avrebbe continuato a lavorare in qualche oscuro ufficio genovese, magari incidendo qualcosa per diletto, disperso tra i mille rivoli di internet.
ride_the_lightning ha scritto: 24/11/2020, 10:44frog ha scritto: 24/11/2020, 9:38
Secondo te, se Fabrizio De Andrè oggi avesse trentanni, sarebbe un cantautore che ci delizia con le sue perle, oppure avrebbe continuato a lavorare in qualche oscuro ufficio genovese, magari incidendo qualcosa per diletto, disperso tra i mille rivoli di internet.
Eh. Te la butto lì frog, provocazione per provocazione: se De Andrè avesse 30 anni e fosse nell'oggi -quindi prendiamo il mondo e la società italiana/internazionale proprio come si è evoluta, in modo un po' distopico, lo so, ma per giocare- io ti dico che sarebbe di più verso lo scenario che ti ho evidenziato. Magari non avrebbe inciso per diletto, quello no. Ma mi lancio nel dirti che sarebbe stato il capostipite di una nicchia. Apprezzato, stimato, ma dentro una nicchia.
Per me anche oggi ci sono etichette discografiche, produttori che puntano sulla qualità. Semplicemente la musica per come "vive" oggi non passa più solo per le major o le grandi etichette. Ma in altri canali, che hanno le loro logiche, che si auto alimentano e che provano a sopravvivere nonostante il contesto non facile. Magari in misura minore in Italia, sicuramente di più all'estero. La frammentazione è vita per la musica di oggi.
Poi esiste ancora il mondo mass.
Che ha le sue logiche e ragiona su una galassia a sé. Senza accezione negativa o positiva. Ragionamento contorto, ma spero si capisca.
Bluto Blutarsky ha scritto: 24/11/2020, 10:52 Il paragone fra epoche storiche diverse è sempre scivoloso. Però è vero che, come nel cinema, anche nel cantautorato italiano c'è la sensazione che ci sia stato un passato glorioso in cui nasceva un fuoriclasse dopo l'altro e che oggi non è più così.
Se una spiegazione c'è, probabilmente va cercata nel contesto. Quella generazione è anche cresciuta in un'industria che poteva permettersi di "aspettare" un artista, di farlo crescere.
Guccini ricorda sempre che lui ha avuto successo al quarto album. Oggi al quarto album senza riscontro di pubblico non ci arriva nessuno.
frog ha scritto: 24/11/2020, 9:31Bluto Blutarsky ha scritto: 23/11/2020, 14:33
Quoto.
La trasmissione è molto bella, è già alla terza o quarta stagione. Su Sky Arte (canale 120) danno spesso la vecchie puntate in replica.
Ci sono ancora tutte su on demand, una goduria da vedere, si possono sentire degli aneddoti direttamente dalla voce di chi quei pezzi storici li ha incisi o prodotti, puoi riascoltare le tracce dei singoli strumenti e sentire da chi li ha suonati come è nato un determinato riff, alcune chicche che mi vengono in mente, scoperte grazie alla visione di queste puntate:
- La Maionchi che risponde al telefono di un disperato Alberto Fortis, tenuto a freno a Roma dal famoso Vincenzo (Micocci), in cerca d'aiuto a Milano.
- Vasco Rossi che, convinto a forza da Curreri ad incidere il suo primo album, scappa dalla prima sala d'incisione che aveva scelto, perchè gli chiedono di montare la batteria in corridoio, e trova una sala d'incisione nella strada a fianco per caso.
- Dalla che passa tutta la notte da solo in sala d'incisione per scrivere il testo di L'anno che verrà, mentre sta aspettando Ron bloccato dalla nebbia.
- Battiato che se ne va in giro con il nastro del suo album, dicendo che l'ha fatto per vendere un milione di copie, cosa che puntualmente avviene.
- Il figlio di Graziani che scopre un inedito in sala d'incisione, nascosto tra i nastri originali dell'album Pigro.
- Dalla che vorrebbe far reincidere da capo tutto l'album a Carboni.
Sì e no. Due anni fa Brunori si è preso le classifiche e le radio con 'La Verità'. Non voglio analizzare nè l'artista in questione nè il pezzo nè voglio fare un confronto tra lui e i mostri sacri di cui sopra ma la sua proposta è quella. E ha funzionato.ride_the_lightning ha scritto: 24/11/2020, 11:07Bluto Blutarsky ha scritto: 24/11/2020, 10:52 Il paragone fra epoche storiche diverse è sempre scivoloso. Però è vero che, come nel cinema, anche nel cantautorato italiano c'è la sensazione che ci sia stato un passato glorioso in cui nasceva un fuoriclasse dopo l'altro e che oggi non è più così.
Se una spiegazione c'è, probabilmente va cercata nel contesto. Quella generazione è anche cresciuta in un'industria che poteva permettersi di "aspettare" un artista, di farlo crescere.
Guccini ricorda sempre che lui ha avuto successo al quarto album. Oggi al quarto album senza riscontro di pubblico non ci arriva nessuno.
Capisco il tuo ragionamento Bluto, secondo me però attenui troppo il valore del tuo "se una spiegazione c'è" che come pesi dovrebbe avere una % davvero ben più maggiore. Perché il contesto determina tutto, in ambito musicale poi si parla di evoluzioni sonore. Di scene completamente nuove. Di fruibilità e mercati trasformati. È impossibile non pensare che questo non incida e questi ragionamenti per me sono collegati a un nuovo concetto di "aspettare" un artista.
Questo "contesto" come lo hai chiamato tu e come l'ho descritto io ha determinato altre logiche nel pensiero degli artisti stessi. Oh, quel bastardo di Ek a cui dò pure i soldi non più di qualche mese fa si inventa di dare dei "pigri" agli artisti che non dovrebbero più tergiversare tra un album e l'altro con i tempi di 2/3 anni tra un lavoro e l'altro, perché se vuoi star sulla cresta dell'onda in un servizio streaming che detta il mercato musicale e ti paga uno schifo, quella è la logica. Che esula però dall'aspettare l'artista nell'accezione classica. Come dire: stessa frase, significato diverso sotto il vestito.
Sulla frase boldata. Però di cosa stiamo parlando? Mondo pop? Successo nazionalpopolare? Perché di artisti che arrivano a 5/10 dischi se ne trovano. C'è anche riscontro di pubblico, ma il pubblico è nicchia allargata. Non è Radio 105 o Rai 1 Ma, ripeto, è nella nicchia allargata che sta il vero successo di oggi.
Mi permetto di intervenire nella speranza di dare un piccolo (anche se magari non richiesto) contributo, sperando di non andare in offtopic.DOMA ha scritto: 24/11/2020, 11:11 Ma siamo ancora qui a parlare delle differenze dei cambiamenti del mercato discografico 15anni dopo l'esplosione di internet e filesharing?! Con i socialmedia e lo streaming?
(Sembro acp...)
Il modello del poprock anni 60-80 è MORTO, non c è piu quel mercato, non ci sono piú quelle marginalità, le vendite dei dischi sono decimate. C è meno propensione mainstream a prender rischi, ci son meno soldi per permettere agli artisti di fare gli "artisti" (la PDU di Mina Mazzini che pubblica Cacciapaglia, GuruGuru PopolVuh etctc)
Il ruock è morto, è un genere/un mezzo e si sta estinguendo come è successo a..la musica barocca?! (O i canti popolari cari a Carpitella)
Ed è un mezzo vissuto poco piu di 50anni su 5secoli di musica "scritta"
quella chiusura ha sempre emozionato anche me.frog ha scritto: 24/11/2020, 9:02
Personalmente quando sento il rantolo finale di questa cover mi salgono i brividi su per la schiena, sarà perché siamo nati solo a circa un paio di settimane di distanza, ma credo sia l'artista che più mi emoziona a livello interiore quando lo ascolto, anche se i suoi testi sono spesso al limite dell'assurdo, parlo proprio di vibrazioni.
No ma infatti scusate voi se l'OT esagerato l'ho creato io...
No, certo che non se lo mette il parrucchino, ma ti assicuro che l'utenza di ascoltatori di musica barocca, pur non essendo così visibile come quella degli ascoltatori del classicismo e del romanticismo, è molto nutrita, e a sentire composizioni per clavicembalo solo ci va anche. Infatti la musica barocca, pur non essendo più composta (e non avrebbe senso farlo oggi), viene ancora molto eseguita, studiata ed ascoltata.DOMA ha scritto: 25/11/2020, 9:24 Mi son espresso male con musica barocca estinzione, ma sí è come diceva Lavoisier. Chiaro però che oggi nessuno si mette il parrucchino e il broccato per andar a sentire una composizione per clavicembalo ecco...