PENNY ha scritto:La famiglia Bélier può piacere o meno, ma a chi non vengono gli occhioni lucidi sulla scena finale dell'esibizione davanti alla famiglia vuol dire che è arido dentro
Sempre. Quando parte con i gesti è troppo.
PENNY ha scritto:La famiglia Bélier può piacere o meno, ma a chi non vengono gli occhioni lucidi sulla scena finale dell'esibizione davanti alla famiglia vuol dire che è arido dentro
Frizzi ha scritto:qualcuno ha visto Eight Days a Week?
PENNY ha scritto:Frizzi ha scritto:qualcuno ha visto Eight Days a Week?
Vai sul velluto.
Costa un po' ma ne vale la pena
Bluto Blutarsky ha scritto:http://www.repubblica.it/spettacoli/cin ... ef=HRERO-1
Fuocoammare selezionato come portabandiera italiano ai prossimi Oscar.
Difficile finire in nomination, ma non impossibile.
Pro: tratta il tema più drammaticamente attuale di questo momento storico, l'Academy potrebbe apprezzare
Contro: è un film insolito, una via di mezzo tra docu e fiction, potrebbe risultare un po' ostico.
A me fa piacere perché lo trovo bellissimo, e poi la concorrenza era quella che era. Perfetti sconosciuti era difficile immaginarselo agli Oscar, così come Jeeg Robot (pensare di impressionare gli americani sul loro campo era complicato). Forse si poteva azzardare un Suburra, che era il giusto compromesso tra spettacolo, cronaca e qualità.
L'unico film che è riuscito a commuovermi rimane LionheartPENNY ha scritto:La famiglia Bélier può piacere o meno, ma a chi non vengono gli occhioni lucidi sulla scena finale dell'esibizione davanti alla famiglia vuol dire che è arido dentro
Poi guardi "L'estate addosso". Sei consapevole del ritorno di Muccino all'estate ideale e al mitico passaggio all'età adulta, ma non sei pronto alla vertigine dei clichés che li mortacci: la vacanza in America (il film di Vanzina a confronto è poesia), la coppia gay, Jovanotti, la ragazzetta bigotta/omofoba che poi tempo zero si scatena, Cuba, l'incidente stradale, momenti stracult (quando la ragazzetta ammette di essersi innamorata dell'americano, e il co-protagonista cerca di farla rinsavire con un delicatissimo "Ma è frocio!"). "L'estate addosso" è così tremendo che sembra un film-saggio, l'INLAND EMPIRE di uno squilibrato ma senza Lynch, e senza bisogno di raccontare niente, di girare come si deve, di cercare di collocare in un universo discorsivo frasi come "tutto era così perfettamente imperfetto. E quei pochi centimetri d’imperfezione erano la cosa che ci faceva sentire completi e felici".
Quanto manca "Come te nessuno mai", l'okkupazione, l'educazione sentimentale col motorino, il Liceo Mamiani, la zeppola di Muccino Jr. al posto di questa, insopportabile, dell'estateaddoffo.