ghista ha scritto:Renè come te lo puoi spiegare questo declino veloce di tanti talenti brasiliani?
Secondo me dipende di caso in caso, in realtà. Io in tutta franchezza non ho e non posso avere certezze non conoscendoli da vicino, quindi quanto segue è interamente frutto di supposizioni ed illazioni, purtroppo.
Gente come Edmundo, Ronaldinho ed Adriano ha sempre amato troppo la vita fuori dal campo, se mi spiego. In parte questo vale anche per Ronaldo (ma nel suo caso ovviamente hanno inciso di più gli infortuni ed è riuscito in gran parte a separare professione ed attività ludiche). Ad un certo punto il loro fisico li ha mollati, come è accaduto anche a Diego Maradona bene o male. O nel suo piccolo a Francesco Coco, che comunque era un nazionale.
Per Kakà si parla di pubalgia e per un giocatore del suo tipo francamente è una cosa che può annullarti, forse il Milan se n'è liberato al momento giusto.
Per Rivaldo si è parlato addirittura di una data di nascita falsificata, e spiegherebbe tutto. Già così lui in pratica è declinato a 31 anni: è vero che il suo declino sia stato repentino, ma una volta che raggiungi e superi i 30 (specie se non sei un portiere o al massimo un difensore) il declino inizia ad esserci quasi per tutti. Se poi davvero la sua data di nascita era falsa, allora i dubbi spariscono quasi.
C'è anche da sottolineare che sebbene ai brasiliani sembri accadere più spesso, non è una loro esclusiva.
In molti casi si tratta di infortuni: Marco Van Basten si è ritirato a 28 anni, di fatto. Thierry Henry è stato devastante, poi a 30 anni ha avuto degli infortuni non trattati al meglio, è andato al Barcellona e non è stato più lo stesso. Prima di compiere 32 anni è sostanzialmente finito come giocatore ad altissimo livello. Non so se sia tutto imputabile all'infortunio del suo ultimo anno all'Arsenal, ma lì c'è stata una svolta nella sua carriera. Finire in un sistema a lui non congeniale lo ha distrutto definitivamente, accelerando l'inevitabile. Butto lì anche il nome di Julen Guerrero.
C'è chi perde voglia, come Cantona.
Ma ce ne sono di tutti i tipi e nazionalità: Shevchenko a 30 anni è andato al Chelsea e sappiamo cosa abbia fatto. Michel Platini ha appeso le scarpe al chiodo a 32 anni, dopo una stagione disastrosa.
Per citare due spagnoli: Guardiola a 30 anni è finito al Brescia ed a 32 in Qatar. Butragueno ha avuto la sua ultima buona stagione a 28 anni ed a 30 è finito in Messico.
Diego Forlan ha disputato una grande stagione ed un grandissimo mondiale a 31 anni. A 32 si è involuto pesantemente. A 33 è un fantasma in campo.
Peraltro non dobbiamo citare solo fuoriclasse per vedere questo fenomeno, ma possiamo notarlo anche in giocatori di caratura inferiore. Luca Toni a 30 anni è stato capocannoniere della Bundesliga, a 31 ha giocato solo 25 partite scendendo a 14 gol (buona media), a 32 è diventato improvvisamente un ex-giocatore. Vincent Candela a 29-30 anni è diventato un'ombra autentica di ciò che era.
Non è neanche un fenomeno eccessivamente recente: Meazza è stato un grandissimo fino ai 28-29 anni, poi più niente. Cruijff ha finito di essere un mostro a 30 anni (nel suo caso poi è andato in America prima del tempo, ma il concetto rimane).
Si vede che io stia citando principalmente centrocampisti ed attaccanti, che sono i ruoli più dispendiosi chiaramente. Ma in misura minore succede anche negli altri ruoli. Cito Beckenbauer ad esempio: a 32 anni è andato a svernare in America ed ha smesso di giocare in nazionale. Secondo me noi tendiamo a ricordare più facilmente i campioni longevi, ma credo che nel calcio, soprattutto nei ruoli più dispendiosi, il declino possa arrivare in ogni momento nell'istante in cui la prima cifra dell'età cambia. Ed a volte invece di esserci un graduale declino, si precipita.
Io non sottovaluterei neanche l'incidenza degli infortuni "subdoli", che riducono l'efficacia di un giocatore. Quando arrivi a 30 anni, i tuoi muscoli hanno preso tante botte e non possono essere freschi e produttivi come 5 o 7 anni prima. Anche se non ci sono infortuni "grossi", magari perdi quel passo o due con cui facevi la differenza. Inoltre sei più incline a farti male se prendi un colpo. Noi ci ricordiamo dei fuoriclasse longevi, ma Javier Zanetti non è certamente indicativo di niente, quanto piuttosto un'assoluta eccezione. Non è la normalità.
Personalmente io in linea di massima cercherei di liberarmi dei giocatori una volta che raggiungono i 30 anni. Valutando di caso in caso, ovviamente. Perché alcuni hanno il fisico che regge, non mostrano segni di declino e ce la fanno a tirare avanti. Ma la maggior parte scende di livello. Ed anche quelli che si dimostrano tutt'altro che finiti, come Diego Milito quest'anno, tendono a tirare il fiato sempre per più tempo. Milito l'ha fatto per un anno e mezzo in pratica prima di tornare ad essere quello di 2 anni fa. E' un processo inevitabile, vince sempre l'orologio.
So che non ho risposto con chiarezza alla tua domanda ed ho divagato, ma stanno ancora al quarto inning e scrivevo nelle pause

Ma soprattutto purtroppo non si possono avere certezze, non conoscendo personalmente i muscoli del giocatore. I medici saprebbero sicuramente dare risposte migliori e non escludo che quando il Milan ha accettato di cedere Kakà e Shevchenko l'abbia fatto proprio conoscendo informazioni che altri non avevano (invece per Ronaldinho e Rivaldo è successo il contrario, ma non escludo che siano stati acquisti puramente "name-driven" e non studiati tecnicamente ed atleticamente). Poi certo, sembra succedere di più ai brasiliani. Ma onestamente una volta tolti i "viveur" alla Adriano o Edmundo (ecco, forse in questo i brasiliani si separano dalla massa), mi sembra che le percentuali e le motivazioni non si discostino più tanto da quelle degli altri paesi.