C'era una volta il Cinema
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Re: C'era una volta il Cinema
KUNG FU PANDA 3
Avevo buone aspettative. Sono rimasto piuttosto deluso. Ottimo a livello CG e VFX, ma la storia è troppo bambinesca. Perde quel cazzimma che secondo me aveva reso speciale il 2 e finisce per risultare un buon film per famiglie, piu' che per un pubblico indifferenziato.
L'inizio è ottimo, poi diventa eccessivamente mieloso e scade nel dejavu. Peccato.
Se avete pargoli in famiglia, un buon diversivo al parcogiochi.
Avevo buone aspettative. Sono rimasto piuttosto deluso. Ottimo a livello CG e VFX, ma la storia è troppo bambinesca. Perde quel cazzimma che secondo me aveva reso speciale il 2 e finisce per risultare un buon film per famiglie, piu' che per un pubblico indifferenziato.
L'inizio è ottimo, poi diventa eccessivamente mieloso e scade nel dejavu. Peccato.
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Re: C'era una volta il Cinema
AVE, CESARE!
L'ultima fatica dei fratelli Coen. Che dire? Gran film, non date retta a chi dice che non è al livello degli altri, ecc. ecc.
Cazzate.
Ave, Cesare! riesce a portare in scena una storia originale, con uno stupendo Josh Brolin in versione problem solver per una major hollywoodiana, negli anni in cui le major contavano davvero, gli anni '50.
I Coen si prendono gioco di tutte le figure stereotipate che gravitano intorno alla cinema industry, dagli attori viziati, alle incomprensibili scelte di produzione, alla religione, alla politica, ai critici, agli sceneggiatori perennemente incazzati, e chi più ne ha più ne metta.
Cast stellare, con un Channing Tatum sempre più lanciato verso il top delle produzioni. Un successo meritato.
Volete vedere come si fa una commedia? Andate a vedere Ave, Cesare!
Consigliatissimo.
L'ultima fatica dei fratelli Coen. Che dire? Gran film, non date retta a chi dice che non è al livello degli altri, ecc. ecc.
Cazzate.
Ave, Cesare! riesce a portare in scena una storia originale, con uno stupendo Josh Brolin in versione problem solver per una major hollywoodiana, negli anni in cui le major contavano davvero, gli anni '50.
I Coen si prendono gioco di tutte le figure stereotipate che gravitano intorno alla cinema industry, dagli attori viziati, alle incomprensibili scelte di produzione, alla religione, alla politica, ai critici, agli sceneggiatori perennemente incazzati, e chi più ne ha più ne metta.
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Re: C'era una volta il Cinema
LA MACCHINAZIONE
Si sentiva veramente il bisogno di un nuovo film su Pasolini? In un certo senso si.
La Macchinazione non è un capolavoro, ma è un film unico nel suo genere, perchè ottiene i migliori risultati negli aspetti che non sono probabilmente quelli nodali della questione.
L'obiettivo dichiarato di Grieco è quello di voler offrire una controverità per riaprire il caso sull'omicidio.
Secondo la versione di Grieco, Pasolini sarebbe stato ucciso da un complotto ad opera di neofascisti, ma sostanzialmente scomodo a tutti, in quanto stava lavorando su Petrolio, libro denuncia su Eugenio Cefis, sulla P2, sullo stragismo ecc.
Ok, per dare maggior enfasi, Pasolini avrebbe costruito la propria morte, per dare maggior enfasi alla vicenda. Di per sè una versione appoggiata da molti amici e conoscenti del regista, che stava montando il controverso Salò.
Di tutto questo, potrebbe anche non fregarcene granchè.
Ma La Macchina va visto, perchè ricostruisce splendidamente l'atmosfera di borgata degli anni '70. Con la sua sporcizia, il clima sociale e politico che si respirava, la violenza come prassi di strada, gli intrecci del potere e tante sottigliezze che solo chi, come Grieco, ha vissuto realmente quei luoghi e quei momenti, può aver colto.
E messo magistralmente in scena.
Se come il sottoscritto nutrite una sincera passione per il contesto, non potete perdervi un film a mio avviso poco credibile, ma ben recitato da Ranieri e un cast perfetto, che vede tra gli altri un redivivo Libero Di Rienzo.
Consigliato.
Si sentiva veramente il bisogno di un nuovo film su Pasolini? In un certo senso si.
La Macchinazione non è un capolavoro, ma è un film unico nel suo genere, perchè ottiene i migliori risultati negli aspetti che non sono probabilmente quelli nodali della questione.
L'obiettivo dichiarato di Grieco è quello di voler offrire una controverità per riaprire il caso sull'omicidio.
Secondo la versione di Grieco, Pasolini sarebbe stato ucciso da un complotto ad opera di neofascisti, ma sostanzialmente scomodo a tutti, in quanto stava lavorando su Petrolio, libro denuncia su Eugenio Cefis, sulla P2, sullo stragismo ecc.
Ok, per dare maggior enfasi, Pasolini avrebbe costruito la propria morte, per dare maggior enfasi alla vicenda. Di per sè una versione appoggiata da molti amici e conoscenti del regista, che stava montando il controverso Salò.
Di tutto questo, potrebbe anche non fregarcene granchè.
Ma La Macchina va visto, perchè ricostruisce splendidamente l'atmosfera di borgata degli anni '70. Con la sua sporcizia, il clima sociale e politico che si respirava, la violenza come prassi di strada, gli intrecci del potere e tante sottigliezze che solo chi, come Grieco, ha vissuto realmente quei luoghi e quei momenti, può aver colto.
E messo magistralmente in scena.
Se come il sottoscritto nutrite una sincera passione per il contesto, non potete perdervi un film a mio avviso poco credibile, ma ben recitato da Ranieri e un cast perfetto, che vede tra gli altri un redivivo Libero Di Rienzo.
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Re: C'era una volta il Cinema
Vorrei parlarvi di tanti altri film, ma chiudo la rassegna con un vero capolavoro, che non potete assolutamente perdere.
DESCONOCIDO - LA RESA DEI CONTI
Film tutto spagnolo, per fortuna distribuito anche da noi.
E' un bomba movie, un thriller telecomandato che vede il protagonista fottuto nella sua auto con una bomba sotto il culo. Se si alza o fa lo stronzo, boom!
Il problema è che con lui ci sono anche i suoi figli, quindi prima di fare lo stronzo, pur essendo uno stronzo, ci penserà su due volte.
Bello. Bello. Bello. Ti tiene incollato alla poltrona, ti fa sembrare davvero nell'auto, ti trasmette tutta la tensione. La prima ora è un capolavoro di cinema d'azione.
Poi la vicenda scoppia ed entra in gioco la polizia, la sceneggiatura riserva qualche colpo di scena, nulla che non si sia già visto, e si ha la conferma dell'eccellenza di tale Luis Tosar.
Chi ha visto Cella 211 sa di chi stiamo parlando.
L'avevo conosciuto con un altro bellissimo film che è Ti do i miei occhi. Davvero un grandissimo attore.
La regia è di Dani de la Torre. Esordiente. E subito premio Goya.
Godiamoci fino in fondo questo Desconocido. E speriamo che distribuiscano sempre più film cosi. Invece della solita merda.
La Spagna negli ultimi mesi ci ha dato due capolavori, come questo e La Isla Minima.
Consigliatissimo.
DESCONOCIDO - LA RESA DEI CONTI
Film tutto spagnolo, per fortuna distribuito anche da noi.
E' un bomba movie, un thriller telecomandato che vede il protagonista fottuto nella sua auto con una bomba sotto il culo. Se si alza o fa lo stronzo, boom!
Il problema è che con lui ci sono anche i suoi figli, quindi prima di fare lo stronzo, pur essendo uno stronzo, ci penserà su due volte.
Bello. Bello. Bello. Ti tiene incollato alla poltrona, ti fa sembrare davvero nell'auto, ti trasmette tutta la tensione. La prima ora è un capolavoro di cinema d'azione.
Poi la vicenda scoppia ed entra in gioco la polizia, la sceneggiatura riserva qualche colpo di scena, nulla che non si sia già visto, e si ha la conferma dell'eccellenza di tale Luis Tosar.
Chi ha visto Cella 211 sa di chi stiamo parlando.
L'avevo conosciuto con un altro bellissimo film che è Ti do i miei occhi. Davvero un grandissimo attore.
La regia è di Dani de la Torre. Esordiente. E subito premio Goya.
Godiamoci fino in fondo questo Desconocido. E speriamo che distribuiscano sempre più film cosi. Invece della solita merda.
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Re: C'era una volta il Cinema
francilive ha scritto: DESCONOCIDO - LA RESA DEI CONTI

Ieri sera mi sentivo molto pantofolaio e sono rimasto a casa a guardarmi un film. Quando ho letto Cella 211 nella tua recensione non ci ho pensato due volte. Bellissimo film, che trasmette una tensione pazzesca. Per il resto hai già detto tutto tu, aggiungo solo che è girato in maniera abbastanza particolare, con primi piani molto stretti e spesso tagliando parte dell'attore, ed è imho proprio questo che ti dà la sensazione di "essere nell'auto" a cui facevi riferimento tu. Assolutamente consigliato.
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Re: C'era una volta il Cinema
Birdman ha scritto:francilive ha scritto: DESCONOCIDO - LA RESA DEI CONTI
![]()
Ieri sera mi sentivo molto pantofolaio e sono rimasto a casa a guardarmi un film. Quando ho letto Cella 211 nella tua recensione non ci ho pensato due volte. Bellissimo film, che trasmette una tensione pazzesca. Per il resto hai già detto tutto tu, aggiungo solo che è girato in maniera abbastanza particolare, con primi piani molto stretti e spesso tagliando parte dell'attore, ed è imho proprio questo che ti dà la sensazione di "essere nell'auto" a cui facevi riferimento tu. Assolutamente consigliato.
Il fatto che il sedile anteriore lato passeggero sia rimasto libero non è casuale, cosi come non è casuale il fatto che ci sia una bomba sotto... Lo spettatore siede li, accanto a Carlos e vive con lui le vicende, è reso partecipe delle sue scelte. Capisce subito che si tratta di una vendetta e scopre strada facendo i particolari, come i suoi figli, a loro volta, loro malgrado, spettatori di una vicenda che vuole essere chiaramente una denuncia del comportamento fraudolento ed impunito delle banche.
Se lo mettiamo nella categoria dei film sul tema, non sfigura assolutamente nei confronti di prodotti più blasonati come la grande scommessa, ecc.
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Re: C'era una volta il Cinema
Concordo assolutamente anche con questo.francilive ha scritto: Il fatto che il sedile anteriore lato passeggero sia rimasto libero non è casuale, cosi come non è casuale il fatto che ci sia una bomba sotto... Lo spettatore siede li, accanto a Carlos e vive con lui le vicende, è reso partecipe delle sue scelte. Capisce subito che si tratta di una vendetta e scopre strada facendo i particolari, come i suoi figli, a loro volta, loro malgrado, spettatori di una vicenda che vuole essere chiaramente una denuncia del comportamento fraudolento ed impunito delle banche.
Se lo mettiamo nella categoria dei film sul tema, non sfigura assolutamente nei confronti di prodotti più blasonati come la grande scommessa, ecc.
Il tema della denuncia nei confronti della finanza non è chissà quanto approfondito, ma è molto ben fatto, senza essere troppo "cheesy". Ci sono un paio di bordate a quel mondo mica da ridere, come la prima telefonata che Carlos riceve dal direttore di banca che, di fatto, lo "scarica. Imho una delle migliori scene del film.
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Re: C'era una volta il Cinema
Con colpevole ritardo ho visto "American Sniper" e la storia di Cris Kyle, solo la parte finale con la marea di gente che gli rende omaggio nel percorso fino ad Arlinnghton e la musica di sottofondo è commovente.
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Re: C'era una volta il Cinema
francilive ha scritto:BATMAN VS SUPERMAN - DAWN OF JUSTICE
Stroncato dalla critica, premiato dal pubblico. Giustamente, perchè questo è un gran film.
Se si eccettua un'ultima mezzora con Doomsday al parcogiochi per fare del marketing in vista dei sequel, qui ci sono il miglior Batman, il miglior Superman e il miglior Lex Luthor di sempre.
Ben Affleck, già soprannominato Batfleck, è azzeccatissimo in un Batman disilluso, violento, incazzato come una biscia contro tutto e contro tutti, ma pronto a ritrovare la propria umanità quando c'è da salvare qualsiasi innocente. E' una versione borderline, che ricorda Veleno, con influenze da vendicatore, da punitore, contro un Superman che si ritrova tutti contro pur senza aver fatto sostanzialmente nulla di volontariamente malvagio.
Profondo, pieno di metafore, pieno di citazioni, faticavo a credere che il regista fosse quell'ignorantone di Snyder
Se Ben davvero metterà in scena il suo script per un nuovo solo su Batman. Beh. Can't Wait!
Consigliatissimo. E vaffanculo al buonismo della Marvel.
Certo che dopo tutto l'odio, l'incazzatura, il "ora lo ammazzo" in 0.2 son diventati Culo&Camicia e "ti salverò io ad ogni costo"




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Re: C'era una volta il Cinema
Grazie Star, avevo trovato pure io quel link ma il tipo che l'ha scritto per me non c'è capito una mazzaStaralfur ha scritto:Eheh ho visto il film circa un anno fa e sinceramente non ricordo alcuni passaggi, dovrei rivederlo.Luca1983 ha scritto:Riprendo questo vecchio post perchè ho visto il film solo ora, e vorrei chiedere a Gerry, Staralfur e Pap o comunque a chiunque altro lo abbia visto l'interpretazione di un paio di passaggi che mi lasciano qualche perplessità:
Non posso che rimandarti a questo link che trovai dopo la visione del film per capire meglio.
http://leganerd.com/2015/07/20/predesti ... mal-testa/

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Stanotte, godiamocela, e vaffanculo a tutti coloro che ci hanno voluto male (cit)
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Re: RE: Re: C'era una volta il Cinema
Ahaha, mi dispiaceLuca1983 ha scritto:Grazie Star, avevo trovato pure io quel link ma il tipo che l'ha scritto per me non c'è capito una mazzaStaralfur ha scritto: Eheh ho visto il film circa un anno fa e sinceramente non ricordo alcuni passaggi, dovrei rivederlo.
Non posso che rimandarti a questo link che trovai dopo la visione del film per capire meglio.
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Re: C'era una volta il Cinema
Ultimamente ho un po' rallentato con le visioni, ma qualcosa da segnalare, dall'alto del solito cazzo, c'è:
Il caso Spotlight: dialogo tra una giornalista del team Spotlight (che non è il nome del caso, ma della squadra che se n'è occupata: qualcuno vada a spiegarlo ai distributori italiani, per Dio) e una delle vittime di abusi: «Ha provato a parlarne con qualcuno in questi anni?» «E con chi? Con un prete?». Una risposta che rende perfettamente l'idea del quadro: una città – Boston – che somiglia a un paese, in cui la comunità è chiusa in se stessa, si autoprotegge e in cui la Chiesa è l'unica autorità riconosciuta e degna di rispetto, perché il senso di appartenenza è più forte di ogni giustizia.
È in fondo lo scontro tra due poteri, quello che va in scena: il potere ecclesiastico da una parte, quello laico del giornalismo dall'altra. In questo Spotlight è un film americano fino al midollo, bandiera di un giornalismo di trincea, di lotta e di controllo che è uno dei capisaldi della divisione dei poteri negli Stati Uniti. È anche l'erede di una tradizione di film civilmente impegnati che andavano molto negli anni Settanta. Un cinema che – come il giornalismo che celebra – è convinto che raccontando la verità magari non si faranno rivoluzioni, ma cambiare qualche coscienza, quello sì. Ed è anche il tributo a un giornalismo che in epoca di Internet è quasi sparito: quello in cui ci si sporcava le mani nelle strade, negli archivi polverosi, bussando alle porte e aspettando negli atri. Una regia senza fronzoli si mette totalmente al servizio della storia da raccontare.
Voto: 7,5
Solo Dio Perdona: questa è l'opera di uno che ha visto i film di Kitano e non li ha capiti. Estetizzazione della violenza allo stato puro, senza nessuna etica della messa in scena alle spalle. Refn gioca a fare il nichilista, ma il talento dello zio Takeshi è a mille miglia di distanza.
Voto: 3
I Guerrieri della Notte: il termine tecnico credo sia "ffigata". Se lo giudichi razionalmente non sta in piedi (e anzi sembra quasi fare l'apologia delle gang di strada). Ma quanta fantasia visiva, quante invenzioni, quante trovate registiche. E le scene di lotta sono balletti dell'Olympia di Parigi. Ha tutto per essere un culto, ma proprio tutto tutto tutto, e infatti lo è diventato.
Voto: 7,5
L'Arrivo di Wang: film di fantascienza italiano a basso costo, e quindi siamo oltre l'ossimoro. Con queste premesse, può essere solo o una cagata o un film imperdibile. Non è né l'uno né l'altro, ma siamo più vicini al polo positivo. Marziano sbarca a Roma e viene prelevato da un nucleo dei servizi italiani decisi a capire le sue reali intenzioni, con le buone ma anche - meglio - con le cattive. I Manetti Bros fanno da sempre cinema orgogliosamente di genere, ma è la loro chiave per affrontare temi seri. Il colpo di scena finale finisce per giustificare il ricorso alla tortura (ed è una contraddizione che pesa sul film), ma c'è da scommettere che i due se ne freghino abbastanza: per loro conta solo il giocattolo-cinema. Qua e là ripetitivo, ma vale la visione.
Voto: 6,5
L'Intervallo: piccolo gioiellino italiano di qualche anno fa, racconta la convivenza forzata di poche ore tra due adolescenti della peggio Napoli, ognuno a suo modo immerso nella mediocrità della vita quotidiana. Il loro è, come suggerisce il titolo, un intervallo, una parentesi che pian piano si fa più astratta e sognante, prima del brusco ritorno alla realtà. Un piccolo grande film.
Voto: 8
Il Ricco, il Povero, il Maggiordomo: non c'è niente di più deprimente dei comici che invecchiano. Tante buone intenzioni, ma la verve dei tempi d'oro se n'è andata per sempre. Dispiace, a quei tre siamo tutti legati.
Voto: 5
Le Amiche della Sposa: più che il film in sé, che parte come una farsa un po' sbracata ma che alla distanza migliora, lo segnalo perché è il film che mi ha fatto perdutamente innamorare di Kristen Wiig, che avrà anche superato la quarantina ma che: 1) è deliziosa 2) è divertentissima 3) quando è bionda, è pure figa. Non sarà il prototipo della bomba sexy hollywoodiana, ma è la tipologia di donna con cui posso pensare di mettere su famiglia.
Voto al film: 7
Voto a Kristen: 10 e lode
Il caso Spotlight: dialogo tra una giornalista del team Spotlight (che non è il nome del caso, ma della squadra che se n'è occupata: qualcuno vada a spiegarlo ai distributori italiani, per Dio) e una delle vittime di abusi: «Ha provato a parlarne con qualcuno in questi anni?» «E con chi? Con un prete?». Una risposta che rende perfettamente l'idea del quadro: una città – Boston – che somiglia a un paese, in cui la comunità è chiusa in se stessa, si autoprotegge e in cui la Chiesa è l'unica autorità riconosciuta e degna di rispetto, perché il senso di appartenenza è più forte di ogni giustizia.
È in fondo lo scontro tra due poteri, quello che va in scena: il potere ecclesiastico da una parte, quello laico del giornalismo dall'altra. In questo Spotlight è un film americano fino al midollo, bandiera di un giornalismo di trincea, di lotta e di controllo che è uno dei capisaldi della divisione dei poteri negli Stati Uniti. È anche l'erede di una tradizione di film civilmente impegnati che andavano molto negli anni Settanta. Un cinema che – come il giornalismo che celebra – è convinto che raccontando la verità magari non si faranno rivoluzioni, ma cambiare qualche coscienza, quello sì. Ed è anche il tributo a un giornalismo che in epoca di Internet è quasi sparito: quello in cui ci si sporcava le mani nelle strade, negli archivi polverosi, bussando alle porte e aspettando negli atri. Una regia senza fronzoli si mette totalmente al servizio della storia da raccontare.
Voto: 7,5
Solo Dio Perdona: questa è l'opera di uno che ha visto i film di Kitano e non li ha capiti. Estetizzazione della violenza allo stato puro, senza nessuna etica della messa in scena alle spalle. Refn gioca a fare il nichilista, ma il talento dello zio Takeshi è a mille miglia di distanza.
Voto: 3
I Guerrieri della Notte: il termine tecnico credo sia "ffigata". Se lo giudichi razionalmente non sta in piedi (e anzi sembra quasi fare l'apologia delle gang di strada). Ma quanta fantasia visiva, quante invenzioni, quante trovate registiche. E le scene di lotta sono balletti dell'Olympia di Parigi. Ha tutto per essere un culto, ma proprio tutto tutto tutto, e infatti lo è diventato.
Voto: 7,5
L'Arrivo di Wang: film di fantascienza italiano a basso costo, e quindi siamo oltre l'ossimoro. Con queste premesse, può essere solo o una cagata o un film imperdibile. Non è né l'uno né l'altro, ma siamo più vicini al polo positivo. Marziano sbarca a Roma e viene prelevato da un nucleo dei servizi italiani decisi a capire le sue reali intenzioni, con le buone ma anche - meglio - con le cattive. I Manetti Bros fanno da sempre cinema orgogliosamente di genere, ma è la loro chiave per affrontare temi seri. Il colpo di scena finale finisce per giustificare il ricorso alla tortura (ed è una contraddizione che pesa sul film), ma c'è da scommettere che i due se ne freghino abbastanza: per loro conta solo il giocattolo-cinema. Qua e là ripetitivo, ma vale la visione.
Voto: 6,5
L'Intervallo: piccolo gioiellino italiano di qualche anno fa, racconta la convivenza forzata di poche ore tra due adolescenti della peggio Napoli, ognuno a suo modo immerso nella mediocrità della vita quotidiana. Il loro è, come suggerisce il titolo, un intervallo, una parentesi che pian piano si fa più astratta e sognante, prima del brusco ritorno alla realtà. Un piccolo grande film.
Voto: 8
Il Ricco, il Povero, il Maggiordomo: non c'è niente di più deprimente dei comici che invecchiano. Tante buone intenzioni, ma la verve dei tempi d'oro se n'è andata per sempre. Dispiace, a quei tre siamo tutti legati.
Voto: 5
Le Amiche della Sposa: più che il film in sé, che parte come una farsa un po' sbracata ma che alla distanza migliora, lo segnalo perché è il film che mi ha fatto perdutamente innamorare di Kristen Wiig, che avrà anche superato la quarantina ma che: 1) è deliziosa 2) è divertentissima 3) quando è bionda, è pure figa. Non sarà il prototipo della bomba sexy hollywoodiana, ma è la tipologia di donna con cui posso pensare di mettere su famiglia.
Voto al film: 7
Voto a Kristen: 10 e lode
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Re: C'era una volta il Cinema
Ieri sera ho rivisto Lucia y el Sexo - che gran pezzo di figliola la Vega, maremma spagnola.
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Re: C'era una volta il Cinema
Io come al solito quando entro nel tunnel di una serie TV trascuro quasi totalmente il cinema, visto che tende a occupare gli stessi momenti liberi, e al momento non vedo neanche lontanamente la luce in fondo al tunnel
In compenso domenica ho anche io colmato una grave lacuna se si parla di cult fatti e finiti


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Re: C'era una volta il Cinema
Penny, non tradire così la settima arte. Abbandona le tenebre delle serie TV e ritorna a farci compagnia nella grande casa di Wim Wenders e Joe D'Amato.PENNY ha scritto:Io come al solito quando entro nel tunnel di una serie TV trascuro quasi totalmente il cinema, visto che tende a occupare gli stessi momenti liberi, e al momento non vedo neanche lontanamente la luce in fondo al tunnel![]()

