MattBellamy ha scritto:
Alzata di mano :D
Un ragazzo che ho conosciuto vicino a Kobe sta andando in bici da Fukuoka a Nagoya (non uno scherzo). Un giorno un attacco di sciolta lo sorprende in un paesino. Entra in un bar e chiede dov'è il bagno, espleta le sue funzioni, quando esce trova la signora che gestisce il bar e un paio di altri astanti che contemplano la sua mountain bike fuori dal bar. In qualche modo riescono a chiedergli dove sta andando.
Nagoya. Esterrefatti, gli dicono di tornare dentro al bar, gli preparano una tazza di té e iniziano a chiacchierare. Gli danno un pezzo di torta. Poi lui fa per andarsene e arriva un tizio che lavora lì al bar con un bento (tradizionale porta-cibo nipponico) pieno di onighiri (involtini di riso, cibo tipico dei viaggi). Lui vorrebbe pagare ma loro si rifutano di prendere i soldi. Escono in strada e lo salutano mentre se ne va.
Altre due tizie incontrate a Hiroshima. Entrano in un ristorante chiedendo se si chiama x. Il ristorante si chiama y. Allora chiedono come arrivare al ristorante x. Il tizio che sta dietro il bancone (il proprietario) esce in strada e le accompagna al ristorante y (a quanto dicono loro nemmeno vicino).
Sono sol due esempi, ma chiariscono come per il giapponese medio non si tratti solo di una questione di ospitalità.
shilton ha scritto:
Safe, scusa se la metto su questo piano e libero di non rispondermi, ma quante cuccuzze ti sono partite in questi mesi?
Non c'è nulla di male, mi pare anzi una domanda legittima.
Fin dalla mia partenza ho tenuto un diario delle spese di viaggio. Al momento non ce l'ho qui con me ma direi che la spesa complessiva, compresi i voli da dopo che sono arrivato in Australia (quel volo me l'hanno regalato i miei genitori e mia nonna per la laurea), finora si aggira sui 4mila euro. Dopo comunque prendo il quaderno e vi dico con precisione quanto ho speso.
Tenete presente che una buona fetta di questi soldi sono andati durante i primi due mesi a Sydney, soprattutto perché l'affitto era enorme e perché non lavoravo. Quando mi sono spostato sulla costa sostanzialmente non ho avuto spese: mi pagavo il letto lavorando all'ostello e la mia alimentazione mi consente di spendere poco per mangiare (oltre al fatto che un tizio al mercato mi regalava chili di frutta e verdura invendibile e lavorando in cucinva trovavo ulteriori chili di cibo gratis lasciati da altri backpackers). La tavola me la davano all'ostello. Fine delle spese: no alcol, no divertimenti, no niente.
In più lavorando come autista ho messo da parte circa 500 euro che sono poi quelli che ho speso per il viaggio a Singapore, Malesia e Indonesia il mese scorso.
Qui in Giappone finora ho speso circa 400 euro in due settimane e conto di spenderne altrettanti da qui alla fine.
Quindi il conto totale a fine mese approssimativamente sarà di 4500 euro. Più della metà di essi li avevo messi da parte lavorando al ristorante nei due anni precedenti. Anche lì, ho sempre fatto una vita molto sobria: non fumo, bevo solo in occasioni speciali, non esco quasi mai a cena, non compro vestiti nuovi, uso pochissimo il cellulare. Le mie spese si riducono a qualche disco, i treni per spostarmi e un paio di scarpe ogni tanto per mettere a tacere la smania di consumi che mi assale sporadicamente.
Il resto dei soldi li avevo da parte, e ce li ho solo grazie a mio padre (che mi passa un assegno mensile ) e mia nonna. Per questi soldi devo solo ringraziare la mia famiglia e dire che sono fortunato.
Però attenzione: se nei primi due mesi di Sydney mi fossi fatto il culo avrei potuto tranquillamente lavorare in un bar e mettere da parte quei duemila euro aggiungitivi. Quindi se a qualcuno venisse mai in mente di fare un viaggio del genere do questo consiglio: mettete da parte i soldi per il volo e un piccolo extra per i primi giorni (in tutto 1500) con qualche lavoro anche part-time. Poi partite con un WHV e sbattetevi per qualche mese in Australia. Mettete da parte i soldi e poi cominciate la vostra avventura. Credo di poter affermare senza timore di smentite che quasi tutti i ragazzi della mia età potrebbero farlo, magari con qualche piccolo sacrificio. E' solo una questione di volontà. Non dico che tutti debbano farlo, ma se sentite la necessità non serve essere milionari. Almeno questa è la mia esperienza.