Re: Musica - Volume III
Inviato: 24/11/2018, 17:51
e niente, questo è il miglior post della storia di playit.
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frog ha scritto: 22/11/2018, 17:37
Questa la scrissi qualche anno addietro nell'apposito topic delle recensioni ormai andato in disuso https://forum.playitusa.com/viewtopic.php?f=9&t=14562 , oggi fanno cinquant'anni dall'uscita
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aggiungo, visto che mi ha sempre impressionato che - oltre ad ispirare Manson (trovò nel White Album profezia di una guerra interraziale) - i membri della Family scrissero con il sangue di Sharon Tate 'PIG' ed 'Helter Skelter' dopo aver massacrato lei - a fine gravidanza - e altri quattro amici dell'attrice.frog ha scritto: 22/11/2018, 17:37Piggies: George Harrison è il Beatles meno famoso, ricordato come colui che portò nel gruppo l’influenza orientale, la meditazione, la pace e la tranquillità, in realtà aveva semplicemente poca voglia d’immischiarsi nelle beghe quotidiane e ancor meno considerazione del volgo. In questo brano non risparmia il vetriolo, basti pensare che, insieme ad Helter Skelter, verrà citato da Charles Manson come brano che lo ispirò per le sue stragi.
frog ha scritto: 27/11/2018, 11:33Chiedo scusa se metto un altro mega post su questo topic, ma ritengo che quanto scrive Castaldo in questo pezzo sia estremamente condivisibile e mi chiedevo se è solo una sensazione mia e di Castaldo, oppure il fatto che il rock è morto e ne è rimasta in giro solo una pallida rappresentazione di quanto era, sia condivisa anche da altri ?
un altro modo di vedere la questione: a cercarlo bene di rock buono ne circola, ma gira nei bassifondi delle minoranze, è troppo discreto o troppo estremo per superare la soglia di massa.
cecaro ha scritto: 28/11/2018, 18:59Secondo me la verità, o qualcosa che ci si avvicina, sta in questa parte che lo stesso Castaldo sottolinea. D' altronde il vero appassionato di musica le gemme se le va a cercare, non attende che gli vengano servite dal mainstream, quindi della "vexata quaestio" se il rock sia morto o meno, il cercatore se n'è sempre fregato.
frog ha scritto: 27/11/2018, 11:33Chiedo scusa se metto un altro mega post su questo topic, ma ritengo che quanto scrive Castaldo in questo pezzo sia estremamente condivisibile e mi chiedevo se è solo una sensazione mia e di Castaldo, oppure il fatto che il rock è morto e ne è rimasta in giro solo una pallida rappresentazione di quanto era, sia condivisa anche da altri ?
un altro modo di vedere la questione: a cercarlo bene di rock buono ne circola, ma gira nei bassifondi delle minoranze, è troppo discreto o troppo estremo per superare la soglia di massa.
Purtroppo la vera differenza rispetto agli anni '60-'70 e a qualche eccezione negli anni '80 e '90, sta nel fatto che chi fa rock, parola a cui ormai si sente associare tutto e il suo contrario, di buon livello, non ha il riscontro mediatico che potevano avere negli anni citati i vari mostri sacri che ancora circolano.MarkoJaric ha scritto: 28/11/2018, 19:39Il mio umilissimo parere é che ‘il rock é morto’ é una grandissima minchiata.
Pari a quelle che sentiamo dai nostri ‘vecchi’ e che probabilmente diremo noi ai nostri figli in merito a qualsiasi cosa vhe ha fatto parte del nostro passato.
Al limite si potrebbe ragionare su quanto é perché sia cambiata l’attitudine di fare rock.
Che é notevolmente diversa, rispetto ai periodi clou a cui fa riferimento Castaldo o chi per lui.
Al solito mi cogli impreparatoride_the_lightning ha scritto: 28/11/2018, 22:04Secondo me il rock è degenerato quando son entrati in scena i visual artist tedeschi.
ride_the_lightning ha scritto: 29/11/2018, 8:22Tranquillo frog, faccio autoironia. Avrei voglia anche di risponderti seriamente perché la discussione può essere molto interessante, ma non trovo mai un secondo di tempo per fermarmi e buttar giù un paio di righe.
MarkoJaric ha scritto: 28/11/2018, 19:39Il mio umilissimo parere é che ‘il rock é morto’ é una grandissima minchiata.
Pari a quelle che sentiamo dai nostri ‘vecchi’ e che probabilmente diremo noi ai nostri figli in merito a qualsiasi cosa vhe ha fatto parte del nostro passato.
Al limite si potrebbe ragionare su quanto é perché sia cambiata l’attitudine di fare rock.
Che é notevolmente diversa, rispetto ai periodi clou a cui fa riferimento Castaldo o chi per lui.
Si, ma tu non capisci, sei retrò, la verità è che Castaldo, come noi tutti ignorantoni dell'underground attuale, facciamo semplicemente cagare a spruzzo.Bluto Blutarsky ha scritto: 29/11/2018, 10:29Da totale ignorante, a me sembra però che, se sul piano musicale il rock può essere un salute più o meno buona (non lo so dire, non me ne intendo, dei gruppi citati nelle ultime cinque pagine conosco solo i Beatles), è indiscutibile che il suo – chiamiamolo così – impatto sociale sia cambiato molto.
A partire dagli anni Sessanta per quasi mezzo secolo è stato veramente la colonna sonora di tante generazioni, che riversavano su quella musica le loro aspirazioni, le loro speranze, la loro identità giovanile, il loro impegno (persino quando diventava disimpegno o disillusione c'era la colonna sonora adatta, penso al punk o al grunge).
Oggi mi sembra indiscutibile che le cose siano cambiate molto. A noi (io per primo) possono far cagare finché vogliamo trap e derivati, ma la musica (diciamo la forma di espressione, così non ci turbiamo troppo) in cui si identifica la maggior parte dei teenager è quella. È la stessa funzione identitaria che aveva il rock una volta.
(Poi dovremmo metterci d'accordo sulla definizione di rock. Castaldo lo ha sempre inteso in senso molto ampio, non come un genere definito ma come un'attitudine che tiene dentro Elvis, Beatles, Zeppelin, Pink Floyd, Ramones e Nirvana)