Dietto ha scritto: 10/10/2017, 12:30
frog ha scritto: 10/10/2017, 8:30
Ti sei perso chi ha creato questo enorme debito pubblico, e non è stata la classe politica attuale, che ha tante altre colpe, ma LA colpa, quella che appunto impedisce anche dopo mille sacrifici e tagli, all'Italia di ripartire, è l'esplosione del debito avvenuta tra gli anni 80 e 90.
I dati ci sono tutti, snocciolati mille volte da Doc con link, tabelle e storia della repubblica italiana in 4 volumi, tra le pagine di questo topic, ogni volta che è saltato fuori questo discorso.
Immagino che la tua risposta sia:
"E allora il PD !!!!!!"
Esatto, il debito in Italia è strutturale, c'era al tempo di Cavour, poi si é abbassato, poi é risalito.
La costante é che é risalito sempre in momenti antecedenti ad un grande benessere della penisola e questo perché, anche se ora sembra una bestemmia anche solo pensarlo, si usava il debito per finanziare infrastrutture e crescita (Keynes ante litteram).
Purtroppo siamo sotto diktat di rapporti debito/pil e deficit/pil, quindi al momento quel tipo di politica, a meno di ribellione all'Europa, non è più possibile. Ed è per questo che siamo fanalino di tutto, in parte. Debito creato decenni fa per crescita, crisi, e nessun coraggio nel proseguire con il debito per finanziare altra crescita. Niente soldi, niente investimenti
Non c'entra niente il PD, Berlusconi e Lotito, non è una decisione politica o economica interna.
Non vorrei iniziare la solita discussione su Keynes, non certo il mio economista di riferimento, ma era tutt'altro che scemo, tanto è vero che sosteneva si che si dovesse aumentare la spesa pubblica ed il debito in tempi di crisi, ma si doveva rientrare in momenti di crescita, per tenere il debito/PIL sotto il 50%. Tanto è vero che il neokeynesiano più influente, Blanchard, fino a poco tempo fa era economista capo del FMI, non proprio un covo di sediziosi.
Premesso questo, il debito in Italia non è cresciuto per finanziare la crescita. Questo l'andamento dal 1970 al 2011:
http://www.linkiesta.it/it/article/2011 ... ato/11637/
Negli anni '70 è cresciuto di poco, l'esplosione c'è stata negli anni '80, quando la recessione era bella che finita, si cresceva in tutto il mondo, anche in Italia, seppur meno che in altri paesi, per ragioni elettorali e per correre dietro all'assurdo sogno di superare l'Inghilterra della Thatcher some quinta potenza mondiale. Chi avesse ragione fra Craxi, Andreotti, i loro economisti di riferimento, Reviglio e Carli, ed il loro esecutore Cirino Pomicino e la Thatcher direi che è davanti gli occhi di tutti, chi lo nega dovrebbe mostrare i giovani inglesi che fanno i camerieri a Roma o Milano sperando di trovare lavoro da noi.
Dall'unità d'Italia questo è l'andamento del debito pubblico rispetto al PIL:
http://www.bancaditalia.it/pubblicazion ... QEF_31.pdf
un boom dopo l'unità, per finanziare i costi dell'unificazione, poi con Quintino Sella si è scesi sotto all'80%, dove più o meno si è rimasti, tranne due picchi, quello della prima guerra mondiale, in cui si è arrivati addirittura al 160%, e la crisi del 1929, in cui si è appena superato il 100%. Dopo la seconda guerra mondiale eravamo al 20%, proprio nel periodo del boom economico, che smentisce totalmente la teoria per cui serva debito pubblico per crescere. Altrimenti gli anni '40 e '50 sarebbero stati quelli di una terribile recessione mentre ora navigheremmo nell'oro.
qui invece l'andamento del PIL dall'Unità d'Italia ad oggi prima in un riassunto fatto da un tale, purtroppo in termini nominali, basandosi sui dati di Bankitalia (lo posto perché è facile facile da leggere):
https://umbvrei.blogspot.it/2015/06/ita ... -1861.html
e qui la ricerca di Bankitalia sugli stessi argomenti:
http://www.bancaditalia.it/pubblicazion ... oniolo.pdf
è facile notare come, dal punto di vista della crescita economica, il periodo peggiore di tutta la storia d'Italia dall'unità ad oggi è stato quello cui ci vorrebbero portare i sovranisti de noantri, con l'autarchia, il km 0, i dazi alle importazioni, la monetizzazione del debito pubblico, l'oro alla patria (i pagamenti effettuati tramite debito pubblico a due anni, di non certa riscossione, come i ccf che cos'altro sarebbero?), e come è finito quel periodo è cominciato quello definito "boom economico".
Poi mi si chiede perché non sopporto Salvini, Meloni, i vari Galloni, Lezzi, Bernini, Sibilia, in parte gli stessi Di Maio e Di Battista. Ci siamo già passati, direi anche basta, per favore cerchiamo altre soluzioni senza guardare per forza agli anni '70 o, peggio ancora, agli anni '30.
Per carità ribadisco che i vari Renzi e Letta siano stati pessimi governanti, ma rispetto a CIrino Pomicino e Bottai paiono dei giganti del pensiero economico. Non perché abbiano fatto qualcosa di davvero buono nel campo dell'economia, ma perché quegli altri hanno fatto disastri epocali.