BomberDede ha scritto: 16/02/2022, 14:15
da quel che ho capito io:
l'ucraina aumenterebbe enormemente il chilometraggio di confine condiviso con un paese nato rispetto agli stati baltici.
Inoltre, ricordo un libro (mi pare di Rampini) che iniziava con una cosa del tipo: "se qualsiasi presidente/zar russo potesse esprimere un desiderio vorrebbe una catena montuosa in Ucraina. Pensa se, invece che dalla Germania, Hitler (o Napoleone) avessero avuto un'infrastruttura pronta e rodata in Ucraina, le cose sarebbero andate diversamente. L'ucraina è abbastanza importante da questo punto di vista.
Inoltre da quando sono stati completati gli scudi anti-missile in rep ceca e Polonia una minaccia nucleare russa è molto meno spaventosa. loro d'altra parte sono molto più esposti.
non c'è niente da fare, la Russia è un gigante con i piedi di argilla. e come tutti i grandi stati in decadenza che vogliono restare sulla cresta dell'onda è pericolosa perché imprevedibile.
[nota: non sono un grande esperto di politica estera, ho sempre letto con piacere molti saggi divulgativi sull'argomento ma potrei aver detto stupidate]
Direi ottima disamina: l’aggressività russa è frutto soprattutto della sua fragilità intrinseca, oltre che di una scuola strategica di stampo sovietico che si fonda sul principio di difesa preventiva e che prevede l’uso di hard e soft power in caso di minaccia percepita.
La citazione è da “Prisoners of Geography” in cui Tim Marshall spiega la ragione geografica dell’importanza strategica dell’Ucraina come Stato “cuscinetto” tra Mosca e l’Occidente. Questo perché l’Ucraina è parte di una grande pianura che si stende sino ai piedi di Mosca.
È un principio basilare della strategia militare: il difensore ha il vantaggio del terreno, l’attaccante ha il vantaggio della sorpresa. L’assenza di barriere naturali tra Mosca e l’Ucraina determina un calo del vantaggio difensivo che la Russia cerca di compensare con un calo del vantaggio dell’attacco, avanzando la sua sfera d’influenza verso sud per prevenire/attenuare una mossa aggressiva a sorpresa.
Altrettanto corretta l’asserzione per cui la pericolosità di Mosca sta nella sua imprevedibilità. La questione è un po’ complessa, ma in sostanza riguarda il rapporto rischi/benefici: chi è in una posizione di forza percepita predilige contenere il rischio; chi è in una posizione di debolezza percepita ha la necessità di accettare il rischio. Quindi diventa più imprevedibile e pericoloso.
In un mondo in cui la guerra totale e la resa incondizionata non sono opzioni percorribili, è necessario da un lato contenere l’avversario, ma dall’altro lasciargli sempre un leverage necessario a non farlo sentire come un animale in trappola, evitando l’escalation del conflitto.
Chi ha più da perderci da un conflitto aperto in Ucraina è l’Ucraina stessa e dunque il leverage Russo nei confronti di Kiev è molto elevato. Detto in maniera semplice: Kiev ha molto da perdere e farebbe (quasi) di tutto per scongiurare una guerra nel proprio territorio.
Il secondo che più ha da perdere da un conflitto aperto è la Russia stessa, perché non avrebbe la forza economica di sostenere uno sforzo bellico prolungato. Qui le cose si complicano, perché a livello di leverage Kiev non ha molto da offrire a Mosca: quello che la Russia poteva, se l’è già preso e quello che vorrebbe (un governo filo russo) non è ottenibile proprio in funzione di quanto accaduto in Donbass.
Chi ha meno da perderci è invece il “blocco occidentale”, se così vogliamo chiamarlo. Qui il problema è che non si tratta di un singolo Stato, ma da un insieme variegato con interessi potenzialmente conflittuali. Il leverage dipende tutto dalla scelta tra cooperare o defezionare: se gli Stati europei danno una risposta univoca e condivisa, il leverage di Mosca nei suoi confronti si riduce drasticamente (chiudere i rubinetti del gas non è un’opzione praticabile: noi rimarremmo al freddo, loro rischierebbero il default, può essere solo una mossa della disperazione in assenza di altre); se invece gli Stati defezionano e instaurano un dialogo bilaterale per guadagnarci più dei loro vicini, allora il leverage di Mosca aumenta. Per me era questa la strategia di Putin, ma non sembra sia stata premiante.
Rimane in fatto che una Russia umiliata e senza leverage è una Russia pericolosa, poiché imprevedibile. Agli USA interessa poco: per loro il rischio è quasi nullo per svariate ragioni e quindi potrebbero anche spingere per un drastico spostamento della balance of power (aka armare l’Ucraina). Ma per noi europei vale il principio espresso sopra: se cooperiamo, siamo in una posizione di forza, quindi non ci conviene aumentare il rischio, ma contenerlo, anche perché l’escalation avrebbe conseguenze dirette che ricadrebbero su di noi. E per questo non mi stupirei affatto di vedere delle concessioni o quantomeno delle rassicurazioni verso Mosca che portino ad una de-escalation, anzi, parrebbe la strategia migliore, posto che la Russia no ha alcun potere di imporre alcunché visto che non ha leverage.
Fine del pippotto, spero che questa iper-semplificazione aiuti a chiarire e non crei più confusione di prima
