Provo a riprendere il filo da dove avevo lasciato, ma dubito che riesca a riprendere lo slancio di qualche giorno fa.
Il problema più che evidente dell'articolo sta nella classica inversione tra oggetto e soggetto.
Mi spiego, il giornalista scrive facendo un analisi del malato (la politica) ripercorrendo cinque punti attraverso i quali parte da una diagnosi del problema arrivando a quella che dovrebbe essere una ipotetica soluzione. Il tutto dando la velata (ma neanche troppo) impressione che la malattia sia causata dall'essere umano che in preda ad uno stato di pazzia decide che le vecchie regole non gli vanno più bene e rischia di rompere il prezioso giocattolo della democrazia americana.
Ma se si rivoltasse il tutto, ovvero trattando le persone statunitensi come dei malati corrotti dai modi della loro politica (che poi a sua volta è un burattino che serve come altoparlante per chi detiene veramente il potere) non avrebbe più senso?
Come è possibile che sia il pensiero umano a doversi adattare ad una politica fatta di compromessi e di continuità con visioni ormai anacronistiche in alcuni casi e di sicuro troppo legate al passato e non il contrario?
L'evoluzione umana risulta essersi accelerata dalla rivoluzione tecnologica che ha portato la creazione del computer, ma tutti questi organismi statali odierni continuano a rifarsi ad ideologie ormai vecchie di un secolo e nessuno al momento si sogna di cambiare una cosa del genere nonostante sia evidente fuori fase rispetto al mondo circostante.
Un esempio di quest'ultima affermazione è la candidatura della Clinton, volto perfetto in quanto di facciata rappresenta un cambiamento (essendo donna) ma allo stesso tempo è la continuità rispetto al pensiero del partito democratico, un movimento politico che riconosce l'evoluzione delle cose ma che non intende adattarsi a tutto ciò e continua a battere ferro su argomenti come liberalizzazioni ulteriori e accordi transatlantici che non sono quello che la massa vuole, ma ciò che il potere pretende.
Di fronte ad uno stacco così forte tra politica da camera e realtà, è normale che si sviluppino personaggi grotteschi e caricaturali come Trump che rappresentano però perfettamente l'insoddisfazione classica delle persone rispetto alla classe dirigenziale degli ultimi 20/30 anni.
Capisco che le persone, stanche di essere vessate allo stesso modo da anni vadano nel panico e in depressione cercando soluzioni estremiste, ma chiaramente questa non è una soluzione, come allo stesso tempo non lo è volere una visione ulteriormente più monodirezionale di quella attuale nella speranza di tagliare gli estremismi che però fanno parte in maniera intrinseca dell'essere umano.
In un momento storico in cui tutto è in espansione ad una velocità vertiginosa grazie alla globalizzazione, non si può pretendere che non si formino delle idee diverse e nuove e non è giusto che vengano tutte messe nel calderone degli estremismi ideologici (per quanto molti lo siano e per di più siano i più facili da articolare e divulgare).
Gli USA si trovano in questo momento critico anche perché:
- la loro leadership mondiale è ormai al tramonto, soprattutto quella legata all'economia reale, e il loro scagnozzo si sta autodistruggendo (Europa);
- il sogno americano sta svanendo velocemente, poco tempo fa parlavo con un mio amico che era di ritorno da una esperienza negli USA per l'appunto, e questo mi ha detto come vi siano statistiche che mostrano come gli USA siano la nazione tra quelle occidentali, in cui è più difficile migliorare le condizioni economiche della generazione precedente di una famiglia. Ultimi, peggio di UK o Italia. Ovvero l'esatto opposto "della terra delle opportunità".
Poi a ciò si potrebbero aggiungere le nefandezze commesse in campo di politica internazionale per poter aumentare/salvaguardare la propria egemonia mondiale, il legame troppo forte con lobby di vario tipo, mancanza di Welfare (con seguenti finte soluzioni tipo l'Obama Care) e tutto il resto.
Insomma, come già scritto non sono un fan degli USA, anzi, ne sono un convinto detrattore, forse sono un po' uscito dall'argomento dell'articolo per fornire una visione più complessiva dei miei ragionamenti che mi hanno portato a criticare così aspramente quanto letto, spero solo di non aver annoiato troppo
