andreaR ha scritto:la gavetta aiuta a creare un allenatore votato al bel gioco ? per me c'è una connessione su sta cosa
penso a mancini e penso a gioco di guano, messo subito su panchine che scottavano con l'obbligo di fare risulatati
penso a conte e vedo una proposta si attenta ma molto offensiva, ma prima di arrivare alla juve si è fatto le sue arezzo bari e siena
a voi..
I percorsi di formazione di un allenatore sono difficili da analizzare con criteri statistici.
Ancora di più se si parla di aspetti soggettivi come il bel gioco.
Chiaro come sia difficilissimo creare una statistica guardando chi sono stati i tre allenatori del Milan di Berlusconi a vincere la coppa campioni/champions league:
1) Sacchi. Mai giocato a calcio, gavetta su improbabili campi di periferia e giovanili, un paio di anni in C a Rimini, una stagione di classifica medio alta in B a Parma, poi Milan e subito vittoria dello scudetto.
2) Capello. Grande calciatore. Giovanili del Milan, poi dirigenza, quindi panchina della prima squadra e subito vittoria dello scudetto.
3) Ancelotti. Grande calciatore. Anni di esperienza, anche ad altissimo livello, fra Nazionale, Reggiana, Parma e Juventus. Arrivo al Milan dopo un imprevisto esonero dalla Juve, scudetto al secondo anno.
Resta assolutamente indiscutibile che un percorso si formazione è indispensabile. Calar gente su una panca senza formazione e senza possibilità di sperimentare idee proprie continua a sembrarmi una sciocchezza. Non a caso, proprio per restare al Milan, un Capello che aveva fatto benissimo per anni sulle panchine delle squadre giovanili in prima squadra ha avuto un buon successo, Leonardo, catapultato in panca dopo anni a far cose totalmente differenti è durato pochissimo ed ha presto deciso di tornare a fare un altro lavoro.
Diciamo però anche che Mancini un percorso di formazione l'ha avuto, diventando un fedelissimo di Ericksson, prima negli ultimi tempi da "allenatore in campo", era la voce di Svengo in campo, poi da secondo allenatore. Non a caso dopo il brutto esordio a Firenze alla Lazio venne chiamato poco tempo dopo l'addio dello svedese e per due anni fece benissimo, con un 4-4-2 spettacolare, gioco sulle fasce, rivitalizzazione di giocatori dati per finiti e lancio di gente che aveva la fama di mediocre. Dopo non ha confermato quanto di buono fatto, vincendo vari scudetti con squadroni ricchi sia di soldi che di campioni senza mai più mostrare il bel gioco fatto vedere a Roma.
Il problema, a mio parere, è grave ed ampio.
Se consideriamo che fra gli allenatori nati negli anni '40 abbiamo vere e proprie leggende della panchina, come Sacchi, Lippi, Capello e varia altra gente di buon successo, fra cui alcuni innovatori che avranno vinto poco, ma hanno mostrato idee nuove, come Galeone, Zeman, Ventura.
fra i nati negli anni '50 già qualcosa di meno, l'unico che ha una reputazione davvero elevata è Ancelotti. ma comunque c'è gente cui viene riconosciuto un buon valore, come Prandelli, Spalletti, Guidolin.
Fra i nati negli anni '60 c'è Conte che al momento è in grande ascesa e sta facendo benissimo alla Juve, ma per il resto gli allenatori di maggior successo sono Mancini, Allegri e Mazzarri, probabilmente qualche cosa da rivedere anche nel corso di Coverciano e nella formazione degli allenatori c'è, anche perchè negli ultimi 3/4 anni oltre a Conte gli unici allenatori emergenti sono stati Allegri e Montella.
Corini e Lopez sulla panca è invece un costume che esiste da sempre, le cose vanno male, c'è un vecchio capitano di lungo corso che si sta formando come allenatore, lo si spedisce in panca sperando che possa dare la scossa e far valere il suo carisma. A volte la scelta ha pagato, anche bene, altre no. Ma soprattutto in squadre provinciali che non hanno staff tecnici ricchissimi quando si cambia allenatore quasi sempre si cerca o il capitano di lungo corso o l'allenatore abituato alla lotta per non retrocedere.