Sigfrido Maniace ha scritto: 12/08/2024, 17:04
Sono passati dieci giorni e non mi va di perdere ancora troppo tempo a discutere di questo argomento. Comunque a mio modo di vedere una cerimonia sportiva dovrebbe essere super partes il più possibile e non ammiccare a posizioni socio-politiche di alcun tipo. In questa cerimonia ho assistito a una parodia di una importante raffigurazione cristiana, segno che per gli organizzatori andava bene reinterpretarla in senso "inclusivo" (ah la parolina magica di questi tempi... ricordate "resilienza"?) perché ciò che conta è l'esaltazione del nuovo pensiero dominante "woke" di area progressista a rimpiazzo dell'ideologia tradizionalista.
Ho anche visto ballerini maschi con la gonna, donne barbute, una ragazza oversize al posto del Cristo, attorniata da pagliacci e saltimbanchi uno dei quali con un testicolo di fuori...
Se a te questo è piaciuto e non ci hai visto nulla di male, buon per te. Io ci ho visto un deliberato atto impositivo di nuovi valori.
E mi sono sentito offeso e disgustato.
"Atto impositivo" è un termine semplicemente sbagliato per l'accaduto: se basta un tasto del telecomando o voltarti altrove per uscire dall'imposizione, non ti è stato imposto un bel niente. Sarebbe come dire che mi viene imposto Temptation Island: è falso, non c'è nessuna imposizione, solo una rappresentazione che non ti piace; ahimè, nelle società libere, non confessionali e dove non vengono imposti un pensiero unico e una morale oggettiva, tutti i bimbi grandi si devono confrontare con questo dramma.
Per me, ad esempio, è brutto dover vedere persone che odiano altre persone raccogliere molti consensi e diffondere falsità in pubblico, ma fondamentalmente so che sono libere di pensarla come vogliono; vedo che per le persone religiose, invece, da sempre attente ai problemi che contano, vedere uomini con la gonna (in un periodo storico in cui gli uomini tradizionalmente non la portano) è fonte di grande irrequietezza e dispiacere... così come le donne obese o con la barba, non sia mai.
Tutti noi dobbiamo fare i conti con il
diverso nella società. Sta a ognuno di noi decidere se odiare o se capire e accettare. Nel caso dei religiosi non ho molti dubbi su quale dei due atteggiamenti verrà scelto senza batter ciglio, così come storicamente è sempre successo.
Luca79 ha scritto: 12/08/2024, 20:28
Ma voi pensate mai alla morte? Non vi spaventa l’idea che sia una cosa definitiva, per sempre?
Sì, abbastanza spesso, e mi induce a ragionare molto. Non penso però che alcuna religione, tra le migliaia che uno potrebbe arbitrariamente scegliere (solitamente come effetto della socializzazione primaria e secondaria, più che per ragionamento), abbia mai proposto un'argomentazione convincente per rispondere alle varie domande intorno alla morte — per quanto si tratti di un tema centrale dell'esperienza religiosa così come della vita stessa.
Insomma, l'idea che la morte sia definitiva mi spaventa, ma purtroppo non riesco a inventarmi una risposta arbitraria per liquidare questa angoscia. La vita è dura, le scorciatoie sono belle in teoria, ma in pratica senza indottrinamento è difficile credere a certe cose dal momento che non ti viene fornito uno straccio di prova che non sia un solenne
ipse dixit, quel tipo di non-ragionamento che ho superato intorno ai nove anni. Diciamo che un giorno, non so quando, tornerò da dove sono venuto, cioè - per quanto ne so coscientemente - il nulla.