Messaggio
da Bluto Blutarsky » 16/09/2021, 15:22
No, d'accordo, cose del genere sono sempre successe, ma mai in maniera così sistematica e soprattutto mai così preventiva. Era molto più dignitoso quando al produttore arrivava la telefonata del partito o dell'associazione di turno che avevano una talpa nella casa di produzione e che facevano pressioni per censurare una scena. Almeno, come dire, ci si provava. Qui è il produttore che decide in partenza, di default, che nei suoi prodotti non ci deve essere niente che possa scontentare qualcuno, un concetto antitetico con qualunque ambizione artistica.
(Ovviamente sono tutti ragionamenti di portafoglio: se si offende qualcuno che non ha voce e non è organizzato in gruppi di interesse, sticazzi).
Fuori dai denti: fino a vent'anni fa - ma anche dieci - davanti all'idea che in una casa editrice o cinematografica ci fosse un dipendente pagato per segnalare cose potenzialmente sgradite a qualcuno, gli intellettuali si sarebbero messi a ridere per non piangere. Poi le giovani generazioni, come sta succedendo, si convincono che l'arte debba essere la più innocua possibile.
Non lo fa solo Netflix, hai ragione, è un problema che ormai riguarda tutte le big, per non dire tutto il mondo della cultura, almeno negli Stati Uniti.
Like
1
Share
"La verità è come l'acqua: una piccola quantità ti disseta e ti tiene pulito, ma se è troppa può farti affogare"