Abbiamo perso una partita che potevamo vincere, ma abbiamo perso contro una Cleveland piena di infortuni quindi non so se il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto, ma sicuramente a livello di progetto queste partite è paradossalmente più salutare quando le perdi piuttosto che quando le vinci perché ti fanno approcciare i limiti della squadra con la consapevolezza di non averla sfangata manco per il caz*o. Il fatto poi che sia la terza volta che butti via una partita potenzialmente vinta apre ad altri meravigliosi ragionamenti. Che faremo più avanti. Diciamo solo che questa sconfitta è comunque diversa dalle altre 2 che non potevi perdere, non fosse altro per i "soli" 10 punti di vantaggio che in Nfl, contro squadre più forti della tua, non sono certo uno scalino insormontabile... per gli altri, appunto.
Ma eccoci alle attesissime China's 10 small things on the Chicago Bears!!!
1) Ad un certo punto uno strano pensiero mi ha attraversato la testa. "Sai chi vinceva le partite così?" mi sono chiesto. Domanda scontata. Certo che lo so. I Bears del 2005, quelli del primo Kyle Orton. L'attacco produceva poco, la difesa dominava in maniera quasi imbarazzante qualunque avversario e alla fine la sfangavi quasi sempre. Perché il tuo QB non poteva fare molto, il WR migliore che avevi era Muhammad, il TE era il solido mestierante Desmond Clark. Il resto era poca roba, numero 2 avevi Justin Gage e poi c'era Bernard Berrian che aveva un razzo nel culo, quindi se avevi un braccione a disposizione per lanciare delle grandi fly ripetutamente lui alzava numeri su numeri. A correre avevi Thomas Jones, un onesto sfondatore, e un rookie, il povero Cedric Benson (RIP), che non ha mai portato in NFL il talento che era riuscito a mostrare fin dal liceo. I soldi, forse, la testa di chi è idolo da quando ha 15 anni, le cattive compagnie. Chissà. Quella squadra chiuse 11-5. Dopo essere partita 1-3 perse solo altre due gare, a Pittsburgh e a Minneapolis (da qualificata come #2 della Conference). Però ieri poi abbiamo perso una partita che, nel 2005, avremmo portato tranquillamente a casa pur non avendo né DJ Moore né Kmet né il buon Fields. Perché? Perché nel 2005 la linea offensiva era validissima e ti permetteva, all'occorrenza, di far correre l'orologio e di proteggere la palla. Un centro come Olin Kreutz oggi te lo sogni, ma anche gente come Garza, Metcalf, St. Clair, Tait, Miller (prima di essere "Flag" Miller) non li vedi nemmeno col binocolo adesso. Sapevano lavorare insieme, erano solidi e, soprattutto, potevano ruotare. Avevi tanto materiale, avevi profondità prima ancora di avere talento. Ieri, uscito Jenkins, è sembrato crollare un impianto che comunque, già di suo, fa abbastanza fatica.
2) Nel 2005 poi, c'era anche una difesa che avrebbe tenuto un livello altissimo per qualche altra stagione. Per questo, ad un certo punto, ho pensato al 2005, ieri, mentre i punt si susseguivano e i Bears provavano a portare a casa una partita "vecchio stile", da punteggio bassissimo sotto il diluvio. Ieri la difesa è stata mostruosa ma ha concesso 3 big play via aerea letali (e altri 3 meno letali ma pesanti) che, da soli, pesano 142 delle 374 yard lanciate da Flacco. Ecco, nel 2005 big play ne scappava uno al mese, non tre a partita. Dopo le batoste subite da Cincinnati e, guarda caso, Cleveland, nel 2005, quella difesa concesse meno di 20 punti nelle 8 partite successive (tutte vinte); in 5 casi i punti furono meno di 10. Per ben 5 volte in stagione quella difesa non concesse touchdown. Solo per dire che ci siamo vicini, davvero vicini, perché ieri la difesa è stata letteralmente dominante. Eppure Flacco chiude a 26 yard dalle 400. infintamente troppe, per come si era costruita la pressione. Le secondarie hanno giocato, di nuovo, generando ottimi big play, ma perso quel confronto sull'uomo che una settimana fa aveva funzionato benissimo contro i Lions. Trovare costanza nel reparto è essenziale perché ieri è mancata soprattutto quella: la continuità.
3) Usciti dalla lotta playoff per la quale avevo rinunciato a sperare dopo il primo meme sulle complicatissime variabili che avrebbero potuto portare Chicago in postseason, ci soffermiamo su una stagione che può ancora dirci qualcosa. Tre vittorie ci darebbero grandi segnali, anche perché batteremmo GB, finalmente. Due, senza Green Bay, sono l'atteso, diciamocelo. Una o zero sarebbero un pessimo segnale per quanto visto nelle ultime gare, anche se un 1-2 con vittoria nel Wisconsin forse addolcirebbe tutto. La difesa ha cominciato a fare sul serio, serve uno scatto generale ed un cambio di passo sulla sideline, dove ad una evoluzione del gioco e dei risultati non sembra avere seguito una gestione più "coraggiosa" da parte dei coach.
4) Ieri Chicago l'ha persa soprattutto sugli episodi, ma quando sei più scarso è chiaro che, nove volte su dieci, questi ti girino male. C'è la mancata chiusura del 4° down di Fields nominata dal Poz (e da Eberflus) ma c'è, in generale, un attacco che non si è mai acceso. E' un attacco che ha bisogno di mettere a terra la OL, lo diciamo da anni, ma ha anche bisogno di un RB diverso e di un target che sia di miglior supporto a DJ Moore. Ieri la difesa dei Browns ha fatto quello che mi aspettavo: 7-8 uomini nel box, peso e pressione sulla linea, uomo francobollato su DJ Moore. Da questo il coaching staff non è uscito sostanzialmente nulla che potesse ribaltare la situazione per tre ragioni: le corse non andavano (Fields inutilizzabile), i target non sono granché se escludiamo Kmet e gli episodi di cui sopra. Tutti storti, non solo in difesa. Il drop di Tonyan pesa 6 punti almeno, quello di Mooney alla fine pesa per l'intero risultato (palla tra le mani praticamente attaccata al petto). Ma se da un lato (la difesa) si vedono grandissime giocate soprattutto dall'arrivo di Sweat e si prospetta un grande futuro dove la continuità potrà arrivare anche in base all'equilibrio che si troverà in squadra, in attacco manca tanto talento. Possiamo discutere finché vogliamo di come sia stato costruito questo attacco e del play call, ma la verità è che Mooney è un WR #2 (se non 3) ma fatica ad essere un "due pieno" e il resto, tolti i soliti due nomi, per ora gli sta persino dietro. La linea ha bisogno di profondità, perché già i soli 5 titolari fanno fatica, ma se non riesci ogni tanto a dare fiato con sicurezza non ci salti fuori. Poi c'è il discorso RB; il reparto ha sempre funzionato abbastanza bene ma il grosso continua ad alzarlo Fields. Ieri è stato un disastro perché per Cleveland è stato un gioco da ragazzi, per come giocano, bloccare il nostro nulla. I RB dei Bears sono degli sfondatori, tutti e tre, gente che se trova il buco e ingrana la quarta poi abbatte tutto ciò che ha davanti e mette persino la quinta a volte, ma nessuno sembra in grado di fare una giocata diversa che sia una. Inventarsi qualcosa. Modificare la corsa, cambiare o tagliare sul percorso. No, si cerca il buco e basta. E quando la difesa avversaria è tutta ammassata nel box a volte trovare il buco è difficile quando non controproducente perché ci si è già infilato un difensore avversario. Numeri impietosi: Herbert 6 corse per 8 yard, la più lunga da 7 (1.3 la media), Johnson 5/36 con la più lunga da 22 che si prende quasi tutto lo spazio ma almeno tiene la media a 7.2 e Foreman 6/-6 (sì, meno sei) con record a 2 yard e media a -1 (sì, meno uno). E' un po' che dico che il running game funziona più nel suo insieme che non nelle giocate del "grande RB" e la prestazione di ieri che, volenti o nolenti, rappresenta un target da porsi per migliorare ci dice due cose: abbiamo bisogno di un altro playmaker offensivo e, probabilmente, pensare di investire su un QB, ad aprile, è una pessima idea comunque la vediate su JF.
5) Sweat ha fatto la solita grande prestazione e le occasioni in cui si gioca con 2 LB e 5 DB stanno aumentando ma, soprattutto, è stato di nuovo lo schieramento da "starter"). E' una buona soluzione perché Brisker ha il fisico per fare il rusher come 3° LB e JJ sta intercettando la qualunque, il che rende Chicago una squadra che può costruire tanti big play su quell'asse. Soprattutto sono spariti i punti di riferimento e questo sta rendendo più fallosi gli attacchi avversari e toglie la possibilità di banchettare ai QB. Ripeto però che leggere quei numeri per Flacco dopo aver visto la partita ha dell'inverosimile e questo non è un segnale da sottovalutare in una stagione come questa dove le pratire "regalate" sono state comunque condizionate anche da un crollo difensivo. C'è da dire che sul primo TD dei Bronws ci sono uno/due holding sul big play che spiana la strada dentro la redzone e uno forse persino sul TD Pass, che per me non è nemmeno valido visto che il tallone del WR mi pare tocchi la linea prima del possesso completo in endozone e questo gonfia non poco i numeri, ma è anche vero che, soprattutto in quella situazione, si sono visti dei brutti blackout difensivi. Come si è difeso sul primo lancio e come Brisker ha coperto Njoku sul TD (valido o meno, non è così che si difende) per esempio mi ha lasciato abbastanza infastidito perché l'idea, dal divano, è che bastasse poco di più. Però aggiungo che erano anni che vedevamo una difesa vivisezionata da chiunque, che passava le giornate in campo perché ormai gli avversari andavano sempre per chiudere il down sui tre tentativi tanto era alta la percentuale di successo massacrando così la fisicità dei difensori, mentre ora te la giochi anche con attacchi piuttosto solidi e i terzi down stanno diventando un affare bello complicato per gli altri. Il miglioramento è stratosferico e non solo per quanto dicono i numeri, ma per quello che si vede in campo, per la testa, l'approccio e, salvo qualche episodio, la continuità. Ieri le corse di Cleveland sono state cancellate, un motivo in più per pensare che sui lanci avresti potuto essere più pronto perché avevi portato Flacco a fare solo quello: 57, 51, 42, 34 e 31 sono invece i 5 lanci migliori del QB dei Browns che mette insieme così 2/3 del fatturato in partita, nonostante i 3 intercetti e i tanti incompleti. Per la cronaca il lancio più lungo dei Bears è stato di 30 yard, 27 il secondo. Un altro rusher, un LB e DB da rotazione (teniamo JJ e sticazzi), e questa difesa, se si conferma a questi standard, farà tanta, tanta paura. Ma c'è bisogno di qualche vite e di un po' di fiato in più.
6) A questa squadra avevo assegnato 6 vittorie, quindi un target che balla tra 5 e 7 e che non dà chance di playoff. Vincere ieri sarebbe stato bello più per vedere una stagione vincente che per una reale possibilità di andate in postseason. Nei fatti si può ancora arrivare ad 8 vittorie, un numero impressionante se ripensiamo a settembre quando la sensazione era che si potesse chiudere tranquillamente 0-17 e che le uniche chance di vittoria ricadessero nel big match contro i Panthers. Ma come accennavo in premessa è meglio non esagerare quando si è consapevoli che il livello sia in realtà più basso di quello che ci dicono le ultime tre settimane. Chiudere 9-8 o, "peggio", andare ai playoff, avrebbe visto, secondo i canoni dello sport professionistico, una serie di riconferme e sopravlutazioni di cui non abbiamo bisogno. I Bears hanno dimostrato, da week 4 in avanti, di poter stare in campo contro tutte le avversarie affrontate e questo va preso come buon segnale. Poi ci sono tanti bug, e questo va preso come un motivo per intervenire pesantemente e senza dubbi. Sono tra quelli che pensano che un po' di sano tank, lo scorso anno, abbia condizionato il record di almeno un paio di vittorie; questo vuol dire che arrivare a 6, idealmente, non sarebbe nemmeno tutto 'sto miglioramento. Speriamo la pensino allo stesso modo a Chicago,
7) Ho detto e ribadisco che Eberflus rimarrà il coach di Chicago e che, in un certo senso, è giusto che sia così. Sullo staff però vanno riviste tante cose. Visto che abbiamo citato i Bears del 2005 ricordiamo che poi, nel 2006, con Rex Grossman QB, i coordinatori erano Ron Rivera (che costruì il miglior reparto difensivo di quegli anni) e Ron Turner (che sembrava non capire la differenza tra un attacco NCAA ed uno NFL, cosa che aveva evidenziato anche l'anno prima). Finì nel modo più assurdo, con Lovie Smith che si liberò di Rivera senza mai più riuscire a rimettere insieme i cocci per davvero e Ron Turner confermato per la stagione successiva. All'epoca, come scusa, poteva esserci la pessima gestione difensiva al Super Bowl. Oggi scuse per non cambiare sembrano non essercene. Oggi siamo senza DC e uno in gamba forse servirebbe per registrare le ultime cose, ma soprattutto non commettiamo l'errore di confermare Luke Getsy che in due stagioni ha dimostrato di non essere l'uomo che serve oggi a questa squadra. Conservativo, prevedibile, senza opportunità di crescita per giocatori e/o reparto.
8) L'arrivo di Montez Sweat ha per me chiuso il dibattito sull'ultimo draft e sulla polemica che alcuni ancora sollevano rispetto alla mancata chiamata di Jalen Carter. Il ragazzo, sul quale sono comunque passate 8 squadre, sta facendo benissimo ed è certamente un talento che segnerà questa epoca di football, in particolare anche per la squadra in cui è finito. Quando però ti ritrovi a fare il GM di un team derelitto come i Bears e vai a resettare la sala comandi per intero (non dimentichiamo quali difensori se ne sono andati dall'Illinois dall'arrivo di Poles) devi procedere per step. Il primo è risalire in Division, compito che oggi non sembra così proibitivo nella NFC North, ma servirà essere veloci nel sistemare le cose. Una è stata sistemata con Sweat, arrivato per una seconda scelta mantenendone due al primo giro proprio perché hai deciso di passare sopra Jalen Carter. Sweat ha 27, ne ha
almeno altri 4-5 ad un ottimo livello e durante i quali puoi crescere altri giocatori nel ruolo, ti ha permesso di salire di standard e di competitività andando a risolvere al draft un need (o almeno a provarci) molto più pesante che era quello sulla OLine. In questa ottica hai più scelte e, volendo, ancora di più scambiando la prima assoluta di quest'anno, per andare a puntellare la squadra al meglio ed il DE non ti è costato una prima. Carter avrebbe rischiato di trovarsi a predicare nel deserto in una condizione di scelta alla prima assoluta (altro cap, altre scelte, altri compagni, altre aspettative) e di divenire uomo da (forte) scambio in 3-4 stagioni mentre il resto della squadra non cresceva. Continuo a pensare che Poles abbia agito con intelligenza e in senso molto più futuribile, poi se ti perso il nuovo Warren Sapp ne riparliamo, ma allo stato attuale il GM ha ottenuto di risolvere il problema sulla linea difensiva e avere due primi giri avvicinandosi al livello delle avversarie della North (ricordo che si partiva 0-6).
9) Siamo a 4 partite dalla fine della stagione ed è chiaro che si cominci anche a tirare qualche somma sui rookie. Di Darnell Wright abbiamo parlato tanto, per me nel giusto contesto può essere un ottimo elemento, che sta facendo fatica ma ha sicuramente delle buone armi da giocarsi. Gervon Dexter teniamolo d'occhio, per ora fa solo grande rotazione ma mi sembra stia entrando in ottime dinamiche, tanto quanto Tyrique Stevenson che si avvicina via via alla sua dimensione e ieri ha fatto un intercetto pazzesco. Le prime tre chiamate sono quelle sulle quali puoi davvero spenderti perché sulle alte giri molto nell'ambito della scommessa. Tutti sembrano comunque in grado di fare squadra e stare dentro un buon percorso di rotazione per ora, direi soprattutto Noah Sewell e Zacch Pickens. Ovviamente positivo l'apporto di Roschon Johnson che cancella l'utilità di Herbert, ormai superfluo, e può fare coppia con Foreman a patto che si valuti davvero l'ingresso di un RB con talento superiore o che non si porti Johnson a dimostrare di essere "quel" tipo di RB, cosa che a oggi non si direbbe. Tyler Scott incuriosisce ma, per ora, convince il giusto.
10) Prima della gara di ieri erano girati i confronti sulle ultime 34 apparizioni di Justin Fields suddivise in due gruppi da 17 come fossero due diverse stagioni regolari. Il cambiamento, a livello di numeri, è clamoroso: da 12-15 nel rapporto TD-INT a 25-11, 2848 yard contro 3004, 58% dei completi contro 64%, 750 yard corse contro 1237 ed un rating che da 75.1 è passato a 92.3. Possiamo pensarla come vogliamo ma i numeri danno ragione a lui, anche se poi guardando il record di squadra il tutto si ridimensiona, ovviamente, del resto siamo qua a parlare di numeri non di cose serie. Ieri non ha tenuto fede alla sua crescita benché il primo intercetto sia clamorosamente fasullo, letteralmente inventato dalla crew arbitrale, tanto da farmi sperare che la NFL intervenga a modifica di quell'ininfluente numero statistico. Fields ha faticato perché senza le corse non ha potuto giocarsela come avrebbe voluto e DJ Moore gli è stato presto tolto dai giochi. Paga come detto due drop, scandaloso il primo, letale il secondo (perché il secondo è brutto ma viene da un Hail Mary, il primo era un lancio cercato, voluto, perfetto); paga un game plan discutibile, ci mancherebbe, ma paga l'assenza di alternative, non solo nelle chiamate ma nei target, nelle opzioni, nelle corse, nella protezione. Eppure, in un modo o nell'altro, stava facendo l'"Orton 2005", cioè portare a casa con un attacco ai minimi storici una vittoria incredibile. Ma la difesa ha concesso troppi big play oltre a quelli prodotti e l'attacco non è riuscito a fare altrettanto. Bastava davvero chiudere quel 4° down su corsa di JF? Non so, era difficile calciare con snap dalle 33 visto il meteo, essere sulle 32 non avrebbe cambiato molto a meno di non avanzare come mai fatto nel secondo tempo; c'era ancora molto da giocare, un intero quarto, ma forse psicologicamente ti avrebbe dato l'ultima decisiva spinta, chissà. E' stato il solito Fields, la brutta versione, quella che ti fa litigare con tutti. Ma ormai lo vedo come il QB su cui puntare e, come ho già detto, visto che il potenziale c'è, tanto vale sfruttarlo almeno un paio di stagioni e poi capire cosa succede. Arriveranno altri fenomeni generazionali, ma Chicago oggi dovrebbe fare una bella trade, portarsi a casa una prima scelta in più anche nel 2025 come fatto lo scorso anno e pescare WR, RB, OL un altro edge... dopo aver magari trovato qualcosa di buono nella off season visto che il cap lo permette. Ce lo dovremo tenere con i suoi fumble, i suoi infiniti pensieri palla in mano e le sue scelte talvolta assurde talvolta inesistenti. Ma i numeri ci dicono che è cresciuto molto, e se cresce il talento di fianco a lui, forse... potremmo aspettare il prossimo talento generazionale senza (troppi) problemi.
Buone feste a tutti ragazzi. Ovviamente le "10 cose" tornano il 27/28 dicembre, mentre le prime del 2024 saranno intorno al 3/4 gennaio... onestamente non so se riuscirò a tenerne 10 all'infinito, è abbastanza lungo come lavoro e non sempre del tutto centrato. Boh, vabbè, ci diranno i telespettatori. Magari cambiamo anche posto e andiamo su un sito fighissimo
