Vedete un po' se alle sette di un mercoledì mattina mi devo mettere a scrivere un post del genere.
Comunque:
ripper23 ha scritto:Io credo che il credere o non credere a un'entita' astratta cosi' come a uomini nati da donne vergini o a Thor, siano opinioni in tutto e per tutto. E in quanto tali vanno rispettate ma possono anche essere criticate, analizzate, spiegate. Non mi e' chiaro perche' se chiedo cosa ti spinge a votare Berlusconi (

) si ritiene questa una domanda legittima, ma se metto in dubbio alcuni precetti della tua religione allora mi sto comportando in maniera irrispettosa.
Rip, dovresti chiarirmi un punto.
Significato di Opinione:
Concetto che una o più persone si formano riguardo a particolari fatti, fenomeni, manifestazioni, quando, mancando un criterio di certezza assoluta per giudicare della loro natura (o delle loro cause, delle loro qualità, ecc.), si propone un’interpretazione personale che si ritiene esatta e a cui si dà perciò il proprio assenso, ammettendo tuttavia la possibilità di ingannarsi nel giudicarla tale.
Tralasciando la prima parte su cui si potrebbe discutere (ad esempio sull'utilizzo dell'aggettivo 'personale'), è quella in grassetto che m'interessa di più. Un credente, un vero credente, di qualsiasi religione, ammette la possibilità di potersi ingannare? E nell'eventualità non cade il concetto stesso di fede?
Parliamo di religione cattolica. Bertrand Russell sostiene che la Chiesa cattolica avrebbe calato in un dogma la possibilità di dimostrare l'esistenza di Dio attraverso la pura ragione e ciò al fine di contrastare i liberi pensatori, al tempo in cui essi invece iniziavano a sostenere che la ragione può legittimamente dubitare di tale esistenza.
Che poi è ciò che da tutt'altro punto di vista sosteneva San Tommaso (un pensatore che aveva un paio di palle cubiche): Se il nostro avversario non crede alla rivelazione divina, non vi è più alcun mezzo di provare gli articoli di fede col ragionamento, ma solo di rispondere alle sue obiezioni – se ne ha – contro la fede.
Per la serie, se non credi, noi non possiamo dimostrarti nulla, se non difenderci dalle tue obiezioni.
Comunque la si guardi, o credi o non credi. Non c'è ragione nel mezzo. Vuoi perché il concetto di dogma è stato sfruttato appositamente per evitare che la ragione potesse intralciare il percorso spirituale di un uomo (Russell), vuoi perché al contrario tutto nasce dal dogma, affermazione che deriva direttamente dalla divinità, le famose rivelazioni (e in questo il cristianesimo è molto simile all'islamismo).
Ma il concetto stesso di dogma automaticamente esclude l'l'ammissione di un eventuale inganno e di conseguenza cade il concetto di religione come opinione.
Al contrario il moderno razionalismo religioso ha portato alcuni arditi filosofi alla dimostrazione dell'esistenza/non esistenza di Dio. Cade San Tommaso (che parla di plausibilità e il suo è tutto un ragionamento a posteriori) e cade anche Russell, perché cade il dogma e la rivelazione divina, anche se non in tutti gli aspetti (ad esempio, la santissima trinità).
Il problema di fondo è: una cosa che può essere dimostrata razionalmente è vera. Non è un'opinione. Può essere opinabile la dimostrazione che si è eseguita, ma in questo caso il problema non è l'esistenza o la non esistenza di Dio, ma la strada (simultanea, a posteriori, ontologica, eccetera) che si è seguita per arrivarci. Si può annullare la dimostrazione, non l'ipotesi (tesi se ragioniamo scientificamente). Questa rimane opinabile? Null'affatto. Perché se cade la dimostrazione, non cade il suo valore dogmatico. Tanto è vero che la stessa ricerca ateista si basa non sulla dimostrazione della non esistenza divina, ma sul fatto che non esistano ragioni sufficienti o ragioni necessarie per affermarne l'esistenza o al più che la sua esistenza sia logicamente e ontologicamente impossibile.
Ora non so se è chiaro, penso di aver fatto casino data l'ora, ma alla fine di tutto, io (e penso non solo io) ho forti perplessità nel vedere la religione come un'opinione.

il che potrebbe anche sembrare una sottigliezza, ma è la base da cui partire per un eventuale confronto.
non si tratta di tu hai un'opinione, io ne ho un'altra. si tratta di tu hai fede, io no. poi su qusto si può partire per affrontare tutti le discussioni di tipo filosofico/teologico/matematico che vuoi. anche se capisco che, a questo punto, la voglia potrebbe pure passare.
