premesso che non voterò il padrino per tre ragioni:
- non saprei davvero quale scegliere (e non voglio sprecare due preferenze);
- sono sicuro che avrà sufficienti voti per passare in ogni caso;
- in un certo senso trovo sia un film sopravvalutato, come dice penny c'è un po' troppa maniera soprattutto nel primo capitolo.
premesso che credevo fosse il mio genere preferito, mentre in realtà hanno passato il primo cut solo otto titoli.
premesso che scorsese mi ha sempre lasciato abbastanza indifferente.
ecco i miei 5 voti, più due menzioni speciali:
Rapina a mano armata (1956, di Stanley Kubrick): non è un film conosciutissimo, tant'è che anche alcuni conoscitori di kubrick (o presunti tali) non l'hanno mai visto. eppure senza filosofia, senza visioni del futuro né analisi di classe, senza un budget che gli consenta di elevarsi sopra la trivialità del quotidiano e senza attori che gli rubino parte della scena, kubrick fa il suo film più puro. basterebbero i tempi con cui racconta questa storia apparentemente banale a renderlo un capolavoro, ma lui ci aggiunge uno sguardo registico senza precedenti, che incalza i personaggi più che limitarsi a seguirli.
C'era una volta in America (1984, di Sergio Leone):
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http://www.youtube.com/watch?v=2WU1aHHWMME[/youtube]
Le iene (1992, di Quentin Tarantino): non nego che pulp fiction mi abbia intrattenuto di più, ma se devo giudicare l'opera cinematografica in sé, questo è il film più riuscito di tarantino. non ci sono macchiette né esagerazioni. tutto funziona a meraviglia. e il cast è il migliore con cui tarantino abbia mai lavorato.
Il profeta (2009, di Jacques Audiard): ho scelto questo è il prossimo film perché credo non sia giusto premiare sempre e solo il cinema americano, quando anche altrove si producono film stupendi. questa piccola perla è l'ennesima dimostrazione di come il cinema francese, in tutti i generi, abbia saputo reinventarsi con storie bellissime raccontate da registi di grande talento. è un film carcerario oltre che gangsteristico, incentrato sulla figura di malik, un giovane magrebino che entra in prigione da piccolo delinquente e ne esce da boss. parlato in arabo, francese, corso, è un film intraducibile e che va assolutamente visto non doppiato.
Animal Kingdom (2010, di David Michôd): altro film non americano (australiano), altro protagonista giovane, altro racconto di formazione al male. qui si viaggia all'interno di una famiglia malavitosa di melbourne. lo sguardo del regista è la chiave, perché segue i personaggi con perizia quasi documentaristica e non emette mai giudizi. film freddo, molto cupo, un must per ogni appassionato del genere.
menzioni per:
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Donnie Brasco (1997, di Mike Newell): quel rapporto così assurdo e così speciale tra depp e pacino mi ha sempre toccato. il finale è memorabile.
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Gozu (2003, di Takashi Miike): dal giappone, un mezzo horror mezzo gangster mezzo fantasia portami via che disturberà anche le mente più malate. non per tutti. ma quei pochi godono.
e voglio fare outing: gli intoccabili è veramente un polpettone senza senso. ci sono due o tre grandi sequenze, per il resto è tutta roba già vista e stravista.