lebronpepps ha scritto:tra poco riusciamo a far saltare fuori anche che Salvini è lì nonostante sia inviso ai ceti industriali di questo paese ed è effettivamente l'uomo contro i poteri forti (come lui stesso cerca di dipingersi)
poi non è un liberale e sono d'accordo con voi, però è piena espressione del ceto industriale di questo paese che di fatti lo coccola da quando ha cominciato la sua ascesa (composto spesso da persone che non hanno nulla da invidiare in quanto a bassezza rispetto al ceto politico ed alla società civile di questo paese non essendo un qualcosa di alieno rispetto a queste entità ma essendone parte integrante)
e ripeto che non è un caso che Bonomi oggi inizi a picconare sulla contrattazione e Salvini se ne esce con la cosa sui sindacati
anche perchè a breve arrivano i soldi dell'Unione Europea e ci si inizia a riposizionare per poter mangiare al meglio dentro quella mangiatoia
Mai detto che sia contro i ceti industriali. Per aggraziarti gli industriali che hanno già una industria di buon successo hai due vie.
Una, cercare di costruire uno stato con libertà economica, in cui sia facile fare impresa, ci sia una burocrazia snella, un sistema bancario efficiente, un commercio internazionale fiorente, giustizia civile rapida, uno stato che abbia regole semplici ma fatte rispettare rigorosamente, incentivi, tanti incentivi, per chi investe, una tassazione magari non bassa, ma premiante per chi assume ed investe. Ci sono tanti stati cos, sia governati da partiti di destra che governati da partitidi sinistra. Però per fare tutto ciò occorre abilità, capire di economia, diritto e relazioni internazionali (se non sei esperto puoi affidarti ad esperti, ma per averne una idea della linea da tenere devi capire qualcosa di tutto questo), studiare, approfondire, saper mantenere un bilancio in equilibrio, saper ogni tanto scontentare qualcuno.
L'altra via è tutelare perinde ac cadaver le posizioni dominanti, garantendo sussidi agli amici ed agli amici degli amici, prorogando ad libidum appalti e concessioni, rompendo le scatole a chi vuole entrare sul mercato, varando un condono o una sanatoria proprio quando serve, inventandosi incentivi ad hoc, ogni tanto creando un affare in cui le perdite sono socializzate ed i profitti privatizzati. E magari calmare il proletariato con qualche contentino.
Quello che mi piace chiamare neofeudalesimo.
Ogni industriale con un minimo di visione preferisce la prima soluzione (ma deve avere una visione), in mancanza di meglio (e nella prima delle due strade non di vede nessuno con possibilità di successo elettorale) si accontenta della seconda. E Salvini non è e non sarà mai nemmeno lontanamente in grado di attuare la prima politica, non la capisce nemmeno (Berlusconi, Prodi, Renzi e Letta, che scelsero la seconda strada, per lo meno dimostrarono di capire la prima e qualche provvedimento in tal senso, timido e poco incisivo, lo fecero, Salvini non la capisce proprio), la seconda la capisce e promette di attuarla con una disinvoltura che solo politici di seconda schiera hanno dimostrato in passato.
Gli industriali del nord molleranno Salvini se avranno davvero paura che provi ad uscire davvero dall'euro o se prenderà qualche bastonata elettorale in regioni fondamentali come Lombardia e Veneto, e quindi gli verrà a mancare il potere di elargire prebende.
O se arriverà un contendente capace di cavalcare bene la prima via o la seconda meglio di lui. Che arrivi un sostenitore della libertà economica con possibilità di successo temo si possa, per il momento, escludere, che arrivi un neofeudale più bravo di Salvini è invece possibile.
Inviato dal mio SM-G973F utilizzando Tapatalk