Gio ha scritto: 18/09/2024, 18:25
DODO29186 ha scritto: 18/09/2024, 13:04
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PS: mi incuriosirebbe un pool sull’effetto Taylor Swift in Pennsylvania…
La vera cosa curiosa, o preoccupante forse piu accurato, non e` tanto l'effetto swifties, che che ci siano ancora elettori indecisi. O stanno mentendo, o non so .... che cavolo ci pensano a fare, trump di perse non e` prorpio un personaggio che induce indecisione, o sei convito di quello che dice o non ci credi, avere una via di mezzo e` veramente preoccupante, non a livello di "Eh ma ci sono state anche cose positive nel vent'ennio" peggio.
Per noi che la guardiamo ad un’oceano di distanza, la visione è distorta rispetto a quella dell’americano medio, come d’altro canto nessuno straniero riesce a comprendere l’astrusa politica italiana vista dall’esterno.
Partiamo dal presupposto che conta il sistema elettorale, quindi vince chi porta a casa 270+ grandi elettori. In tale ottica, gli elettori che contano veramente oggi sono quelli degli swing States: in una corsa 50/50 sono proprio quei pochi indecisi, sparsi su una manciata di Stati chiave, a fare la differenza.
A livello di policy, ricordiamoci che parliamo di uno stato federale, quindi i temi che orientano l’elettorato possono differire sostanzialmente da quelli di stati centralizzati come il nostro. Alcuni, semplicemente, non sono così accattivati come da noi e viceversa.
Poi ci sono i candidati e i loro programmi. Le cose che guarda con attenzione l’elettore “swing” speculativo sono soprattutto: 1. il programma; 2. la sua realizzabilità; 3. la credibilità del candidato nel portalo avanti. Notare che nella politica italiana il punto “2” è praticamente inesistente e questo cambia sostanzialmente ogni percezione.
L’elettore sa benissimo che Trump ne spara tante e gli concede di parlare per iperboli (“un milione di nuovi posti di lavoro” docet), ma evidentemente apprezza alcuni suoi temi. Quello che si sta chiedendo è quanto siano realizzabili e se lui sia credibile nel portarli avanti, proprio perché sa che è un cazzaro e farà un 10-20% di tutto quello che dice. Soprattutto dal punto di vista dell’economia, questo può fare la differenza.
Lo stesso capita ad Harris: l’elettore sa che è una persona seria, ma si chiede perché non abbia portato avanti certi temi da VP sapendo - oggi - che per questioni di salute Biden era più un figurante che altro. Anche qui ci si interroga sulla realizzabilità del programma e sulla figura del candidato, che molti vedono “troppo a sinistra” rispetto all’incumbent Joe Biden e temono finisca per spingere più su questi temi “semplici” che sull’economia.
Quindi sì, ci saranno diversi John Brown che legittimamente si staranno interrogando se votare un programma più favorevole e un candidato meno credibile o viceversa. Per chi vuole realmente approfondire, c’è amplia letteratura.