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da doc G » 09/11/2019, 13:42
Che la crisi italiana abbia radici lontane è indiscutibile.
Adesso non vorrei nemmeno ritirare fuori post che ho fatto criticando la politica economica di Prodi ed, ancora di più, Berlusconi.
Fidatevi che li ho fatti, specialmente il "libera non a malo" su Berlusconi.
Ho anche criticato Renzi, in parte anche Monti.
Tutti questi governi sono stati negativi, qualcuno più (Berlusconi), qualcuno meno (Monti), ma economicamente sono stati tutti negativi.
Però almeno c'erano alcuni punti fermi.
Nessun governo ha mai messo in discussione capitalismo, occidente, che lo sviluppo venisse dall'impresa, che servissero grandi imprese, che un minimo di occhio ai conti andasse dato, che la crescita venisse dall'impresa e non da giochini contabili, l'Italia è un paese esportatore ed il commercio internazionale per essa una benedizione, l'industria va mantenuta per quanto possibile, negli organismi internazionali tipo UE, ONU, WTO, OCSE, NATO si può essere in disaccordo sulla linea, ma non si discute sull'appartenenza e si cerca di avvicinarsi al gruppo meno distante (giova ricordare che in UE sia M5S che Lega sono ancora col cerino in mano).
Ora è un anno e mezzo che mettiamo in discussione anche questi fondamenti.
Quindi basta dire che la crisi c'era da prima, le cose andavano male anche prima, le difficoltà ci sono da lustri. Tutto vero, ma le cose non sono mai andate male come ora, le prospettive non sono mai state fosche come ora e questo dipende dal Parlamento attuale. Prima spariranno tutti i leader attuali e meglio sarà per tutti.
C'è il rischio che venga gente ancora peggiore, come accade da 30 anni?
Forse.
Ma dato che adesso non abbiamo gente valida è un rischio che può essere corso.
Solo nel caso attuale: di Ilva e di altre crisi aziendali fino a giugno nel governo gialloverde parlavano solo Conte e Di Maio, gli altri votavano compatti "perinde ac cadaver" e facevano festa per i farlocchi dati sull'occupazione. Salvini, esattamente come Renzi e Zingaretti, sullo scudo fiscale ha fatto come Ralph Macchio, metti la cera, togli la cera, esattamente come gli diceva di fare Di Maio. Fino alla lettera di Mittal nessuna presa di posizione, come su Embraco, trivelle e gli altri innumerevoli tavoli.
Per carità, a bocce ferme forse è stato meglio così e forse sarebbe stato meglio che si fosse fatto gli affari suoi anche Di Maio. Ma nessuno può chiamarsi fuori da questo casino
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