esba ha scritto:
Capisco l'entusiamsmo generale, il nostro, di quelli a cui piace questo sport. Anch'io le ho viste tutte e tifato parecchio, pero' non dimentichiamoci che questi giocatori ( mi riferisco a coloro che viaggiano in orbita quasi da MLB) hanno lottato e' vero, senza peraltro parlare una parola di italiano, e magari senza mai essere usciti dagli Stati Uniti, anche per mettersi in mostra prorpio con gli addetti ai lavori per emergere il piu' possibile.
Dov'e' il confine tra attacamento ad una nazione (che all'atto pratico non e' la tua) e mai lo sara', diciamocelo, e sacrosanta voglia di mettersi in mostra a quelle latitudini?
Detto cio' un complimenti a tutti. Bella avventura.
Esba, ti ringrazio tanto per aver dato corpo e parole ad un idea pensata da tanti.
E vorrei provare a rispondere, non solo a te, a tutti coloro che si pongono queste legittime domande… come al buon Luca10 il quale si chiede l’utilità del WBC.
Follow the money diceva quello, what else?
MLB e NPB organizzano il baraccone che genera il caro vecchio soldo, penetrando come nessuno è in grado di fare (vedi IBAF) in tutti i continenti.
Ci sono versioni discordanti circa l’effettivo ritorno, c’è chi dice successo significativo, c’è chi dice manco si raggiunga il break even…
Forse Renè sa qualcosa in più in questo senso; di sicuro è una manifestazione divertente, autentica e godibilissima perché giocata ad una intensità e cuore paragonabile ai playoff.
Certo che... il ritorno alle Olimpiadi, NON è una coincidenza...
Riguardo l’Italia, occhio a scivolare nei pregiudizi e nella facile pelosa retorica calcistica grande esba.
I vari altoatesini che eccellono a livello internazionale, li vedi più italiani di un figlio/nipote di emigrati?
Sicuro hanno passaporto e sono nati nel suolo italico (anche se lo aborrono ma ciò devierebbe il discorso…) ma questo ti rappresenta di più di John Andreoli che ha due nonni fiorentini su quattro?
C’è chi non parla italiano e chi biascica qualcosa, c’è chi si batte il batte il petto e canterebbe
‘o sole mio e c’è chi non conosce Venezia.
C’è di tutto ma se sono lì, chi più chi meno, sono lì per
un idea (Italia) e Mazzieri e tutto il gruppo li hanno messi on the same page…
Dai, dimmi di quale mostra e di quale “emergere” necessitano Andreoli, Nimmo e Segedin…
Io ho personalmente avuto a che fare con paisà che si sono “ammazzati” per indossare la casacca Italia, anche solo per compiacere i genitori
e la loro heritage. Poi ho visto gente con un cognome più italiano del mio, dire educatamente e perentoriamente
“I’m american, I’m not italian”
e rifiutare soldi (non pochi, per loro) e opportunità (si parlava di Sidney 2000 e Atene 2004).
C’è chi si è fatto tatuare la puglia (davvero…) sul polpaccio e chi ha gentilmente declinato, insomma… è davvero dura generalizzare
e massificare il tutto in maniera semplicistica.
Io credo ci sia tutto di lodevole e rispettabile, da Denorfia (mlb player) veramente dispiaciuto a quello che si sente americano e basta, nonostante le origini.
Si parla di attaccamento… mmm che parola sdrucciolevole… parliamo di attaccamento alla maglia della Nazionale calcistica ai Mondiali 2010 e 2014?
Ma poi? Attaccamento alla nazione? C’erano più italiani stanotte in quel dugout, che nella Roma/Napoli/Inter/Milan messi assieme…
Il PUNTO, a mio parere, è un altro:
Quell’Italia NON rappresenta affatto il movimento del baseball italiano,
questo dev’essere indice di riflessione.
Rappresenta una (grande, enorme) opportunità.
Qui in calce una possibile
http://www.baseball.it/leggi_articolo.asp?id=24600
ma non solo.
E’ anche un’opportunità per creare contatti, sinergie, network con quel mondo.
Ridicolo e impossibile spiegarlo e scriverlo qui in cinque righe ma Renè ad esempio conosce bene Tirrenia e sa che tipo di lavoro sia possibile fare.