pinopao ha scritto: 02/06/2018, 19:06
reddito di cittadinanza pure nel calcio allora
battute a parte, non so se la situazione tremenda in cui versano le squadre sia imputabile a mancanza di soldi provenineti dalla A o ad incapacità congenita di chi le gestisce da decenni. Probabilmente tutte e due
Sta di fatto che ora come ora anche un centesimo in più versato a compagini che se va bene vivacchiano, se va male mandano a puttane un campionato intero fallendo alla decima giornata, mi sembrerebbero soldi sprecati
capisco la battuta, però invito a fare un ragionamento di ampio respiro.
la massima serie è l'espressione di tutto un intero movimento. avere delle categorie inferiori solide, porta giovamenti a tutti. alla nazionale (la metà dei giocatori convocati allo scorso europeo hanno presenze in C, per dire, quasi tutti hanno fatto esperienza in una categoria inferiore alla A) e alle società di A che attingono dalla serie inferiori (o che da lì vengono promosse) e che avrebbero la possibilità di attingere giocatori migliori da una B e una C migliore. è su scala più ampia lo stesso discorso per cui gli introiti della A, tra squadre della stessa A, debbano essere distribuite più equamente: far salire il livello delle squadre più deboli nel breve periodo fa crescere tutto il movimento portando sul lungo periodo anche le squadre più forti ad una crescita esponenziale.
logica conseguenza di ciò è che dagli introiti provenienti dalle attività di A, a pioggia vengono distribuiti soldi anche alle società di B e C.
in questo momento dalla A alle squadre di B arrivano un 6-7% (quindi a percentuale) dei proventi da redistribuire in maniera più o meno razionalmente giusta (50% quota fissa, 40% sui risultati, 10% sulla base dei giovani impiegati), più altri 60 milioni (pari a circa il 5-6% del totale introiti della A) destinati al paracadute.
il paracadute, però, è pensato, concepito e strutturato in maniera pessima.
innanzitutto, è sbagliato per principio che una lega professionale ragioni per cifre fisse e non per percentuali sui ricavi (e questo chiunque abbia delle nozioni base sui CBA nordamericani lo sa bene).
poi, sostanzialmente, crea degli squilibri che portano a falsare i campionati:
- di B, perché ti ritrovi, nel caso italiano, 22 squadre a dividersi una torta di 60-70 milioni come la mutualità (3 milioni a testa), mentre tra di loro trovi 3 squadre che hanno ricevuto 10 o 15 o 25 milioni in più alla mutualità;
- di A, almeno fino a quando mantenere la categoria per due anni non sarà decisamente più proficuo che permettersi di vivacchiare un campionato di A senza investire + un campionato di B col paracadute. oltre ai casi sospetti italiani di scarso impegno in campo e in sede di mercato/costruzione della squadra (leggasi smantellamento), ce ne sono anche nelle altre federazioni più importanti (Blackpool 2011, Burnley 2015, Hull City quest'anno).
il paracadute in sé, quindi, deve essere migliorato o sostituito da un meccanismo di salvaguardia (delle retrocesse) e di finanziamento (delle categorie inferiori) validi ed efficaci.
se si ha un 12-13% (che è già di per sé ridotto) di capitale da stanziare per la B (il 6-7% della mutualità attuale più i circa 5-6% cui ammonta il paracadute oggi), vanno comunque redistribuiti in maniera più equa e strutturata. il paracadute o va assottigliato, o va estinto in favore di un criterio di distribuzione delle risorse da una parte bilanciato (base fissa), dall'altro legato ai piazzamenti.
fa scuola, secondo me, il metodo tedesco:
www.calcioefinanza.it/2016/12/05/bundes ... iritti-tv/
www.infodata.ilsole24ore.com/2017/09/07 ... iritti-tv/
per le quote nazionali:
– il 70% del montepremi è suddiviso tra Bundesliga 1 e Bundesliga 2 tenendo conto della classifica dei due campionati negli ultimi 2 anni
– il 23% tiene conto della classifica ponderata degli ultimi 5 anni dei 36 club partecipanti ai due campionati
– il 5% in base alla posizione in classifica di ciascun club raggiunta negli ultimi 20 anni
– il 2% in base all’utilizzo di giovani sotto i 23 anni cresciuti nei club
Per quanto riguarda, invece, le quote internazionali è previsto un contributo fisso di 5 milioni di euro da ripartire tra le squadre di Bundesliga 2. Mentre per la massima serie:
– 25% in parti uguali fra tutte le 18 squadre
– 50% alle squadre che hanno partecipato alle competizioni europee negli ultimi 5 anni
– 25% in base al numero di partite effettivamente giocate nelle competizioni europee
una volta decisa la quota da devolvere alle squadre di B, va comunque stabilito un criterio sano per la destinazione di questi soldi. quest'anno per esempio in Italia è stato deciso che i fondi della mutualità (i suddetti 3 milioni a testa circa) dovessero essere usati obbligatoriamente per le strutture sportive e le giovanili. è giusto e sacrosanto indirizzare gli investimenti verso strutture e giovani, ma dalla sera alla mattina, di punto in bianco, è stata decurtata la percentuale di mutualità e contemporaneamente è stata tolta ogni possibilità di coprire con quei soldi gli investimenti per le altre voci di spesa della squadra, mandando in crisi i club di B.
vanno riequilibrate le cose. bene che resti una parte cospicua da dedicare a giovanili e strutture (anche del 50% o più, in pratica quella somma di 60-70 milioni ripartita così quest'anno), ma ben venga anche che l'altra parte (poco meno del 50%, 60 milioni fissi) oggi destinata ai paracadute venga suddivisa in maniera più razionale e tra tutte le 22 squadre (sicuramente più favorevole alle retrocesse dalla A rispetto alle neopromosse dalla C o alle squadre a malapena salve, ma non sbilanciato nel senso di 10/15/25 milioni a 0 come oggi, bensì come 7 a 1, o 5 a 2).
bisogna tenere a mente sempre la sostenibilità delle squadre, altrimenti perché le squadre di B hanno bisogno del paracadute? perché il dislivello tra A e B è molto alto dal lato economico, anche se non così evidente tecnicamente tra le top di B e le flop di A. allora se io faccio crescere la B, il dislivello sarà inferiore. rendo contemporaneamente la vita meno complicata alle squadre di B quando salgono in A, ma anche al contrario, quando una squadra di B retrocede avrà meno problemi. non c'è bisogno di versare 25 milioni al Verona o al Palermo di turno, quello sì, senza vincolo di destinazione, è buttare i soldi.
allo stesso tempo bisogna mettere dei vincoli e dei controlli seri, in tutte le categorie, sui bilanci, che portino le società a raggiungere profili concreti di gestione basati 1) sull'autosostenibilità e 2) sulla programmazione, e non più affidati alla libera disponibilità del portafogli del patròn di turno.
possedere una società di calcio deve convenire, al di là della possibilità di riciclare e fare magheggi che per tanti anni ha caratterizzato il nostro calcio.
oggi togliere 50 milioni dalle squadre di A (ossia una cifra che balla tra i 3 e i 2 milioni a testa concretamente irrisoria rispetto ai 40 milioni di ricavi preventivati per la prossima stagione per la squadra peggio classificata) per devolverli a quelle di B, significherebbe dare un contributo di robustezza serio alla classe media calcistica italiana e risolvere parte dei problemi. significherebbe far tornare a respirare molte piazze, e a far ragionare su prospettive più lontane che non siano la sopravvivenza anno per anno.
l'altra parte dei problemi, però, va risolta con organi di controllo delle operazioni societarie seri e rigorosi.
lo stesso discorso a sua volta va fatto per la C, che in questo momento ancora deve fare i conti con la turbolenta eliminazione della quarta categoria professionistica.