Su TLOU S2 anche io sono rimasto molto perplesso…
La serie rimane comunque godibile, ma rispetto alla prima stagione tutto appare più confuso, frammentato e lento, come un puzzle fatto di pezzi singolarmente pregevoli, ma incastrati male. Il sapore è quello di un secondo solo discreto dopo aver gustato un antipasto / primo di gran qualità: non necessariamente ti rovina la cena, ma ti fa storcere il naso, perché la differenza si sente eccome.
La mancanza di ritmo è stata oggettivamente un problema, nel senso che non trasmetteva mai quel senso di urgenza nello spettatore che ti fa pensare “voglio subito vedere la prossima puntata!” tipico delle serie più incalzanti. E non si tratta di mancanza di cliffhangers, quanto più di scrittura, con troppi intermezzi lunghi e narcotizzanti che distoglievano l’attenzione dalla trama principale, finita in secondo piano.
Questo ha anche annacquato il tema principale, quello della vendetta. Lasciando stare il rapporto Ellie - Joel, che anche in una narrazione confusionaria e frammentata comunque funziona, il problema principale è proprio il personaggio di Ellie a non uscirne credibile, riuscito e coerente con il tema portante.
Il chiaro intento era non fare una Ellie troppo ossessionata dalla vendetta, come nel gioco, ma più combattuta interiormente, forzandone una versione più ragazza che donna, ancora redimibile. Decisione opinabile, ma comprensibile e interessante, se presentata bene. Il risultato a cui abbiamo assistito, invece, è quello di una Ellie teen, impacciata e sciocca, contemporaneamente bipolare e piatta, che ha causato disaffezione e indifferenza verso un personaggio già di per sé difficile da approcciare.
Così il viaggio a Seattle di Ellie e Dina si trasforma da cupa missione suicida che mette in risalto il legame fortissimo tra personaggi in contrasto con la follia del proposito, ad una gita scolastica delle superiori con la “storia teen” come tema portante. E poi un po’ di vendetta con la Ellie cattiva, un po’ di zombie per ricordarci il contesto e poi di nuovo risate e battute con la Ellie buona versione teen drama.
Nel videogioco il balzo temporale ci mostrava una forte e rapida evoluzione di Ellie da bambina a donna estremamente determinata e spietata. Nella serie TV si passa invece da una Ellie decisamente più determinata e “stronza” di quella del gioco nella prima stagione, ad una Ellie più immatura e schizofrenica nella seconda. Un’evoluzione del personaggio molto diversa, forse direi più un’involuzione, che francamente non ho compreso e certo non ha giovato allo show.
L’ultimo problema, che ha contribuito ad accentuare il tutto, è stata la scarsa lunghezza della stagione. Con 2-3 episodi in più sarebbe stato possibile diluire meglio i flashback, dare più ritmo alla storia principale, sostanza al mondo e iniziare a svelare Abby. Invece, ci ritroviamo con un nuovo flashback in arrivo, durante una situazione di snodo cruciale, senza una chiara visione di come e perché ci si sia ritrovati a questo punto e con un Ellie che come sentimento principale ci scatena soprattutto il rimpianto per la prematura dipartita di Joel / Pedro Pascal.
Questo non vuole essere un epitaffio sulla lapide della serie di HBO perché tutto è rimediabile con una grande terza stagione, ma piuttosto una riflessione sulla differenza tra gli aspetti che hanno reso universalmente apprezzata la prima stagione e quelli che hanno fatto disaffezionare o storcere il naso al pubblico nella seconda.