The Answer Palermitano ha scritto:Ovvio ragà però mi sembra che certi minuti avete bisogno delle marionette per capire gli esempi.
Ovvio che Delio Rossi mica da la paghetta a Ljajic e manco lo deve accompagnare a scuola e fargli fare i compiti a casa, che cazzo c'entra questo lo sa già da me, ma un allenatore come un professore a scuola deve insegnarti delle linee guida che competono il loro campo (la scuola per il professore, il mondo del calcio per l'allenatore) che fa si che possano essere equiparate al padre che t'insegna le linee guida per la vita.
L'allenatore per un ragazzino come Ljajic non è solo quello che ti mette in campo e amen, è quello che deve evitare che diventi il solito ragazzetto stupido che si brucia e della quale rimarrà solo un rimpianto, e stanne sicuro che se da domani, la carriera del serbo dovesse magari prende una svolta a livello comportamentale e tra 5-6 anni calcare i più grandi palcoscenici del calcio Mondiale, vedrà quel gesto di Rossi e magari lo ringrazierà pure perché senza di quello sarebbe potuto essere "uno dei tanti viziati".
Ma questo discorso è molto soggettivo, dipende dall'allenatore, dal giocatore, dalla società, etc.
Non tutti gli allenatori sono interessati a far crescere i giovani, preparandoli per la futura carriera; molto più spesso i mister hanno obiettivi limitati alla gestione del gruppo in vista del traguardo stagionale, non stanno mica li a farsi i problemi per il singolo, almeno non più di quanto sia necessario per rendere un talento funzionale alla squadra.
Per dire, una mia amica mi ha parlato di un corso all'università sulla psicologia dello sport, in cui il prof. fece l'esempio del rapporto Balotelli-Mourinho: secondo questo tipo, lo Special One utilizzò Mario come vittima sacrificale dello spogliatoio, a livello psicologico, mettendogli tutti contro e cementificando quindi il gruppo intorno ad un 'nemico' comune ( stesso trattamento riservato anche a Benzema l'anno scorso, sempre secondo questo professore).
Vero o no, sarebbe un perfetto esempio di come un allenatore preferisca l'obiettivo stagionale piuttosto della crescita dei giovani talenti.
Inoltre, nella Serie A dei presidenti mangia-allenatori, quanti giocatori possono legarsi al proprio mister, quando magari è il secondo/terzo dall'inizio della stagione? Quanta credibilità in tal senso può avere un allenatore traghettatore, o uno che ha palesemente poca fiducia da parte della dirigenza?